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SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
Enrico Marro per 'Il Sole 24 Ore'
Da oggi tra gli italiani più potenti al mondo Mario Draghi non è più solo. Il chief financial officer di Apple, Peter Oppenheimer, lascerà l'incarico a settembre e il suo posto sarà preso dall'italiano Luca Maestri, attuale vice del settore finanziario, che si troverà così a gestire l'enorme liquidità della Mela (circa 160 miliardi di dollari cash a fine 2013).
Maestri, romano, 50 anni, una laurea in Economia alla Luiss, master a Boston, ha un passato come top manager in aziende del calibro di Xerox, General Motors e Nokia-Siemens. Trilingue (oltre a italiano e inglese conosce bene il portoghese), ha vissuto in sette Paesi di tre continenti. Nel colosso automobilistico americano, in particolare, è rimasto per vent'anni vissuti da autentico globetrotter tra Europa, Americhe e soprattutto Asia, il continente che forse conosce meglio dal punto di vista del business (una carta probabilmente considerata vincente in casa Apple).
In Gm debutta nel team che crea le attività in Asia-Pacifico, inclusi gli investimenti industriali in Cina e Thailandia. Poi diventa direttore finanziario del team che "ristruttura" le operazioni in Brasile e Argentina, garantendone il ritorno alla redditività . Il suo ultimo ruolo in Gm è quello di direttore finanziario per tutte le operazioni del gruppo auto in Europa, che spaziano in oltre 45 Paesi con ricavi netti annuali per circa 40 miliardi di dollari. In questa veste ricopre anche posizioni molto delicate, come quando diventa responsabile per il Vecchio Continente della joint Fiat-Gm, tra il 2000 e il 2005.
Nel 2008 passa alla joint telefonica tra la finlandese Nokia e la tedesca Siemens, poi ecco un nuovo incarico alla Xerox, il colosso Usa delle macchine fotocopiatrici, in declino economico. Ambizioso, perfezionista e molto riservato, Maestri affronta ora la sfida più difficile della sua carriera, diventando il custode del tesoro di Apple, i 160 miliardi di dollari accumulati grazie alla leadership tecnologica e ai maxi-profitti dell'era Jobs, che andranno reinvestiti e sui quali il nuovo leader Tim Cook conta molto per il futuro.
Non a caso a chiamare Maestri a Cupertino, poco più di un anno fa, è stato Tim Cook in persona.«Quando lo abbiamo assunto sapevamo che sarebbe stato il successore di Peter Oppenheimer - tiene a precisare il successore di Steve Jobs - il suo contributo ad Apple è già stato significativo e si è rapidamente guadagnato il rispetto dei colleghi».
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