1- LA BATTAGLIA DI PRIMAVERA DI PALENZONA HA DUE OBIETTIVI PRECISI: LA SOSTITUZIONE DI RAMPL ALLA PRESIDENZA DI UNICREDIT E QUELLA DEL VECCHIO COMBA AL CRT CON GHIGO (L’ASSE CON CALTARICCONE, VIA FABIO CORSICO, PER FAR FUORI RAMPL) 2- LA SALDA PRESA DI AIRONE PASSERA SU ALITALIA, VIA MICCICHE’: RAGNETTI ED ELIO CATANIA 3- SE L’OPERAZIONE PALLADIO-ARPE SU FONDIARIA-SAI ANDRÀ AVANTI, LA MEDIOBANCA DI NAGEL & PAGLIARO RISCHIA DI ESSERE TRAVOLTA DA UN AUTENTICO TSUNAMI (RAMPL CORRE ALLA CONSOB PER CAPIRE COME SI PUO' FERMARA LA MARCIA DI ARPE E PALLADIO) 4- CHE FA L’EX BRUNETTA? RACCATTA I SOLDI: PER IL FORUM PA E PER IL RAVELLO FESTIVAL 5- A GENOVA CORRE INSISTENTE LA VOCE SULL’INTENZIONE DEGLI AMERICANI DEL GRUPPO CARNIVAL DI CHIUDERE COSTA CROCIERE (LA BEFFA: PER CELEBRARE LE GLORIE DELLA COMPAGNIA ERA STATO PREPARATO UN BELLISSIMO FILMATO DOVE IL PROTAGONISTA PRINCIPALE NON ERA LEONARDO DI CAPRIO, MA IL COMANDANTE SCHETTINO…)

1- LA BATTAGLIA DI PRIMAVERA DI PALENZONA HA DUE OBIETTIVI PRECISI: LA SOSTITUZIONE DI RAMPL E QUELLA DEL VECCHIO COMBA - L'ASSE CON CALTARICCONE, VIA CORSICO, PER LA CONQUISTA DI UNICREDIT
Gli uscieri di piazza Cordusio hanno le idee assolutamente chiare sulle intenzioni di Fabrizio Pallenzona, l'ex-camionista di Novi Ligure e vicepresidente della banca che si sta agitando in funzione del futuro organigramma.

Per loro che hanno le antenne lunghe e sensibili ai movimenti della finanza e della politica, il massiccio banchiere ormai punta decisamente alla presidenza per sostituire Dieter Rampl, il tedesco dai dentoni sporgenti che dopo l'aumento di capitale da 7,5 miliardi si è indebolito per l'arrivo dei nuovi soci e del gruppetto dei patrioti italiani Della Valle, De Agostini, Del Vecchio e Caltagirone (per gli amici Caltariccone).

Secondo gli uscieri questa cordata è stata rimessa in piedi da Pallenzona con il preciso intento di conquistare la poltrona più alta dell'Istituto dove con la sua abilità manovriera e con il tessuto delle relazioni è convinto di poter mettere in riga l'amministratore delegato Federico Ghizzoni.

Il disegno è ambizioso e fa storcere la bocca a chi pensa che al vertice della banca più europea d'Italia possa arrivare un uomo che si porta alle spalle una storia di natura prevalentemente politica. Ma a quanto pare Pallenzona ha metabolizzato queste obiezioni e sta dedicando il massimo impegno per raggiungere l'obiettivo. La versione che corre fa riferimento all'asse che avrebbe stabilito con Caltariccone convincendolo a spostare da MontePaschi a Unicredit i suoi interessi. E c'è chi dice che il tramite tra i due personaggi sia stato Fabio Corsico, il 39enne assistente dell'imprenditore romano che dal 2008 siede tra i consiglieri di Crt, la Cassa di risparmio di Torino dove Pallenzona esercita un'influenza determinante.

