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Raffaele d'Ettorre per "il Messaggero"
Problemi di memoria? Niente paura: arrivano gli smart tracker, dei piccoli localizzatori che ci aiuteranno a ritrovare ciò che abbiamo smarrito, dalle chiavi di casa al portafoglio, dall'automobile al gatto di casa. Samsung e Apple si fronteggiano nella corsa al gadget del momento, rispettivamente con SmartTag e AirTag.
La multinazionale sudcoreana ha bruciato sul tempo l'azienda di Cupertino, lanciando il suo tracker a inizio anno con un prezzo al pubblico di 29,99 dollari e proponendo fin da subito la possibilità di ritrovare gli oggetti smarriti usando la realtà aumentata, una caratteristica che la Apple probabilmente implementerà con un aggiornamento futuro.
È uscita invece il 16 aprile la versione Plus di SmartTag, che costa 10 dollari in più e si posiziona quindi nella stessa fascia di prezzo degli AirTag, che costano 35 euro l'uno e 119 euro in confezione da 4 ma che promette un sistema di localizzazione ancora più preciso. Per gli AirTag bisognerà invece aspettare il 30 aprile.
Gli smart tracker sono dei piccoli gadget grandi più o meno quanto una moneta, e funzionano sfruttando il collegamento bluetooth. Il trasmettitore può essere facilmente localizzato usando la relativa app su telefonino, tablet e pc: FindMy (Dov' è) per Apple e SmartThings Find per Samsung.
Il bluetooth di per sé ha un raggio d'azione ridotto, ma usando tutti gli altri dispositivi dello stesso brand (quasi un miliardo per Apple) connessi con il server centrale sarà possibile triangolare la posizione di oggetti anche molto distanti.
COMANDI VOCALI
Entrambe le app già funzionano per il ritrovamento di iPhone e Galaxy, e il localizzatore diventa quindi un dispositivo in più che va ad aggiungersi a delle reti con anni di servizio all'attivo. È previsto anche l'uso di comandi vocali, e basterà quindi dire ad alta voce dov' è il mio portafoglio? per lanciare automaticamente il rilevatore sul proprio telefonino, evitandoci così ricerche lunghe ed esasperanti.
Nel caso degli AirTag, la ricerca è resa ancora più semplice dall'altoparlante integrato, che in quel momento inizierà a suonare per guidarci nella caccia al tesoro. Apple ha tenuto a precisare che AirTag non memorizzerà al suo interno nessun dato di posizione, e che il collegamento con la rete Dov'è criptata in modo tale che solo chi usa il tag può accedere ai propri dati personali.
Come succede però con tutte le innovazioni tecnologiche, anche nel caso degli smart tracker ci sono luci e ombre da considerare prima di accoglierli a braccia aperte nel nostro quotidiano. Ottima la possibilità di avere un localizzatore in una fascia di prezzo tanto accessibile, che può aiutare una grandissima fetta della popolazione in questioni anche più serie delle chiavi di casa.
Pensiamo agli animali domestici smarriti basterà appendere il tracker sul collare per trovarli subito o alle persone affette da sindrome di Alzheimer, alle quali potremo regalare un portachiavi con tag annesso per avere una sicurezza in più in caso di disorientamento o perdita della memoria.
ANTI-STALKING
È vero però che parliamo di oggetti dalle dimensioni ridotte, ed è quindi altrettanto semplice infilarli in una borsa o in una giacca a insaputa della vittima, con finalità tutt' altro che lecite. I due big in corsa hanno subito messo le mani avanti, affermando che faranno di tutto per contrastarne l'uso per finalità di stalking, implementando nel tempo alcune funzionalità specifiche volte ad arginare il problema.
Samsung sta lavorando alla funzione Unknown Tag Search (Ricerca di tag sconosciuto), che consentirà di svelare sulla app SmartThings Find i trasmettitori nascosti nei paraggi e non associati all'utente. Apple proporrà invece questa funzione già al lancio, e verrà attivata automaticamente dalla rete Dov' è, senza bisogno di una ricerca specifica da parte dell'utente.
In più, i dispositivi Apple sono progettati per lanciare un allarme quando il possessore si è allontanato per più di 36 ore: una sorta di antifurto che dovrebbe allertare tutti della presenza di un tracker smarrito, aiutandoci sia a ritrovarlo sia ad evitare di indossarne uno senza saperlo.
Ma che succede se non siamo in possesso di un i-phone e qualcuno decide di piazzarci addosso un airtag? Se 36 ore dovessero sembra troppe, Apple si riserva di modificare la durata dell'intervallo temporale dell'allarme con aggiornamenti futuri.
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