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S.Fi. per âIl Sole 24 Ore'
Parte la due diligence su Mediaset Premium, la pay-tv della famiglia Berlusconi. Secondo quanto appreso da fonti di mercato, Al Jazeera e Vivendi hanno avviato il processo investigativo dei conti della società . E si alza il velo sui numeri della pay-tv, finora sempre riservati. Dal documento, che reca la certificazione di Pricewaterhouse Coopers e di cui Il Sole 24 Ore ha potuto visionare i contenuti, emergono una serie di dettagli inediti sulla pay tv di Mediaset.
Il più rilevante è il raggiungimento del pareggio di bilancio quest'anno. La pay-tv macina ricavi ma, come tutte le start-up, non ha prodotto finora utili. Dovrebbe svoltare appunto il 31 dicembre, e poi, dal 2017, dopo che saranno spesati investimenti, il testo indica in 55 milioni gli utili attesi. Profitti che dovrebbero addirittura raddoppiare a 102 l'anno successivo.
Dopo il doppio blitz che nei giorni scorsi ha ridisegnato l'industria delle pay-tv, con la nascita di una Super-Sky da parte di Rupert Murdoch e la mega acquisizione da 70 miliardi di dollari del network americano a pagamento DirectTv, il dossier Premium, che da mesi è sopra il tavolo di PierSilvio Berlusconi (il vicepresidente con le deleghe alle attività televisive), sembra dunque aver subito un'accelerazione. Arabi e Francesi avevano firmato un memorandun of understanding ad aprile con l'impegno ad avviare una due diligence il 10 maggio.
Così è stato. L'ingresso di un partner straniero in Premium ruota attorno alla creazione di un'unica piattaforma Italia Spagna delle pay tv del Biscione (Mediaset ha anche il 22% della iberica Digital+ dove potrebbe pure salire). Dal documento si apprende anche che in casa Mediaset lo scorso marzo hanno simulato la separazione (spin-off) della pay-tv, in tutti i suoi dettagli, compresi i dipendenti: 329 che verrebbero trasferiti nella newco.
Ma quanto vale Mediaset Premium? Quello è il vero punto. Un recente report di Credit Suisse ha fissato in 1,1 miliardi la cifra (ma potrebbe essere più alta). Lo stessa banca ha stimato in 400 milioni le perdite cumulate. Questo potrebbe incidere sulle valutazioni? Fino a un certo punto, perché a chi compra, interessano i tassi di crescita. D'altronde tutte le pay soffrono nell'ultima riga di bilancio. La stessa Sky Deutscheland capitalizza 5,7 miliardi ma perde soldi (133 milioni a fine 2013).
Sky Italia è in rosso per 48. Dal canto suo, Premium ha iniziato l'anno con 143 milioni di ricavi, praticamente stabili sul 2013. E a fine anno scorso ha totalizzato 552 milioni di fatturato, in crescita del 6% contro un mercato pubblicitario in caduta. Senza la pay, in Italia Mediaset avrebbe sofferto.
Oggi, assieme alle torri di Ei Towers, è l'unico asset che genera crescita. Con la diversificazione nella tv a pagamento, nata nel 2005, a Cologno sono riusciti a trasformare quello che era un costo (lo spettro digitale terrestre) in una fonte di ricavi. E anche un beneficio per il consumatore (che grazie alla concorrenza ha visto scendere i prezzi).
Di fatto con la tv tradizionale che arranca, sia come share (per colpa dello smembramento del pubblico oggi sparso tra pc e smartphone) sia come pubblicità (scesa da 9 a 6 miliardi in Italia), è la pay-tv (business basato sugli abbonati quindi più stabile) che sostiene la parte alta dei bilanci del gruppo. Dal mese prossimo, poi, nel pacchetto Premium oltre alla Champions League fino al 2017, strappata a sorpresa al nemico Sky, ci sarà anche la Serie A per i prossimi tre anni. E il calcio è la linfa della pay-tv.
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