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Gian Maria De Francesco per "il Giornale"
«Sell on news». «Vendi quando c'è la notizia», dicono i trader. Ed è quello che sta accadendo a Generali dopo la presentazione del piano industriale al 2015. Anche ieri il titolo della compagnia assicurativa ha ceduto lo 0,85% perdendo quota 14 euro. Si può affermare che il mercato si aspettasse i fuochi di artificio, un'attesa che aveva favorito anche l'ottima performance borsistica di Generali. A Londra il«botto»non c'è stato ed è scattata la correzione.
Lo ha spiegato benissimo Mediobanca nel report diffuso ieri mattina e riguardante la «preziosa » controllata (va ricordato però che fra investment banking e attività di sales c'è una rigida muraglia cinese a Piazzetta Cuccia). «Le aspettative erano troppo elevate rispetto agli obiettivi prefissati e il titolo continua a essere un po' caro perché tratta 10,9 volte gli utili a fronte di una media del settore di 8,8».
Ecco perché, secondo Mediobanca, «nonostante Mario Greco abbia affrontato ottimamente le criticità della compagnia, c'è da attendersi nel breve termine una presa di profitto». Infatti Generali negli ultimi tre mesi ha registrato una performance borsistica del 12% superiore a quella degli altri titoli assicurativi». I motivi del calo sono tutti qui: il titolo è caro, si è apprezzato molto e i target sono raggiungibili.
Basti pensare che il raggiungimento di un Roe del 13% nel 2015 era già implicito nelle stime di utili elaborate in precedenza da Mediobanca. Se il Leone fra due anni raggiungerà 2,9 miliardi di profitti lordi (cioè prima delle competenze di terzi ed esclusi gli asset cedibili), quel livello di redditività sarà automatico.
Il sentiment di Mediobanca non si discosta molto da quello che si respirava nel salone del Four Seasons di Londra durante l'Investor Day.«Il piano è solo la punta di un iceberg - ha rivelato un esperto - ed è stato presentato in maniera molto sintetica proprio per determinare un effetto sorpresa a fine periodo».
Insomma Mediobanca & C. sono convinti che Mario Greco sia in grado di fare meglio di quanto annunciato, ma che non abbia voluto sbandierarlo ai quattro venti e per questo il mercato ha reagito con freddezza. Il vero banco di prova sarà la cessione di Generali Usa e di Bsi che dovrebbero portare almeno la metà dei 4 miliardi attesi dalle dismissioni. Il Group Ceo ha ricordato di «aver venduto Migdal a 14 volte gli utili e di aver comprato Ppf a 11 volte». Ora è giunto il momento di sparare i fuochi d'artificio.
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