donald trump economia americana

L'AMERICA È GIÀ RIPARTITA - ECONOMISTI SMENTITI, TRUMP IN MODALITÀ SPACCONA: I NUMERI SUL MERCATO DEL LAVORO SONO ''AL DI LÀ DELL'IMMAGINABILE''. IN EFFETTI A MAGGIO SONO STATI CREATI 2,5 MILIONI DI POSTI DI LAVORO, MENTRE SI PREVEDEVANO 8,3 MILIONI DI BUSTE PAGA PERSE - LE BORSE USA SONO VICINE AI MASSIMI, QUELLE EUROPEE HANNO INANELLATO GRANDI GUADAGNI: DA UNA PARTE I TITOLI DI STATO NON RENDONO NULLA E GLI INVESTITORI CERCANO AZIONI, DALL'ALTRA SI SCOMMETTE SU UNA RAPIDA RIPARTENZA GLOBALE

 

1. SORPRESA NEGLI USA: LA DISOCCUPAZIONE DIMINUISCE AL 13,3%

Marco Valsania per ''Il Sole 24 Ore''

 

Il mercato del lavoro degli Stati Uniti dà insperate dimostrazioni di riscossa, anche se la strada verso un recupero dell' economia potrebbe rimanere ardua. In maggio sono stati creati 2,5 milioni di posti di lavoro, un record che ha smentito previsioni di ulteriori perdite di 8,3 milioni di buste paga. Una simile flessione avrebbe portato a oltre 30 milioni gli impieghi bruciati dall' inedita crisi innescata dalla pandemia e il tasso di disoccupazione vicino al 20 per cento. Sull' onda delle progressive riaperture negli stati americani di attività ferme da marzo per precauzioni sanitarie, il tasso dei senza lavoro è invece sceso al 13,3% dal 14,7 per cento.

 

TRUMP SOLDI

Donald Trump ha celebrato i dati, definendoli in un tweet «al di là dell' immaginabile» e in dichiarazioni della Casa Bianca il prologo d' un ritorno a una robusta espansione, quest' anno e il prossimo. Trump, assediato da critiche per la gestione del coronavirus e delle recenti rivolte anti-razziste, in vista delle elezioni di novembre ha promesso «la più grande rimonta nella storia». Che potrebbe deragliare solo a causa delle politiche di maggiori tasse e spesa perseguite dal partito democratico.

 

Maggior ottimismo è trapelato tra gli analisti: Citigroup ipotizza «un cammino più breve e diretto» di ripresa, nonostante possa richiedere almeno un anno. Berenberg anticipa ulteriori guadagni nel lavoro nei prossimi mesi. E qualcuno ha risfoderato una ripresa a "V". Ma, se maggio evidenzia che un recupero è scattato prima del previsto, arrivano anche inviti alla cautela, in attesa di verificarne la tenuta, di valutare quanti e quali posti di lavoro torneranno davvero tra i circa 20 milioni che tuttora mancano all' appello. In gioco è il peso di incognite che vanno dal futuro del coronavirus all' impatto delle tensioni sociali. Il tasso di senza lavoro degli afroamericani è aumentato a maggio, al 16,8% dal 16,7% rispetto a un declino di 1,8 punti per i bianchi al 12,4 per cento.

 

Il mese scorso l' occupazione ha riguadagnato quota in alcuni tra i settori più traumatizzati dalla paralisi per il Covid-19. Ospitalità e tempo libero hanno generato 1,2 milioni di assunzioni nette, dopo cadute di 7,5 milioni in aprile. La ristorazione ne ha create 1,4 milioni, reduce da perdite di 6,1 milioni il mese precedente. Le costruzioni hanno creato 464.000 nuove buste paga, istruzione e sanità 424.000. Il retail ha aggiunto 368.000 impieghi dopo averne cancellati 2,3 milioni in aprile. Il manifatturiero, dove l' auto ha cominciato a riaprire i cancelli dal 18 maggio, ha riportato 225.000 nuovi impieghi dopo averne persi 1,3 milioni. È stato paradossalmente incoraggiante un declino dell' 1% nei salari orari, perchè un brusco rialzo del 4,7% in aprile rifletteva in realtà la sproporzionata eliminazione di posti a basso stipendio.

 

coronavirus furti negozi usa 2

Sintomi di continuo malessere sono al contrario giunti dal pubblico impiego, che ha eliminato 585.000 impieghi davanti a budget locali schiacciati da mancate entrate fiscali e spese per la lotta al virus. Una disoccupazione al 13,3% resta inoltre storicamente molto elevata. Ed è sottostimata da problemi di classificazione: includendo la categoria degli "occupati temporaneamente licenziati" lo stesso Dipartimento del Lavoro segnala che sarebbe del 16,4 per cento. Il tasso allargato di disoccupati, lavoratori scoraggiati, costretti al part-time o con impieghi marginali è inoltre ancora più alto: del 21,2% rispetto al 22,8% di aprile.

