DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Luca Pagni e Andrea Sorrentino per "La Repubblica"
«Presidente, ci pensi bene. Questa è un'offerta irripetibile ». Il consiglio, piuttosto pressante, è arrivato a Massimo Moratti dagli esperti di finanza che negli ultimi giorni hanno seguito la trattativa con Erick Thohir. Il magnate indonesiano vorrebbe proprio mettere le mani sull'Inter, tutta l'Inter. Avrebbe formulato un'offerta per l'acquisizione iniziale dell'80% delle quote, per arrivare in fretta al 100%. Ma Moratti per ora non sembra persuaso: «Al momento non voglio vendere» e rilancia l'offerta del solo 30% all'ospite asiatico.
Quanto vale l'Inter? Notizie discordanti, perché in ballo non c'è solo il valore assoluto del club (che potrebbe aggirarsi sui 400 milioni di euro) ma anche la sua esposizione debitoria, intorno ai 150 milioni.
Studi legali da giorni al lavoro: si analizzano i conti e la possibilità di chiudere la trattativa, si parla di un'offerta di circa 250 milioni per l'80% delle quote, che diventerebbero 300 alla chiusura. E i debiti, fuori dall'offerta, dove verranno inclusi? C'è una montagna di carte sul tavolo, bisogna leggerle tutte.
Non che Moratti abbia ricevuto un ultimatum, tra l'altro sarebbe il modo per farlo fuggire subito: chi non detesta essere messo alle strette? Ma l'offerta è ritenuta dagli esperti molto interessante, per non dire irripetibile, soprattutto in una congiuntura economica come quella attuale, e di fronte ai pesanti problemi di bilancio che l'Inter continua a far segnare: dopo il passivo di 77 milioni del 30 giugno 2012, a fine giugno 2013 la situazione non sarà migliorata granché (si parla di -60 milioni) e le prospettive non sono certo rosee, vista la mancata partecipazione alle coppe nella prossima stagione che sottrarrà altre risorse alla voce dei ricavi.
Le fonti in qualche modo coinvolte nella trattativa raccontano questa situazione, e riferiscono di un Moratti dubbioso, tentato, poi per niente persuaso e deciso a respingere Thohir (almeno in parte): si sa che l'Inter è soprattutto un affare di cuore per lui e per la sua famiglia, visto che papà Angelo divenne presidente del club nel 1955, creò l'Inter Euromondiale, vendette a Fraizzoli nel 1968, finché il figlio Massimo tornò al comando nel 1995 e rivinse tutto nell'anno di grazia 2010. Fanno quasi sessant'anni di storia, e di vita vissuta. Ma anche 1,5 miliardi di perdite accumulate dal 1995 in poi: troppo, per non avere la tentazione di piantarla qui.
Eppure, mentre i pochi dettagli della trattativa trapelano e l'attesa per la decisione di Moratti monta, proprio il presidente fa sapere che le cose non sono già a questo punto. «Per ora non voglio vendere» e rimane ancorato alla sua idea iniziale: quella di cedere solo una parte delle quote, non più del 30%, e far partecipare il nuovo socio alla costruzione dello stadio di proprietà , magari dandogli due o tre anni di tempo per capire se poi sarà il caso di comprare tutto il club.
Niente di più, senza contare che secondo Moratti le cifre che stanno circolando non sono veritiere. E se proprio non si troverà l'accordo, pazienza. Il problema è che al signor Thohir non interessa la partecipazione al nuovo stadio, né la quota di minoranza: vuole tutto. E l'altro problema, suggeriscono gli analisti a Moratti, è che far entrare un socio al 30% non dà la sicurezza che poi quel socio dopo due o tre anni rileverebbe l'intero pacchetto. Per questo sarebbe opportuno, secondo i suggeritori, dare ascolto alla proposta di Thohir: certi treni potrebbero non passare più. Nel frattempo, ieri Moratti ha lasciato Milano, e fa sapere di essere sereno. Erick Thohir è serenissimo, e aspetta una risposta.
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