Ora, senza togliere alcun merito a Corsico, che nel 2001 è stato capo della segreteria tecnica di Giulietto Tremonti ed è l'autore insieme a Paolo Messa del libro sulle Fondazioni "Da Frankenstein a Principe Azzurro", bisogna dire che Caltariccone non è un uomo che si fa condizionare da chicchessia. Se fin dal giovane lo chiamavano "il cattivo" questo si deve alla sua personalità autoritaria che lo porta a curare i suoi interessi in maniera assolutamente autonoma. D'altra parte Pallenzona ha un rapporto con il Calta cementato negli anni grazie anche all'apporto di altri personaggi come Cesarone Geronzi e Pierfurby Casini.

Sarebbe comunque un errore pensare che i neuroni e la fibra robusta di quest'uomo siano impegnati soltanto sulla presidenza di Unicredit. Nella sua agenda c'è anche il problema della presidenza alla Crt torinese dove nelle prossime settimane si deve decidere di mandare a casa Andrea Comba, il giurista nato a Torino nel 1936 che è presidente della Fondazione Crt dal 1994. Le avvisaglie del ribaltone si sono percepite all'inizio di dicembre quando Crt ha confermato con una lettera l'intenzione di sottoscrivere l'aumento di capitale di Unicredit ponendo peraltro il problema di un cambiamento di rotta rispetto al passato. Quella lettera, secondo alcuni, era stata interpretata come un siluro di Comba e di altri consiglieri nei confronti di Pallenzona, poi l'aumento di capitale è stato sottoscritto con una quota del 3,5%, e con imbarazzo di Comba la richiesta di cambiamento è rientrata.

Le ultime notizie dicono che adesso in pole position per la Fondazione torinese sia Enzo Ghigo, l'ex-dirigente di Pubblitalia-Fininvest che è entrato nel Parlamento nel '94 e sei anni dopo è diventato presidente della Regione Piemonte.

La battaglia di primavera del massiccio Pallenzona ha quindi due obiettivi precisi: la sostituzione di Rampl e quella del vecchio Comba. In almeno una delle due uscirà vincitore.


2- LA PRESA DI AIRONE PASSERA SU ALITALIA, VIA MICCICHE': RAGNETTI ED ELIO CATANIA
Per capire meglio il blitz che ha portato alla designazione in Alitalia di Andrea Ragnetti al posto di Rocco Sabelli, è opportuno tornare un attimo su ciò che è successo esattamente due giorni fa dentro il consiglio di amministrazione dei patrioti italiani di Cai.

Sembra infatti che le cose siano andate in maniera ben diversa da ciò che hanno scritto i giornali indicando l'unanimità dei consensi di fronte alla proposta presentata da Roberto Colaninno. Non tutto è filato liscio, anzi si dice che alcuni soci fossero contrari al ribaltone anche se c'era la consapevolezza che l'esperienza di Sabelli fosse arrivata al capolinea.

Nella sua infinita miseria Dagospia ha appurato che di fronte alle perplessità sul nome di Ragnetti (poco conosciuto dalle cronache), Colaninno abbia minacciato le sue dimissioni che sono rientrate soltanto dopo un paio di ore grazie alla mediazione di Gaetano Miccichè, il direttore generale di IntesaSanPaolo che ha costruito il salvataggio dell'Alitalia seguendo il copione scritto da Corradino Passera.

Il suo intervento è stato determinante perché i patrioti di Cai hanno intravisto dietro Miccichè l'ombra lunga dell'ex-banchiere di Intesa adesso Superministro, un personaggio ineludibile di fronte ai problemi che potrebbero sorgere ancora nella gestione della Compagnia di bandiera. E questa sensazione si è rafforzata quando i soci hanno saputo che il prossimo amministratore delegato Ragnetti sarà affiancato da Elio Catania con la carica di vicepresidente operativo.

