MEGA-MULTA PER LA MEGA-BANCA: MA I 13 MILIARDI DI SANZIONE A JPMORGAN NON CHIUDONO I SUOI CASINI LEGALI

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Marco Valsania per "Il Sole 24 Ore"

Jp Morgan è svettata in testa alla classifica delle aziende colpite da maxi-multe delle autorità americane: ha patteggiato con l'amministrazione Obama sanzioni senza precedenti nello scandalo delle obbligazioni garantite da mutui troppo rischiosi. Pagherà 13 miliardi di dollari, quattro sotto forma di risarcimento ai consumatori. Una cifra record non solo per una banca, ma anche negli annali delle imprese: quasi il triplo dei 4,5 miliardi imposti a BP per la tragedia di Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Più del quadruplo dei tre miliardi inflitti a GlaxoSmithKline per il marketing illegale di farmaci.

Il sipario sull'accordo è stato sollevato per primo ieri pomeriggio dal procuratore generale dello Stato di New York, Eric Schneiderman. Un annuncio da parte del ministero della Giustizia guidato da Eric Holder, che ha tirato le fila di lunghe trattative più volte parse vicine a un'elusiva intesa, è arrivato in serata.

Per JP Morgan le sanzioni sono un'arma a doppio taglio. Possono accelerare i tempi di un riscatto, lasciandosi alle spalle inchieste legali che si erano moltiplicate. Ma sanciscono anche la grave crisi di reputazione dell'istituto, un tempo considerato il più sicuro e integerrimo del paese e ora additato da Washington come simbolo delle irregolarità da punire.

Il cammino verso una riscossa, oltretutto, è ancora accidentato per la banca: l'accordo non chiude del tutto il capitolo mutui, sul quale resta aperta un'indagine penale che ha nel mirino alcuni funzionari.

E sono tuttora in corso inchieste sulle pratiche di JP Morgan nelle assunzioni in Cina per il sospetto di corruzione, sul suo trading nell'energia sospettato di manipolazioni e sui suoi rapporti con il truffatore Bernard Madoff, che potrebbe aver aiutato. Nello stesso caso della Balena di Londra, perdite nascoste da 6 miliardi per aggressive scommesse sui derivati nel 2012, sono già scattate multe da un miliardo ma la governance della banca resta sotto osservazione.

Il tassello che ha sbloccato il patto sui mutui, ha ricostruito il Wall Street Journal, è stato inserito lo scorso fine settimana con i risarcimenti ai consumatori. Un aspetto complesso che ha coinvolto nel negoziato il Dipartimento per l'Edilizia oltre a quello della Giustizia e a autorità di singoli stati. Dei 4 miliardi di questo pagamento, 1,5 miliardi serviranno a cancellare mutui che oggi superano i valori delle abitazioni.

Fino a mezzo miliardo andrà a ristrutturare e ridurre pagamenti su altri prestiti immobiliari onerosi. Due miliardi saranno destinati ad aiuti per quartieri considerati disagiati, compresa la demolizione di palazzi fatiscenti, e per facilitare la concessione di nuovi mutui a famiglie con redditi medio-bassi.

Nei 13 miliardi è compresa una sanzione da 4 miliardi, già concordata e resa nota, da versare agli enti federali impegnati a garantire i mutui e che sono stati tratti in inganno sulla qualità e i rischi dei prestiti e della loro cartolarizzazione. L'intesa copre obbligazioni immobiliari per circa 33 miliardi di dollari emesse nel periodo precedente la crisi finanziaria, tra il 2005 e il 2008.

Il governo ha considerato cruciale imporre una sanzione esemplare nella vicenda, scottato da accuse di essere stato spesso troppo morbido nel perseguire le grandi banche per gli scandali alla radice della più grave recessione dagli anni Trenta.

 

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