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VAFFANBANKA! - I SOCI-LAVORATORI DELLA BPM VOGLIONO PIU' POLTRONE E POTERE PRIMA DELLE NOZZE CON BANCO POPOLARE: SENZA RASSICURAZIONI DAL VERTICE, ALL'ASSEMBLEA SI VOTERA' NO ALLA FUSIONE IMPOSTA DA DRAGHI - L'OTTANTENNE PIERO GIARDA NON VUOLE ANDARE AI GIARDINETTI E MANDA I SUOI SHERPA A CONTROLLARE I VOTI

Luca Gualtieri per "Mf Milano Finanza"

 

LA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANOLA SEDE DELLA BPM - BANCA POPOLARE DI MILANO - A PIAZZA MEDA A MILANO

Dipendenti, pensionati e soci non dipendenti della Popolare di Milano preparano un appello ai presidenti della banca, Piero Giarda e Mario Anolli, in vista della sempre più probabile fusione con il Banco Popolare. Ieri pomeriggio le principali associazioni dell'istituto si sono riunite a Milano negli ambienti della Fondazione San Carlo per esaminare la bozza di una lettera aperta che molto presto dovrebbe essere indirizzata ai board. Il documento di due pagine esamina nel dettaglio lo schema dell'operazione con Verona e pone alcuni paletti precisi ai vertici della banca.

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«In vista di due momenti indifferibili quali la nomina del nuovo consiglio di sorveglianza prevista ad aprile e la trasformazione in spa in data da definire», esordisce il documento, «le associazioni intendono ricercare con tutte le componenti societarie rappresentative un percorso comune, cementato da un programma da sottoporre alla platea dei soci.

Piero Giarda Piero Giarda

 

L'assemblea di aprile dovrà procedere alla nomina di un cds coerente con tale programma». Entrando nel merito della possibile fusione, il documento chiede che venga «difeso il valore dell'azione Bpm tenendo conto del suo patrimonio», che sia «garantita pariteticità anche attraverso un adeguato e stringente piano industriale la cui centralità sia incardinata su Milano con servizi, competenze e ruoli», che «sia tutelata per un numero adeguato di esercizi l'autonoma vita di Bpm» e che «sia confermato nello statuto in forma permanente il limite al possesso azionario previsto nel 5%».

 

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, invece, la bozza di lettera chiede che «sia garantito il modello di welfare aziendale attualmente presente in Bpm» e che «venga rinnovata l'attuale previsione di una partecipazione dei lavoratori ai risultati di bilancio». II documento reca le firme delle associazioni II Patto (Luigi Colombo ed Edoardo Dorenti), Per la cooperativa Bpm (Pierluigi Ramponi, regista della campagna elettorale di Piero Giarda), Lisippo (Giovanni Bianchini) e del gruppo Soci non dipendenti capitanati da Piero Lonardi e potrebbe essere presto esaminato dalle segreterie nazionali dei principali sindacati del credito, Fabi, Uilca, Fiba-First e Fisac-Cgil.

 

giuseppe castagnagiuseppe castagna

L'intenzione del mondo sindacale è infatti quella di muoversi unitariamente in vista dell' assemblea del prossimo 30 aprile. Il punto di sintesi potrebbe essere rappresentato dalla presentazione di una lista unica, come accaduto nell'assemblea del dicembre 2013 con la nomina del board attualmente in scadenza.

 

La candidatura più delicata sarà quella del presidente, per la quale nelle ultime settimane le quotazioni degli attuali vice Marcello Priori e Mauro Paoloni avrebbero sorpassato quelle del numero uno di Banca Alaos, Graziano Tarantini. In alcuni ambienti interni alla banca si comincia però a parlare con insistenza di un possibile candidato esterno di elevato standing che, agli occhi di dipendenti, soci e investitori, rappresenti il traghettatore ideale verso i nuovi assetti di governance. Oggi intanto è previsto un nuovo round di incontri a Francoforte per fare il punto sulla fusione e, in caso di luce verde, convocare i consigli di amministrazione in tempi rapidissimi.