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Bankomat per Dagospia
Cari lettori di Dagobankomat, oggi vi diamo alcuni selezionati dati di una grande banca italiana, tratti dalla sua relazione di bilancio al 30 settembre 2011. Vi anticipiamo che nei termini un po' semplici di cui sotto difficilmente li leggerete mai su molta della grande stampa italiana.
La raccolta è scesa del 7,5%, benché i promotori finanziari siano saliti di 479 "unità ". Si è quindi "fatto banca" a spese dei dipendenti, che sono calati di 191 persone. Persone ci piace più di unità .
Si vede che la banca in questione preferisce i promotori finanziari. Peraltro con scarsi risultati.
I crediti sono aumentati di un misero 0,6% rispetto al 30 settembre 2010. Comprensibile stitichezza, forse, con la raccolta che va così male...
Sicchè una banca così si deve poi rifornire di danaro sull'interbancario, chiedendo mezzi freschi alle banche concorrenti, e questa raccolta cresce non a caso del 37% rispetto all'anno prima.
Peccato che in Italia a settembre 2011 (dati ABI) la raccolta delle banche fosse salita del 2,8% e gli impieghi addirittura del 4,1%. Come dire: il mercato ed i concorrenti tirano, la banca in questione non tanto.
Il margine di interesse della nostra banca misteriosa cala dell' 0,7%, e persino quello dei servizi cala (0,2%). Insomma non proprio una banca di particolare successo nel 2011.
Il risultato dell''operatività corrente risulta in calo del 7,6% rispetto ai primi nove mesi del 2010. Pure peggio l'utile netto, che peggiora del 12%.
Stiamo parlando secondo voi di Unicredit o di Monte dei Paschi? No. E' Banca Intesa-Sanpaolo. La banca del Pese, la Banca del grande Passera. La Banca che nessuno osa criticare mai su nessun giornale.
Ad esempio il Corriere della Sera, che stranamente negli ultimi tempi è invece prodigo di analisi critiche sul gruppo Eni (come ben evidenziato dal Foglio), del quale alcuni azionisti del Corriere sono a loro volta concorrenti. Il quotidiano di via Solferino forse non dedicherà mai una approfondita analisi dei conti e delle problematiche aperte in Banca Intesa dopo l'uscita di Corrado Passera. Oppure no. Attendiamo. Non è neppure tutta colpa loro. Il primo azionista della Banca sta a Torino e dorme sonni beati.
Eppure il Corriere non manca di belle penne, di ottimi Mucchetti et similia.
Ammettiamolo: analizzare i propri azionisti ed i propri amici non è mai opera facile. Non ricordiamo del resto editoriali critici de La Stampa su Elkann o Marchionne. Raro anche leggere inchieste di Repubblica sui bilanci di De Benedetti o ad esempio sulla famigerata centrale elettrica di Savona, che all'Ingegnere campione dell'imprenditoria "liberal" farebbe capo, ma nessuno lo ricorda mai.
Dei media berlusconiani semplicemente tacciamo, perché criticarli è come sparare sulla Croce Rossa.
E se vogliamo sorridere, neppure Bankomat, uomo libero, ha mai osato scrivere nulla contro Roberto D'Agostino, il noto birbaccione direttore di questo amèno sito...
Ma il Corriere della grande borghesia lombarda non lèsina mai lezioni al Paese, in perfetto stile Passera.
A proposito del quale Dr. Corrado diciamo che in piazza Scala non solo nessuno si lamenta più di tanto della sua rapida e brillante fuga a Roma a servizio del Paese, ma qualcuno casomai è stizzito per il fatto che il bilancio 2011, ultimo gestito dal superman di Como, sarà così e così, ma forse il 2012 sarà peggio. Naturalmente non ce lo auguriamo, anche perché Passera le azioni Intesa le ha vendute, molti di noi no!
Orbene, vi lasciamo un' ultima meditazione per l'inizio settimana. In tema di c.d. "intangibile asset", cioè di quelle componenti dell'attivo di bilancio che si riferiscono a spese capitalizzate, avviamenti, marchi e brevetti. Non certo e tutta automaticamente "fuffa", ma diciamo che da sempre gli addetti ai lavori considerano questa voce una voce rischiosa da ben analizzare e ponderare. Soprattutto per una Banca.
Allora sappiate che la - giustamente - tanto deprecata Unicredit con il suo aumento di capitale sta anche comunque coprendo oltre 8,7 miliardi di svalutazione degli avviamenti.
Mentre, tanto per avere un dato, circa 19,2 miliardi di euro erano avviamenti, su circa 26 di totali "intangibile asset", esposti dall'ultimo bilancio completo e conosciuto di Intesasanpaolo, quello 2010.
Tanto per dare un peso a questo numero, stiamo parlando di un bel 50% di intangibile asset, se proporzionati al patrimonio netto della banca di circa 53 miliardi a fine 2010. Nella relazione dei primi 9 mesi 2011 il dato degli attivi intangibili di Banca Intesasanpaolo è ben annegato nel totale delle attività "materiali e immateriali", voci che evidentemente i redattori delle trimestrali ritengono categorie omogenee di attività . Discutibile.
Vedremo se a fine anno faranno pulizia come o più di Unicredit.
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