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Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"
La locomotiva di Italo sbuffa ma non prende velocità . Anche nel 2012 la Ntv, società fondata da Luca di Montezemolo e Diego Della Valle per fare concorrenza ai treni Frecciarossa, ha chiuso i conti in rosso: 77 milioni di perdite su 102 milioni di ricavi. Osservando il bilancio analizzato dall'Ansa si notano alcuni profili problematici.
Il servizio di Italo è iniziato il 28 aprile 2012 e quindi l'anno contabilizza solo otto mesi di attività , durante i quali hanno viaggiato 2 milioni di persone, circa 8 mila al giorno che hanno pagato in media un biglietto di 40 euro. I ricavi da traffico sono solo 81 milioni, e per arrivare ai 102 milioni totali Ntv ha messo in bilancio anche la capitalizzazione delle spese per la formazione del personale.
Ntv prevede il pareggio operativo nella seconda metà del 2014. Per raggiungere l'obiettivo dovrà moltiplicare il numero dei passeggeri. A pesare sui conti sono soprattutto gli oneri finanziari sui 754 milioni di debiti, esplosi nel 2012 rispetto ai 196 di fine 2011. Si tratta dei finanziamenti quasi tutti del gruppo Intesa Sanpaolo (551 milioni su 754), che oltre a essere entrato in Ntv come azionista di rilievo, ha anche prestato i soldi necessari ad acquistare 25 treni veloci dalla francese Alstom.
Le perdite 2012 hanno ridotto il patrimonio netto (capitale più riserve) della società da 184 a 107 milioni. Per contenere i danni e non dover chiedere ai soci un aumento di capitale che a quanto pare non entusiasma gli interessati, Ntv ha fatto ricorso a operazioni straordinarie come la vendita all'Alstom per 135 milioni della fiammante officina di riparazioni ferroviarie di Nola: il beneficio per il bilancio è stato una plusvalenza di 52 milioni, senza la quale la perdita di bilancio sarebbe stata superiore al fatturato con il patrimonio netto ridotto a una cinquantina di milioni.
Sul fronte dei debiti si segnala anche un derivato finalizzato a contenere il tasso di interesse pagato sulle linee di credito per cassa nel corridoio tra il 4,15 e il 5%, organizzato da Intesa insieme a Mps e Banco Popolare. Al 31 dicembre scorso lo strumento era in perdita per 43,9 milioni, a fronte di un guadagno di 26,6 milioni da parte di Intesa, di 11,3 milioni di Mps e di circa 6 del Banco Popolare.
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