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Francesco De Dominicis per Libero Quotidiano
Alla base dello strappo improvviso - le cui conseguenze per ora sono difficili da calcolare - ci sarebbe un' ampia divergenza sulla gestione della crisi dei due istituti di credito del Nord Est. Fatto sta che l' olandese Joanne Kellermann, membro dell' organismo di risoluzione delle banche dell' area euro, ieri ha sbattuto la porta.
Al vertice dell' organismo, che fa capo all' Unione europea anche se è formalmente indipendente, cercano di sminuire la faccenda con le solite dichiarazioni di rito, tra ringraziamenti per il lavoro svolto e gli auguri per i futuri incarichi. Un teatrino a cui credono in pochi. Kellermann, stando a quanto ricostruito in ambienti finanziari, sarebbe finita nel tritacarne di una guerra tra Italia e Germania, i due paesi di cui aveva la supervisione. Altro che «orgoglio» per aver fatto parte di un pilastro dell' unione bancaria. Negli scorsi mesi, le autorità italiane e tedesche se le sono date di santa ragione su un aspetto decisivo relativo al salvataggio della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
Secondo indiscrezioni, il Single resolution board avrebbe subito «forti pressioni» per dichiarare le due banche venete di rilevanza non sistemica e permetterne così la liquidazione secondo le procedure nazionali. L' escamotage normativo ha consentito al governo italiano guidato da Paolo Gentiloni di evitare l' applicazione del bail in ovvero i sacrifici agli obbligazionisti senior oltre che ai titolari di depositi sopra i 100mila euro. Mica roba da poco, dunque.
Come è andata a finire lo sappiamo. Vicenza e Montebelluna sono state sostanzialmente regalate a Intesa (che ha pagato la cifra simbolica di un euro) con tanto di sostegno pubblico da svariati miliardi. Il piano, secondo Berlino, è qualcosa che assomiglia parecchio ad aiuti di Stato vietati dalle regole Ue. Di qui i risentimenti. Ma la Germania si è dovuta piegare. E per una volta, insomma, Roma sembra aver avuto la meglio sull' ortodossia tedesca.
La linea della Germania è stata ribadita, ieri, da un membro del consiglio direttivo della banca centrale (Buba). Andreas Dombret, che peraltro è anche membro della vigilanza della Bce, ha criticato l' uso del denaro pubblico per i salvataggi bancari, sia in Italia sia in Spagna. «La tutela effettiva dei contribuenti nazionali deve essere un parametro essenziale per il nostro sistema di risoluzione e valere anche a livello del diritto sulle insolvenze nazionali» ha detto Dombret, spiegando i motivi dello strappo.
Dombret ha sostanzialmente spiegato perché la testa di Kellermann è rotolata per terra. La rappresentante olandese, per quanto rigida e piuttosto ligia al rigore, non è riuscita a far prevalere l' interpretazione delle regole più vicina a Berlino. Ed è stata messa in condizione di lasciare.
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