 

«Il Paese al momento svolta da pandemia e recessione - ha indicato Chris Rupkey di Mufg -. Ma tutti i lavoratori che hanno perso lo stipendio avranno difficoltà a riconquistare la loro posizione nella società, con molti impieghi che saranno svaniti». I disoccupati che si considerano momentaneamente sospesi dal lavoro il mese scorso sono diminuiti al 73% dal 78,3% del totale, segno di accresciuti rischi di perdite permanenti di impieghi.

 

 

2. LAVORO USA E MOSSE DELLA BCE LANCIANO IL RALLY DELLE BORSE

Andrea Franceschi per ''Il Sole 24 Ore''

 

 

sanita' privata negli stati uniti 2

Le ultime settimane sono state caratterizzate da uno stillicidio di dati macro negativi che hanno fotografato gli effetti del virus sull' economia. Ma i mercati spesso li hanno ignorati perchè in qualche modo non hanno fatto altro che confermare uno scenario già scontato: quello di una recessione durissima a fronte della quale solo un massiccio stimolo fiscale e monetario può agire da antidoto. I numeri positivi del mercato del lavoro Usa (a maggio ci si aspettava un calo di 5,5 milioni di posti, c' è stato un aumento 2,5 milioni) hanno smontato la narrativa del declino economico post pandemia dimostrando, in maniera del tutto inattesa, che il paziente è in realtà più sano di quanto si potesse immaginare. E così la reazione positiva delle Borse, una volta tanto, è stata frutto non tanto della promessa di nuova medicina monetaria ma di un concreto segnale dall' economia reale.

 

Per le Borse, reduci da una lunga striscia positiva, è stato il pretesto giusto per un altro rally: a Wall Street il Dow Jones ha messo a segno un rialzo di oltre il 3% e il Nasdaq tecnologico si è riportato a un passo dai record di febbraio. In Europa i rialzi sono stati in media di due punti e mezzo percentuali con Francoforte a fare da traino. Il Dax ieri ha chiuso a 12847 punti in rialzo del 3,36 per cento.

 

Sono numeri che non si vedevano dal 24 febbraio, appena prima che scoppiasse la pandemia nel Vecchio Continente. Dai minimi di fine marzo l' indice della Borsa di Francoforte ha recuperato oltre il 50% ed è a un passo dall' azzerare le perdite da inizio anno: il saldo da gennaio mostra un ribasso di appena 3 punti percentuali. È ancora lontana da questo traguardo Piazza Affari (-14% da inizio anno) ma anche a Milano il recupero è stato notevole. In particolare nell' ultima settimana: quasi +11% il rialzo del Ftse Mib che ieri ha guadagnato il 2,82% riportandosi oltre la soglia dei 20mila punti come non accadeva dai primi di febbraio.

WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE

 

I positivi dati macro americani hanno alimentato le speranze su una rapida ripresa dell' economia dopo il crollo senza precedenti delle attività per effetto del lockdown.

Chi ne ha beneficiato di più sono stati i comparti "ciclici" più penalizzati dalla prospettiva di una recessione post-pandemia: rialzi consistenti si sono registrati sui titoli delle compagnie aeree (+4,88%), delle società petrolifere (+5,8%), delle case automobilistiche (+5,17%), delle assicurazioni (+4,15%) e delle banche (+6,19%).

 

Questi ultimi due settori sono anche quelli che hanno guadagnato di più nell' ultima settimana registrando rialzi di oltre 16 punti percentuali. Il peso storicamente preponderante della finanza a Piazza Affari è una delle ragioni che spiegano il recente exploit della Borsa di Milano. I titoli degli istituti di credito, che nell' ultimo mese hanno recuperato oltre il 27%, hanno beneficiato del forte recupero dei BTp di cui sono i principali sottoscrittori.

 

BORSA DI MILANO PIAZZA AFFARI

 Lo spread si è ridotto di quasi 30 punti rispetto ai livelli di una settimana fa. Soprattutto grazie alla decisione della Bce di ampliare di 600 miliardi di euro la dotazione del Pepp (il piano straordinario di acquisto titoli varato per far fronte alla pandemia). Ieri lo spread è sceso di altri 4 punti ma non tanto per effetto di acquisti sui BTp, i cui rendimenti sono rimasti relativamente stabili, quando per effetto del balzo dei tassi Bund. La forte propensione al rischio alimentata dai dati macro americani ha spinto gli investitori a scommettere sulle Borse scaricando la classe di investimento più gettonata con la pandemia: i beni rifugio. Così si spiegano le vendite sui titoli di Stato delle economie più solide come la Germania. Ma anche il calo del prezzo dell' oro.