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IL GOVERNO DEI PATRIOTI FA AFFONDARE L’INDUSTRIA ITALIANA – L’ISTAT CERTIFICA CHE A MAGGIO LA PRODUZIONE INDUSTRIALE È CALATA DELLO 0,7% RISPETTO AL MESE PRECEDENTE – IN ROSSO TUTTI I COMPARTI, TRANNE METALLURGIA ED ELETTRONICA. IL SETTORE AUTO È IL PEGGIORE, CON UN CROLLO PRODUTTIVO DEL 18,1% – L’ISTAT HA RIVISTO AL RIBASSO ANCHE IL FLEBILE DATO POSITIVO DELLO SCORSO MARZO, RIDUCENDOLO A UN MISERO 0,1% SU BASE ANNUA, SUFFICIENTE APPENA PER INTERROMPERE LA SEQUENZA DI 26 SEGNI MENO CONSECUTIVI...
Estratto dell’articolo di Luca Orlando per www.ilsole24ore.com
PRODUZIONE INDUSTRIALE IN ITALIA
La breve parentesi di aprile, con dati peraltro ora rivisti al ribasso, già si chiude bruscamente e la produzione industriale torna a cedere terreno. Frenata visibile a maggio sia rispetto al mese precedente (-0,7%) che nel confronto annuo, arretramento corale che tra i macro settori è evitato solo dall’energia. In discesa sono quasi tutti i comparti, alimentare incluso, con discese che arrivano nell’ordine del 5-6% per farmaceutica e mezzi di trasporto, ancora una volta l’area più penalizzata.
Come accade da mesi, è sempre l’auto la zavorra principale del sistema, questa volta con una discesa produttiva del 18,1%, che già peraltro si innesta su un periodo di debolezza precedente.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
A salvarsi della discesa sono soltanto metallurgia ed elettronica, mentre altrove si registrano solo segni meno. Negativo è anche il bilancio dall’inizio dell’anno, con una discesa dell’1,2%. Istat intanto rivede al ribasso la già limitata crescita registrata ad aprile, riducendola ad appena lo 0,1% su base annua. Sufficiente appena per interrompere la sequenza di 26 segni meno mensili consecutivi, dato buono per le statistiche e nulla più.
A confortare le imprese, limitando i danni c’è comunque al momento la tenuta dell’export, in recupero del 2,5% tra gennaio e aprile, anche se maggio, per i mercati extra-Ue ha visto un’inversione di rotta. In prospettiva c’è però l’incubo dei dazi, con Confindustria a stimare un impatto globale nell’ordine dei 20 miliardi di euro per la manifattura, tenendo conto sia delle tariffe (l’ipotesi è al 10%) che della svalutazione del dollaro, superiore al 10% dall’inizio dell’anno.
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Di fronte al caos globale l’Italia continua anche a guardare con apprensione a ciò che accade altrove in Europa, in particolare al suo primo mercato di sbocco, la Germania, dove gli ultimi segnali paiono incoraggianti. La produzione di Berlino a maggio è stata infatti oltre le attese, con una crescita dell’1,2% mensile, di un punto nel confronto annuo.
E anche se gli ordini mensili sono ancora in lieve flessione, nel confronto con lo stesso mese del 2024 il progresso è significativo, oltre cinque punti in più. Determinante è la stabilizzazione del mercato dell’auto, la cui produzione a giugno è in recupero, per il secondo mese consecutivo, in progresso del 3% rispetto allo stesso mese 2024.
adolfo urso giorgia meloni - foto lapresse
Positivo è anche il bilancio dei primi sei mesi: se è vero che con 2,17 milioni di auto prodotte la Germania si trova comunque ancora 13 punti al di sotto dei livelli pre-Covid, si tratta comunque di una crescita del 4% rispetto allo scorso anno. […]
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