BARAONDA BANCARIA - GLI AIUTI VARATI DAL GOVERNO DA INIZIO 2016 NON HANNO CAMBIATO L'ANDAMENTO IN BORSA DEI TITOLI DEGLI ISTITUTI - INTESA E' CALATA DEL 30%, MPS DELL'80%, BPER DEL 50% E CARIGE DEL 75% - NON FUNZIONA NEANCHE IL PIANO DI NOZZE TRA MILANO E VERONA: BPM E' SCESA DEL 25% E IL BANCO DEL 35%

Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"

padoan renzipadoan renzi

 

Se il mercato ancora conta qualcosa, la risposta arrivata da inizio anno equivale a una bocciatura sonora. I vari interventi del governo per mettere in sicurezza le banche italiane non vengono accolti con particolare entusiasmo da addetti ai lavori e investitori. Da gennaio i titoli dei principali isituti di credito hanno perso a piazza Affari fino a oltre l' 80% del valore: Mps -81,18%, IntesaSanpaolo -29,67%, Ubibanca - 60,08%, Bper - 50,36% e Carige -74,79%.

 

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Ciò nonostante, il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, continua a pronunciarsi in direzione opposta e parla di «banche rafforzate dalle riforme». Ieri l' inquilino di via Venti Settembre ha esaltato le Gacs (le garanzie statali sulle cartolarizzazioni per le sofferenze bancarie introdotte col decreto divenuto legge ieri con l' ok della Camera alla fiducia) sostenendo che dal mercato stiano arrivando «segnali incoraggianti».

 

logo intesa san paolologo intesa san paolo

In realtà di indicazioni positive non c' è traccia. E il ministro è stato smentito un pezzo da novanta del settore, Gian Maria Gros Pietro. Il presidente di Intesa, primo gruppo del Paese, considerato vicinissimo al governo, ha detto che le Gacs non bastano: «Sono un strumento per un particolare tipo di problema. Qui è opportuno mettere in sicurezza un insieme più ampio di crediti che sono in difficoltà, ma buoni». In tutto si tratta di circa 350 miliardi di euro.

gian maria gros pietrogian maria gros pietro

 

Padoan non ha replicato alle considerazioni di Gros Pietro.Ma ha preferito annunciare un nuovo pacchetto di misure di «finanza per la crescita» che dovrebbero generare un aumento aggiuntivo del pil dello 0,2%.Il pacchetto sarà presentato nel Documento di economia e finanza presentato a metà aprile: stando alle prime indiscrezioni, si tratterebbe di incentivi o sgravi fiscali per i big della finanza (obiettivo è creare canali alternativi per il credito alle imprese). Agevolazioni che tuttavia potrebbero lasciare con l' amaro in bocca i piccoli risparmiatori, stangati dallo stesso Renzi con l' aumento dal 20 al 26% del prelievo sulle rendite finanziarie. Staremo a vedere.

 

Padoan ha poi passato in rassegna le varie norme già approvate sul settore bancario, in particolare la riforma delle bcc che dovrebbe servire a consolidare pure il comparto del credito cooperativo. Il ministro ha ricordato pure il progetto di fusione tra Popolare di Milano e Banco Popolare.

 

banco popolarebanco popolare

Matrimonio grazie al quale dovrebbe nascere la «terza banca» del Paese. I consigli di amministrazione hanno dato il via libera all' intesa, ma le assemblee si pronunceranno solo a novembre e il cammino resta tortuoso tanto quanto lo è stato il negoziato che ha portato alla promessa di nozze. L' accordo, non a caso, stava per saltare ed è arrivato solo dopo la spinta dello stesso ministro. Un intervento, quello di Padoan (appoggiato da Renzi), che avrebbe fatto gridare allo scandalo se il governo fosse stato di un altro colore. Fatto sta che dall' annuncio del progetto di fusione tra i due istituti popolari, il 23 marzo scorso, Bpm ha perso circa il 25,3%, il Banco circa il 35,4% aggiornando anche ieri - a 4,74 euro - i suoi minimi storici.Di là dalle dichiarazioni di rito e dalla propaganda governativa, più di qualcosa non funziona e il governo lo ha capito.

 

LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

Ragion per cui è scattato il piano «B»: la creazione di un gigantesco fondo che dovrebbe servire sia a garantire gli aumenti di capitale degli istituti sia lo smaltimento delle sofferenze. Il dossier è stato al centro del summit a palazzo Chigi di martedì organizzato dal premier, Matteo Renzi. Il quale ha irritualmente riunito i principali banchieri, i rappresentanti delle fondazioni azioniste (Acri) e i vertici della Cassa depositi e prestiti.

 

E proprio la Cdp - con il suo arsenale finanziario - giocherebbe un ruolo centrale nella costituzione del fondo. Secondo Radiocor, la Cassa avrebbe già avviato un dialogo sul tema con la Bce di Draghi. Il fondo dovrebbe servire, ad assicurare la riuscita dell' aumento di capitale della Popolare di Vicenza da 1,75 miliardi.

 

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Oggi parte il cosiddetto premarketing, periodo nel quale il mercato viene sondato, mentre l' operazione scatterà ufficialmente il 18 aprile. L' operazione vede impegnata Unicredit in prima linea con una garanzia che proprio ieri è stata prorogata dal 30 aprile fino alla seconda metà di maggio. Vuol dire che l' istituto di piazza Gae Aulenti nonostante la promessa di palazzo Chigi non se l' è sentita di abbandonare PopVicenza.