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MICKY ARISON DAVANTI ALLA CARNIVAL FREEDOM
Giorgio Carozzi per "La Stampa"
Ha ceduto da pochi giorni 20 milioni di azioni di Carnival Corporation, incassando un miliardo di dollari, facendo sussultare Wall Street e lasciando apparentemente il controllo del colosso mondiale delle crociere nelle mani della finanza. Ma Micky Arison sembra incontenibile e imprevedibile. Attraverso Bank Hapoalim, il maggiore istituto di credito israeliano, il proprietario dei Miami Heat e – almeno fino a ieri – di Costa Crociere, tenterebbe la scalata a Banca Popolare dell’Etruria, l’istituto aretino quotato e commissariato da un mese.
I GUAI DELL’ISTITUTO
Un primo approccio sarebbe antecedente l’intervento del Tesoro, su richiesta di Bankitalia, quando gli israeliani avrebbero chiesto a Mediobanca, advisor dell’Etruria, accesso alla data room. Banca Etruria, di cui era vice presidente Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme Maria Elena è stata sottoposta ad amministrazione straordinaria per «gravi perdite nel patrimonio», dovute a «consistenti rettifiche sul portafoglio crediti».
IL BOOM DEI CREDITI DUBBI
La Banca ha crediti dubbi alla clientela per 1,69 miliardi di euro, pari al 22,9% (oltre il triplo del patrimonio netto), il livello massimo tra le banche popolari. Di questi, 770 milioni di euro sono sofferenze. Complessivamente si posiziona al ventunesimo posto tra gli istituti italiani per totale degli attivi. La Popolare dell’Etruria non solo è scesa sotto i minimi sui parametri di vigilanza, ma è peggiorata su tutti i fronti.
LA CASSAFORTE D’ISRAELE
Bank Hapoalim è invece una vera e propria colossale cassaforte per la finanza e gli investitori d’Israele. È una public company di cui il maggiore azionista, con il 20% delle quote, è proprio la Arison Holding, società saldamente in mano a Micky e alla sorella Shari.
GLI AFFARI LEGATI ALL’ORO
Dalle crociere planetarie a una banca italiana: che cosa può aver spinto gli Arison e Bank Hapoalim a puntare sulla Popolare dell’Etruria, che annaspa in un mare di guai? Le indiscrezioni trapelate fanno capire che l’interesse sarebbe soprattutto per gli affari legati all’oro, un segmento in cui l’istituto aretino è piuttosto forte e opera sui mercati attraverso la società controllata Oro Italia Trading.
I crediti in sofferenza di Banca Etruria sarebbero invece nel mirino di due fondi stranieri, uno dei quali sarebbe lo statunitense York Capital Management. Con la Bank Hapoalim degli Arison, i due fondi avrebbero stretto un’alleanza strategica per
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