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Paolo Mastrolilli per âLa Stampa'
C'era una volta, forse, l'investitore saggio che si guardava intorno, sceglieva qualche compagnia che gli sembrava promettente, e comprava le sue azioni. Così, se le cose andavano bene, incassava profitti. Oggi invece i titoli salgono e scendono a causa di feroci battaglie politiche, che spesso si combattono alle spalle degli stessi investitori, come dimostra la storia di William Ackman pubblicata dal New York Times.
Ackman è un miliardario di 47 anni, che ha fatto i soldi con le scommesse rischiose del suo hedge fund, Pershing Square Capital Management. Circa un anno fa ha puntato grosso, un miliardo di dollari, sul crollo della compagnia Herbalife, che vende integratori alimentari.
Sosteneva che si trattava di un'azienda gestita in maniera quasi criminale, capace di fare profitti come una truffa piramidale. In sostanza i suoi ricavi non erano generati dalla vendita efficace dei prodotti, ma dal continuo reclutamento di venditori, soprattutto nella comunità ispanica, che dopo aver prestato la loro opera restavano a bocca asciutta.
Fin qui, niente di male: un investitore furbo ha intuito che qualcosa non funziona in una compagnia, e ci scommette contro. Il problema è che Ackman non si è fermato qui, diventando invece un attivista impegnato a far crollare il suo target. Secondo il New York Times l'idea di perseguitare Herbalife gliela aveva data Christine Richard, ex giornalista di Bloomberg diventata investigatrice di Wall Street con l'Indago Group.
Una volta individuata la preda, Ackman si è mobilitato per azzannarla. Ha assunto lobbisti del Congresso, incluso l'ex consigliere di Bill Clinton Jim Papa, ed è riuscito a convincere la deputata democratica Linda Sanchez a scrivere una lettera alla Federal Trade Commission per aprire un'inchiesta su Herbalife, che lui aveva usato per fare pressioni su colleghi investitori prima ancora che fosse pubblica. Quindi ha mobilitato diversi leader della comunità ispanica, organizzato eventi e conferenze stampa, per abbattere l'avversario.
Finora la compagnia, sostenuta dagli investimenti di un altro miliardario, Carl Icahn, ha retto il colpo e anzi è salita in borsa. Ackman, intervistato dal Times, ha detto che sta conducendo questa campagna solo per fare il bene delle vittime di Harbalife, e regalerà in beneficienza qualunque profitto ne ricavasse. Non ha dato prove di questa sua missione, però, mentre è certo che se vincesse, i clienti del suo fondo incasserebbero milioni.
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