1. ITALIA SVENDESI! ARNAULT-BONAPARTE STA CONQUISTANDO I GIOIELLI DI MILANO-CHIC 2. DOPO COVA, LA STORICA PASTICCERIA DI VIA MONTENAPOLEONE SFILATA DALLA BORSETTA DI MIUCCIA PRADA, IL RE DEL LUSSO FRANCESE (LVMH) STA PER METTERE LE MANI SU UN’ALTRA “BOTTEGA” STORICA DI VIA ‘MONTENAPO’ QUELLA DEI FRATELLI LORENZI 3. IN LITE DA ANNI, I FRATELLI LORENZI AVEVANO ANNUNCIATO DI VOLER CHIUDERE LA PIU’ RINOMATA COLTELLERIA ARTIGIANALE AL MONDO CHE ANCORA TRAMANDA “IL PIACERE DI TRASFERIRE AGLI ALTRI IL SENSO DELLA BELLEZZA E DELL’UTILITA’ DEGLI OGGETTI”

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a cura di GLUCK per DAGOSPIA

Già, alla fine di che stupirsi se a espugnare la milanesissima roccaforte di via Monte Napoleone sono i cugini francesi.
A dare ascolto ai boatos (o ai piagnucolii di rito) che arrivano dal "quadrilatero della moda", dopo aver messo la sua "firma" sulla rinomata pasticceria "Cova" (strappata a Miuccia Prada con tanto,si dice, di strascichi legali), anche la mitica e storica coltelleria dei fratelli Lorenzi starebbe per andare ad arricchire il forziere del Bonaparte del lusso, Bernard Arnault.

In occasione dell'ultima settimana della moda, mentre lo scarparo Della Valle tirava maldestramente la maglietta girocollo di Armani, l'arzillo Conquistatore d'oltralpe - arrivato a Milano per inaugurare il rinnovato negozio della maison Fendi -, ha saputo che i fratelli Lorenzi, in lite da anni sul futuro della storica coltelleria, stavano per chiudere bottega. E un cliente come lui dell'esclusivo emporio non poteva non cogliere l'occasione per aggiungere ai suoi tanti gioielli made in Italy (Bulgari, Loro Piana, Berluti, Pucci...) anche i rasoi e le posate realizzate artigianalmente dalla famiglia di origine trentina, Lorenzi.

Una "bottega" non uguale alle altre, ma uno spazio commerciale, come ha osservato il giornalista Gaspare Barbiellini Amidei nel delizioso libricino dedicato ai Lorenzi (Hoepli), che è stata anche "una ragione per tramandare, insegnare, custodire, trasferire agli altri il senso della bellezza e dell'utilità degli oggetti...".

Del resto, diceva Shopenhauer "la ricchezza è come l'acqua del mare, quanta più se ne beve, tanto più si ha sete". E, almeno a dare ascolto alla rivista dei Paperon dei paperoni, "Forbes", Bernard Arnoult capo della LVHM oggi disporrebbe di un patrimonio superiore ai 40 miliardi di euro. Quel che basta (e avanza), insomma, per potersi umettare pure a Milano la sua inguaribile gola secca.

 

 

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