Stiamo parlando di un nome ben conosciuto tra i manager perché Catania, dopo aver guidato IBM Italia per oltre dieci anni, è salito sui treni delle Ferrovie di Stato da cui è sceso tra mille polemiche nel 2006 portandosi via una liquidazione di 7 milioni di euro. Poi è risalito sui tram milanesi grazie alla nomina al vertice dell'Atm fatta da Letizia Moratti di Rivombrosa. Anche quell'esperienza non fu priva di polemiche e quando al Comune di Milano è arrivato Giuliano Pisapia il buon Catania dalla faccia rotonda è dovuto scendere dai tram, ma non è rimasto a spasso perché si è rimesso seduto nel consiglio di gestione di IntesaSanPaolo.

La nomina dell'ingegnere ex-IBM non è ancora di dominio pubblico, ma quando lo sarà farà scattare immediatamente la percezione dell'interesse che BancaIntesa ha nei confronti dell'Alitalia e della presa che il Superministro dello Sviluppo vuole mantenere sulla sua creatura.


3- SE L'OPERAZIONE PALLADIO-ARPE ANDRÀ AVANTI LA MEDIOBANCA DI NAGEL & PAGLIARO RISCHIA DI ESSERE TRAVOLTO DA UN AUTENTICO TSUNAMI - RAMPL CORRE ALLA CONSOB PER CAPIRE COME SI PUO' FERMARA LA MARCIA DI ARPE E PALLADIO DENTRO L'OPERAZINE FONSAI DOVE ANCHE UNICREDIT E' DENTRO FINO AL COLLO.
Chi ha visto Alberto Nagel in questi giorni lo ha trovato più pallido del solito.

L'amministratore di Mediobanca sta vivendo ore difficili a causa della vicenda FonSai che sembrava prossima alla conclusione con il progetto della grande Unipol dove quattro società disastrate di Totuccio Ligresti avrebbero dovuto fondersi con le assicurazioni "rosse".

Sulla carta l'operazione sembrava perfetta e avrebbe potuto consentire a Mediobanca di tirare il fiato rispetto all'esposizione mostruosa che Piazzetta Cuccia ha accumulato nei confronti del costruttore siciliano. A rovinare la festa è arrivato il tandem costituito da Matteuccio Arpe e Roberto Meneguzzo, il presidente della finanziaria Palladio che dopo aver rastrellato un 8% di azioni sembra deciso a salire fino al 15% di FonSai.

Se l'operazione andrà avanti Nagel rischia di essere travolto da un autentico tsunami che lo mette con l'acqua alla gola e fa saltare il progetto iniziale. A Piazzetta Cuccia sono tutti convinti che Nagel stia pagando il prezzo della vendetta di Arpe che si è visto tagliare le gambe a dicembre quando voleva scalare la Banca Popolare di Milano. Adesso più che ai sentimenti il pallido amministratore delegato di Mediobanca deve pensare al business, ed è per questo che pare stia mandando segnali al tandem Arpe-Meneguzzo per cercare un accordo.

Resta il fatto che lo tsunami è arrivato fino alle Generali di Trieste perché la finanziaria Palladio ha in pancia una quota della Compagnia di Perissirotto, ma quest'ultimo non vuole essere travolto dalla bora degli errori di Mediobanca, e con un comunicato molto secco si è smarcato da Piazzetta Cuccia.

La stessa cosa ha fatto Cesarone Geronzi con una dichiarazione trasmessa alle agenzie ieri sera in cui ha negato categoricamente le insinuazioni apparse sul quotidiano "La Stampa" secondo le quali il Meneguzzo di Palladio l'anno scorso (quando Cesarone era ancora in sella alle Generali) avrebbe offerto al banchiere di Marino di acquistare un 10% di Mediobanca. Secondo Geronzi questa presunta sollecitazione sarebbe semplicemente "un parto mal riuscito di pura fantasia".

