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Leonardo Martinelli per la Stampa
VINCENT BOLLORE ARNAUD DE PUYFONTAINE
In Telecom Italia? «La nostra è una posizione di lungo termine», ha assicurato ieri Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi, il colosso dei media francese, davanti agli azionisti, riuniti all' Olympia, il mitico teatro parigino, per l' assemblea dei soci.
Con Mediaset? Nessuna esitazione: «Vogliamo recuperare un rapporto costruttivo e perenne», ha aggiunto, mentre accanto a lui Vincent Bolloré, il vero padrone del gruppo, annuiva. Insomma, avanti tutta sull' Italia.
Sì, nonostante qualche problemuccio. È vero, de Puyfontaine ha ricordato che Vivendi ha investito cinque miliardi nel nostro Paese e che «il meglio deve ancora venire», parole pronunciate in italiano. Il gruppo, controllato da Bolloré, ha messo le mani sul 23,9% di Telecom Italia (è il primo azionista) e sul 28,8% di Mediaset (secondo azionista).
ARNAUD DE PUYFONTAINE E GIUSEPPE RECCHI
Ma proprio qui le cose si sono complicate, visto il contenzioso nato nell' estate scorsa per la mancata realizzazione dell' accordo che era stato stipulato con la famiglia Berlusconi l' 8 aprile 2016 (prevedeva il passaggio della pay tv Premium a Vivendi e uno scambio di partecipazioni al 3,5%). A parte i problemi giudiziari e l' impasse (un eufemismo) nella trattativa, pochi giorni fa l' Agcom ha imposto pure a Vivendi di ridurre una delle due partecipazioni.
«Rispetteremo quel pronunciamento, anche se non lo comprendo», ha detto ieri Bolloré. Insomma, non capisco, ma mi adeguo. Venerdì scorso il gruppo francese, in una nota, aveva sottolineato la centralità di Telecom Italia nella sua strategia, ribadendo la sua volontà di essere un' azionista di lungo termine: quasi a suggerire che potevano rinunciare al Biscione. Ma, dalle parole spese ieri, l' impressione è che, se pure i francesi abbasseranno la quota (l' Agcom impone un massimo del 10% in una delle due società), non vogliono abbandonare del tutto la preda.
«Vivendi ha preso una quota in Mediaset. La nostra alleanza non è partita sulle base migliori, ma vogliamo recuperare un rapporto costruttivo e perenne», ha specificato il ceo. Che su Telecom Italia ha detto: «Siamo il primo azionista per rafforzare la nostra presenza in Italia, un mercato ad alto potenziale e in piena trasformazione, che è molto importante per concretizzare il nostro progetto di campione europeo dei media e dei contenuti».
Quanto alla presidenza di Telecom, che potrebbe essere affidata a de Puyfontaine (è quello che vorrebbe Bolloré, in sostituzione di Giuseppe Recchi), il manager francese non si è sbilanciato. La decisione sarà presa alla prima riunione del Cda nominato dall' assemblea dei soci di Telecom il 4 maggio. Più in generale su Vivendi, Bolloré ha detto che «per quello che vogliamo fare, ci vuole tempo». In testa ha un «progetto industriale ambizioso». Per poi aggiungere: «Roma non si è costruita in un giorno, ma siamo sulla buona strada».
yannick bollore con la moglie chloe
Bolloré, che in quasi tre anni, mediante Vivendi, ha speso 15 miliardi per accaparrarsi diverse partecipazioni, intende perseguire. Uno dei prossimi step potrebbe essere la fusione tra Vivendi e il gruppo pubblicitario francese Havas, già gestito da Yannick Bolloré, il figlio del magnate, e controllato dalla famiglia al 60%. Altro obiettivo sarebbe il colosso dei videogiochi Ubisoft, di cui Vivendi già detiene il 25%, ma non il controllo, per la resistenza dei fondatori, la famiglia Guillemot.
Intanto, ieri l' assemblea degli azionisti ha rinnovato il mandato a Vincent come membro del consiglio di sorveglianza di Vivendi e ha approvato la cooptazione di Yannick. «Bravo», ha detto il padre al figlio. Per poi commentare il voto a suo favore: «Non male, grazie».
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