IN RCS COMANDA ELKANN. A MENO CHE DELLA VALLE-CAIRO SI COALIZZINO E DECIDANO DI DAR VITA A UNA CORDATA ANTI-FIAT E SI PRESENTINO ALLA PROSSIMA ASSEMBLEA CON UN PACCHETTO DI VOTI SUPERIORE AL 20,55%

Andrea Montanari per "Milano Finanza"

Il prossimo consiglio d'amministrazione di Rcs Mediagroup, che, salvo novità tipo lo scioglimento anticipato, decadrà nella primavera 2015, vedrà la Fiat, attuale primo socio del gruppo editoriale milanese, nei panni dell'asso pigliatutto, cui andranno due terzi delle poltrone in ballo: cinque su sette in caso di cda ridotto, otto su undici nel caso di board allargato.

Mentre la lista di minoranza si dovrà accontentare delle briciole e dunque gli azionisti Rcs con posizioni diverse da Fiat, da Diego Della Valle a Intesa Sanpaolo, dalla famiglia Rotelli a Urbano Cairo, probabilmente saranno costretti a sfidarsi all'ultima delega. Questo è il principale risultato emerso dall'assemblea di giovedì 8 maggio che ha approvato (a maggioranza, a dimostrazione che non c'è ancora compattezza nella compagine azionaria) la modifica dell'articolo dello statuto relativo alle modalità del voto di lista.

Si è trattato di un passaggio essenziale per rafforzare la presa di Fiat su Rcs, cada editrice che pubblica anche il Corriere della Sera, il più influente quotidiano italiano.
Questo è il risultato della manovra d'accerchiamento avviata dalla Fiat, e in particolare del suo presidente, John Elkann (numero uno anche de La Stampa e della holding Exor e titolare della maggior quota azionaria nella Dicembre (la società semplice che sta sopra l'accomandita di famiglia), già due anni fa.

È nel maggio del 2012 che Pietro Scott Jovane, fino a quel momento amministratore delegato di Microsoft Italia, la branch commerciale del gigante tecnologico statunitense fondato a Bill Gates e Paul Allen, venne scelto dai soci del patto di sindacato di Rcs per guidare il gruppo editoriale. Il maggior sponsor di Jovane, che la spuntò in volata sull'ex manager dell'azienda milanese Giorgio Valerio, fu proprio Elkann.

La seconda mossa della manovra del Lingotto è stato il raddoppio della partecipazione nel capitale Rcs, realizzato in concomitanza con l'aumento di capitale da 400 milioni del luglio 2013. In quell'occasione, e con il sindacato di blocco già in fase di scioglimento, Fiat scoprì le carte. A Torino si contrappose da subito Della Valle in una lunga battaglia mediatica che venerdì 9 maggio sembra essere terminata con un armistizio.

Data la spallata decisiva agli altri soci - Mediobanca, storicamente il socio di riferimento del patto Rcs, ha quasi dimezzato la quota -, Elkann ha avviato un lento ma profittevole lavoro di avvicinamento delle due piattaforme editoriali di La Stampa e Rcs-Corriere. Prima che si chiudesse il 2013 da Torino è arrivata in via Rizzoli, come una delle più strette collaboratrici di Jovane, la direttrice finanziaria della Editrice La Stampa, Raffaella Papa. Dopodiché le due case editrici hanno stretto un accordo strategico in campo pubblicitario.

Ora, in attesa che prenda davvero corpo il progetto per la creazione di un grande polo di stampa del Nord Italia (Rcs ha scorporato l'attività con lo stabilimento milanese per aggregare altri soci), ecco che sta per materializzarsi il terzo affondo targato Torino. Ossia il cambio di direzione del Corriere della Sera dopo gli undici anni di guida, tra primo e secondo mandato, di Ferruccio de Bortoli.

Quest'ultimo, in lite da mesi con l'amministratore delegato Jovane (i due non si parlano più), però non vuole mollare la poltrona. Del resto soci di peso come Intesa Sanpaolo (e il suo presidente Giovanni Bazoli) o la Pandette dei Rotelli, oltre che la redazione del quotidiano, sono con lui. Ma la strada appare ugualmente segnata: il cambio di direzione sarà una questione di un paio di mesi al massimo. Sicuramente al ricambio si lavorerà, come rivelato venerdì 9 da MF-Milano Finanza, dopo le elezioni europee del 25 maggio.

Da almeno un paio d'anni il più accreditato successore di de Bortoli è Mario Calabresi, attuale direttore proprio de La Stampa. Se finora il ricambio non c'è stato, è perché più d'un azionista ha messo i bastoni tra le ruote a Elkann, che ora però sembra essersi costruito una posizione sufficientemente solida per imporre la propria linea.

In caso di approdo al Corriere (le alternative sono rappresentate da due ipotesi di successione per vie interne: l'inviato speciale ed editorialista Aldo Cazzullo o il direttore del Corriere del Mezzogiorno Antonio Polito) Calabresi come disegnerebbe il quotidiano-ammiraglia di Rcs? Ridefinirebbe gli equilibri interni al desk centrale e alla redazione, punterebbe su e-commerce e marketing e darebbe l'ok all'aumento di prezzo (a 1,50 euro) del giornale appena bocciato da de Bortoli. Inoltre non è esclusi che inizi a lavorare al chiacchierato progetto di fusione con La Stampa.

Che cosa potrebbe far andar storto il piano di Elkann? L'eventualità che si formi un Della Valle-Cairo si coalizzino (o che uno dei due azionisti decida di dar vita a una cordata anti-Fiat) e si presentino alla prossima assemblea con un pacchetto di voti superiore al 20,55%.

In tale scenario, il patron del Torino Calcio potrebbe avviare l'integrazione tra la Cairo Communication e Rcs e prenderne così le redini. Magari piazzando Enrico Mentana, oggi direttore de La7 e da tempo vicino a Della Valle, al Corsera. Ovviamente defenestrando Jovane.

 

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNi fratelli della Valle e Lapo Elkann ABETE DELLA VALLE ELKANN napolitano mario calabresi elkann urbano cairo Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.della valle mentana da chi