La palla resta bollente nelle mani del pallido Nagel che ieri è venuto a Roma per cercare nelle stanze della Consob e dell'Isvap di capire se l'inciucio partorito dalla sua mente tra l'ex-impero di Ligresti e le province "rosse" di Unipol potrà avere un futuro.

PS - Domandina: perche' Dieter Rampl, presidente di Unicredit, questa mattina alle 11,45 ha varcato il portone della Consob?
Rispostina: per capire come si puo' fermara la marcia di Arpe e Palladio dentro l'operazine FonSai dove anche Unicredit e' dentro fino al collo.

4- CHE FA BRUNETTA? CERCASOLDI: PER IL FORUM PA E PER IL RAVELLO FESTIVAL
Nessuno sente una particolare nostalgia per Renatino Brunetta, il figlio dell'ambulante veneto che insieme a Maurizio Sacconi ha occupato la classifica dei peggiori ministri nell'ultimo governo Berlusconi.

Pare che l'economista desideroso di un premio Nobel si stia dedicando con cura agli affetti familiari e se la rida quando qualche ministro tecnico dice cazzate paragonabili alle sue. Così è successo di fronte agli "sfigati" chiamati in causa dal giovane viceministro Martone, e subito Brunetta si è ricordato di quando a giugno dell'anno scorso bollò i precari con la celebre frase: "siete la peggiore Italia".

Gli va dato atto comunque di aver annusato da almeno un paio d'anni l'arrivo del governo tecnico anche se in quell'occasione ha utilizzato parole improprie del tipo: "ci sono élite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di Stato".

Il colpo di Stato non c'è stato, ma è avvenuta una rivoluzione così profonda da mettere il povero Brunetta in un cono d'ombra impenetrabile. Chi lo frequenta dice che sia rimasto molto colpito per la circolare di Monti che taglia le spese per gli eventi, un capitolo che a Brunetta stava particolarmente a cuore fino al punto di spingerlo a scrivere di suo pugno una lettera per raccattare soldi in favore di Forum PA, il salone della Pubblica Amministrazione che si svolge ogni anno alla Fiera di Roma.

Altri soldi li sta cercando per il Ravello Festival che si svolge nella località amalfitana dove l'economista e la moglie Titti amano ritirarsi in un capanno restaurato a suon di milioni. È di questi giorni un'altra lettera scritta di suo pugno per sollecitare sponsorizzazioni alla manifestazione musicale di Ravello. Anche se non risulta che abbia una particolare cultura musicale, il buon Brunetta chiede quattrini per sponsorizzazioni che vanno da 10mila euro a 150mila con la promessa di un drink a fine serata sulla splendida terrazza di Villa Ruffolo.


5- A GENOVA CORRE INSISTENTE LA VOCE SULL'INTENZIONE DEGLI AMERICANI DEL GRUPPO CARNIVAL DI CHIUDERE COSTA CROCIERE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che a Genova corre insistente la voce sull'intenzione degli Americani del Gruppo Carnival di chiudere Costa Crociere, la società di navigazione della nave Concordia che è stata acquistata dalla famiglia Costa nel 1997 per 455 miliardi di lire.

Nel quartier generale di Genova c'è molta preoccupazione perché si pensava che il 2012 fosse un anno di risultati straordinari e per celebrare le glorie della Compagnia era stato preparato un bellissimo filmato dove il protagonista principale non era Leonardo Di Caprio, ma il comandante Schettino".

 

 

Palenzona FABRIZIO PALENZONA E DIETR RAMPL DELLA VALLEDeAGOSTINIleonardo_delvecchioFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE FEDERICO GHIZZONI FABIO CORSICO Paolo Messa lap002 enzo ghigo mo anna zuninoROCCO SABELLI Andrea RagnettiGAETANO MICCICHE ELIO CATANIA CORRADO PASSERA ALBERTO NAGELschettinoMICKY ARISON DAVANTI ALLA CARNIVAL FREEDOMFRANCESCO SCHETTINO