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Andrea Greco per ''la Repubblica''
In Emilia qualcuno la chiama già «l' Intesa-Generali del tortellino». E, scherzi a parte, a Bologna, sede di Unipol, l' idea di un affondo verso la banca modenese Bper si è rafforzato, nell' ottica di creare il quinto polo finanziario italiano con attivi per 55 miliardi.
Intanto la quota di Unipol Sai nell' ex popolare dell' Emilia Romagna, ufficialmente al 5,01% dal 19 dicembre scorso, sembra sia aumentata.
BPER BANCA POPOLARE DELL EMILIA ROMAGNA
Fonti finanziarie la danno oggi più vicina al 9,99%, soglia oltre cui va chiesta l' autorizzazione alla vigilanza di Banca d' Italia. Un portavoce di Unipol non ha voluto commentare l' indiscrezione: se ne saprà di più dal 22 maggio, quando gli azionisti Bper si presenteranno a staccare il dividendo da 6 centesimi. Ufficialmente, l' ingresso nel capitale di Bper serve a Unipol a tutelare il comune accordo distributivo: la banca vende polizze delle coop sui suoi sportelli, da un decennio e secondo intese di prossima scadenza.
Ma gli acquisti in Borsa - dove Bper è salita del 45% in sei mesi - paiono un antipasto di quel che si prepara. L' ad Carlo Cimbri, leader del gruppo nato dall' unione di Unipol e FondiariaSai, da mesi guarda avanti e studia come compiere un altro salto dimensionale, e lasciarsi alle spalle l' eredità di Unipol banca, che poche gioie ha dato alle cooperative azioniste. Un anno fa cercò di usare la controllata (con 9 miliardi di euro di impieghi ma redditività vicina a zero, anche perché 3,7 miliardi sono crediti deteriorati), come pedina di scambio nel risiko tra Siena, Ubi, Banco popolare e Bpm. Non riuscì, perché Unipol banca ha poco valore in queste condizioni.
A fine 2016 il gruppo Unipol ha quindi deciso - e annunciato - che prima ripulirà quei crediti, creando una bad bank da inglobare nella casa madre nel corso del 2017. Quella pulizia secondo stime degli operatori potrebbe richiedere patrimonio aggiuntivo per 6-700 milioni di euro a Ugf, se volesse aumentare le coperture dell' omonima banca sul livello scelto dall' ad Alessandro Vandelli per le sofferenze di Bper, come preludio a una loro integrazione.
Tuttavia parte di quel capitale Unipol potrebbe recuperarlo proprio diversificando i suoi attivi nel settore bancario, in base alle complesse regole di Solvency II sui patrimoni assicurativi. Uno schema preliminare, messo a punto dalla dirigenza Unipol e di cui Cimbri inizia a discutere con le vigilanze di credito e polizze, ipotizza il conferimento di Unipol Banca ripulita in Bper, e una crescita nell' azionariato del polo da parte dei bolognesi, a consolidare il ruolo di primo socio, con l' effetto per Unipol di migliorare la redditività del gruppo e liberare patrimonio per centinaia di milioni.
Spesso infatti la vigilanza offre "sconti" alle partecipazioni incrociate banche-assicurazioni. Così è per il 13% di Mediobanca in Generali (che gode del cosiddetto danish compromise per chi fa credito), così avrebbe potuto essere se Intesa Sanpaolo avesse portato a segno la scalata al Leone di Trieste. È un fatto, comunque, che la Bce vede con favore simili integrazioni, al fine di rendere meno bancocentrico e più aperto al mercato dei capitali il sistema finanziario.
Se la logica e i numeri elaborati a Bologna fossero incoraggiati a Roma, insomma, nelle prossime settimane il progetto di Unipol potrebbe accelerare, anche con il vento a favore degli investitori di mercato, che dalle voci partite a dicembre sono parsi piuttosto inclini a seguire i piani di Cimbri. Il progetto, comunque, è di complessa esecuzione e dovrà superare la freddezza del management e dei soci modenesi di Bper.
Anche se la trasformazione in spa la rende ormai contendibile: già con il 5% Unipol è la prima forza singola. Lo si è visto all' assemblea di aprile, quando nella lista di maggioranza che ha rinnovato mezzo cda è entrato al terzo posto Alfonso Galante, ex di Mediobanca assunto da Cimbri come capo delle strategie di Unipol.
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