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Andrea Greco per ''la Repubblica''
Non sarà più Mediobanca a fare la lista dei nomi per il vertice Generali. Ieri la compagnia ha annunciato la decisione di proporre alla prossima assemblea, convocata il 27 aprile a Trieste, la modifica statutaria che assegna al consiglio uscente di presentare una lista di candidati.
Un fatto storico, che dal 2022 - anno di scadenza del cda dove l' anno scorso il presidente Gabriele Galateri e l' ad Philippe Donnet sono stati confermati - allineerebbe la governance dell' assicuratore alle public company. Con la differenza che Generali finora è stabilmente nelle mani di Mediobanca (13%) e dei soci privati italiani Caltagirone e Del Vecchio, forti di un 5% a testa e che uniti ai Benetton e a De Agostini sfiorano il 30% delle quote.
Proprio il superamento del 25% (la soglia Opa) di questo nocciolo duro avrebbe indotto i consulenti legali di Generali a passare dalla "lista di Mediobanca" alla "lista del cda". Dopo gli arrotondamenti dei soci privati italiani nel 2019 c' era il rischio che la Consob ravvisasse un' azione di concerto in un prossimo voto congiunto di questo nucleo, chiedendo poi a Mediobanca & C di lanciare un' offerta pubblica su tutte le azioni Generali.
Per addolcire la pillola agli investitori e ai loro advisor, che già in passato hanno mostrato di gradire poco la "lista del cda" dove c' è un nocciolo di azionisti, per i rischi possibili di eterodirezione e di togliere spazio alle minoranze in consiglio, Generali ha annunciato alcune salvaguardie: l' aumento alla metà più uno dei consiglieri "indipendenti" nel futuro cda; e il "sensibile incremento della rappresentanza degli amministratori tratti da liste di minoranza", che ora sono due e diventeranno 4 o 5, con garanzia di nomina anche all' eventuale terza lista piazzata.
francesco gaetano caltagirone e malvina kozikowska foto mezzelani gmt86
Il cda di giovedì è servito anche a varare i conti 2019, chiusi con utile netto di 2,7 miliardi (+15,7%) e che consente di proporre un dividendo ai soci di 0,96 euro (+6,7%). Generali si vede in marcia con il piano strategico, e conferma gli obiettivi 2020 malgrado il coronavirus; anzi, potrebbe sfruttare la sciacquata sui mercati per accelerare la crescita esterna:
«Avendo una posizione di solvibilità e solidità forte, abbiamo 3-4 miliardi da dedicare ad acquisizioni: ci possono essere sempre opportunità, anche in questi mercati», ha detto il dg Frederic de Courtois parlando agli operatori. «I risultati mostrano che siamo pienamente in linea con i tre primi obiettivi finanziari del piano 2021 - ha aggiunto Donnet - . Puntavamo a incrementare l' utile per azione tra 6% e 8% medio l' anno; secondo, puntavamo a distribuire un monte cedole tra il 55% e il 65% e siamo al 63,6%».
Gli investitori hanno apprezzato i coefficienti patrimoniali, con l' indice Solvency salito al 224% (dal 217% di fine 2018), oltre il 210% atteso dagli analisti. Tuttavia l' azione Generali non ha tenuto il rialzo del mattino, chiudendo a +2,33%, con l' indice salito del 7,12%.
Il cda Generali ha anche costituito un "Fondo straordinario internazionale" fino a 100 milioni per l' emergenza Covid-19: i primi 30 milioni vanno alla Pro tezione civile, e in seguito ci saranno altri stanziamenti per gli italiani e per le Pmi.
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