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Sandra Riccio per “la Stampa”
Si apre un nuovo fronte nello scandalo Dieselgate che ha colpito Volkswagen. Un' indagine interna condotta dallo stesso colosso tedesco dell' auto nell' arco delle ultime sei settimane ha fatto emergere nuove irregolarità nelle emissioni di CO 2 , che riguardano ulteriori 800.000 vetture del parco macchine del gruppo. Il danno potenziale, ha reso noto la casa di Wolfsburg, è attualmente stimato, in via preliminare, a due miliardi di euro. Una batosta, che si aggiunge alla lunga lista di danni e possibili multe.
«Il Cda di Volkswagen inizierà immediatamente un dialogo con le autorità competenti riguardo le conseguenze di quanto emerso», recita la nota, e ciò «dovrebbe condurre ad un' affidabile valutazione delle conseguenze economiche e legali di questo problema».
Problema che, in realtà, non è ancora stato spiegato nei dettagli, visto che Volkswagen non ha citato né identificato i brand o i tipi di motori «irregolari». Il consiglio di sorveglianza del gruppo ieri ha detto di seguire «con costernazione e preoccupazione» la nuova dimensione raggiunta dallo scandalo. «Il consiglio e la commissione fondata per l' accertamento dei fatti - ha fatto sapere- si riuniranno presto per consultarsi su nuove conseguenze e misure».
MUELLER AD VOLKSWAGEN -Web-Nazionale
L' ammissione del gruppo arriva dopo i dati sulle vendite negli Usa usciti nel primo pomeriggio: nel primo vero test di mercato dopo lo scandalo delle emissioni, che tiene cioè conto dell' andamento su un mese intero, le vendite del gruppo Vw sono cresciute del 5,8%.
A fare da traino è il marchio Audi con un +17% mentre il marchio Vw ha archiviato un +0,2% grazie a una massiccia campagna di sconti e offerte che hanno minimizzato l' impatto negativo del dieselgate.
«Gli accadimenti in Volkswagen non cambiano il buon nome del Made in Germany», aveva detto in mattinata la cancelliera Angela Merkel, sollecitando ancora una volta «trasparenza e un veloce chiarimento», dicendosi però convinta che Vw procederà a farlo.
E infatti Volkswagen ha avviato una rigida campagna di audit interno, che ha fatto emergere nuove irregolarità, dopo quelle che sono costate il posto all' ex amministratore delegato, Martin Winterkorn, causato la prima perdita trimestrale negli ultimi 15 anni, un crollo senza precedenti del titolo in Borsa e portato ad accantonamenti miliardari in vista delle future spese, per rimborsi e cause legali.
VW ha già destinato a riserve 6,7 miliardi legati agli 11 milioni di auto su cui è stato installato il software all' origine dello scandalo. Ma questa nuova tegola rischia di pesare sul piano di rilancio dell' immagine avviato dal nuovo ad, Matthias Mueller, il giorno dopo che dagli Usai sono arrivate accuse di «imbroglio» anche su motori di cilindrata maggiore rispetto a quelli finora coinvolti nello scandalo.
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