DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. SUSSURRI E GRIDA
Dal "Corriere della Sera"
DUE LISTE DI MINORANZA PER «L’ESPRESSO», IL RUOLO DEI FONDI
(a.duc. ) Un’improvvisata potrebbe animare l’assemblea del Gruppo L’Espresso. Oggi è in calendario il rinnovo del consiglio di amministrazione della società fondata da Adriano Olivetti e Carlo Caracciolo. Una prima novità risiede nel fatto che, oltre alla lista di maggioranza di Cir (Carlo De Benedetti) con una quota del 53,58%, sono presenti due liste di minoranza.
Se non ci sono dubbi sul fatto che De Benedetti nominerà agevolmente i propri consiglieri, Monica Mondardini verrà confermata amministratore delegato, interessante è chi otterrà il posto di consigliere riservato alle minoranze.
Da un lato si presenta un pacchetto azionario dell’8,02%, così ripartito: la Fondazione Cr Trieste (2,63%) e i fratelli Carlo e Margherita Revelli (5,39%). Questi ultimi hanno ottenuto la loro quota dopo una lunga battaglia legale per l’eredità del pacchetto azionario di Caracciolo. Il restante 6,29% di quella partecipazione è stato, invece, ereditato da Jacaranda Falck Caracciolo.
mondardini de benedetti r ESPRESO large
E dei suoi titoli non c’è traccia neanche nella terza lista depositata. Dall’altro lato a presentarsi in assemblea con il 3,17% è Assogestioni, che ha deciso di depositare liste rappresentative dei fondi, anche in società non appartenenti al Ftse Mib.
Una mossa per catalizzare gli interessi del mercato e dei piccoli azionisti attenendosi alle cosiddette best practice. I noti dissidi tra gli eredi di Caracciolo e le cifre in ballo suggeriscono, insomma, un possibile esito della partita.
CARLO E MARGHERITA REVELLI ASPIRANTI CARACCIOLO
Se il 6,29% di Jacaranda Falck Caracciolo dovesse riapparire e convergere sulla lista di Assogestioni (il candidato consigliere è Massimo Belcredi) a soccombere potrebbero essere gli altri eredi del fondatore dell’Espresso e la fondazione triestina. Con relativo scorno per Massimo Paniccia, presidente dell’ente bancario, indicato per il posto da consigliere proprio dai Revelli.
SANZIONI, CONSOB CAMBIA DOPO IL CASO PROFILO
(c.tur.) La strada è la consultazione con gli attori del mercato, banche e sim. E l’esito appare scontato, visto che la Consob si ripromette di modificare il regolamento sulle sanzioni perché «ha ritenuto opportuno accogliere le numerose istanze» ricevute dopo la battaglia con Matteo Arpe e la sua Banca Profilo. Che cosa cambierà? Oggi, quando c’è un’ipotesi di abuso, si attiva l’Ufficio sanzioni che dopo l’istruttoria propone di archiviare o comminare l’ammenda. La Commissione emette il verdetto e solo allora l’incolpato lo viene a sapere, potendo comunque appellarsi al Tar e ai vari gradi della giustizia amministrativa.
È quanto accaduto nel caso Banca Profilo che, stando alla Consob, avrebbe sostenuto il titolo in Borsa. Arpe aveva chiesto lo stop al procedimento perché - a suo dire - violava i principi del «giusto processo». Il Consiglio di Stato ha poi sollevato dubbi sulla coerenza tra il Tuf e le modalità del contraddittorio. Da qui la mossa della Consob che - pure senza obblighi - propone di cambiare il regolamento. In futuro le conclusioni dell’Ufficio sanzioni verranno comunicate (su richiesta) all’interessato che avrà modo di replicare e presentare le controdeduzioni prima del verdetto della Commissione.
2. PARTERRE
Da "Il Sole 24 Ore"
METROPOLITANA MILANESE LANCIA IL PRIMO «IDRO-BOND»
La società pubblica Metropolitana milanese tenta la strada della finanza civica, con l’emissione di un bond da 120 milioni. Controllata dal Comune di Milano, per il quale gestisce il servizio idrico cittadino, Mm ha deciso di coinvolgere gli investitori (istituzionali e non) per finanziare i prossimi investimenti nel settore della distribuzione dell’acqua, prevalentemente a Milano, ma anche avviando progetti di sviluppo nei paesi più arretrati.
Per ora è stata avviata una gara per trovare la banca che supporterà la società nel suo piano finanziario da 230 milioni per i prossimi 5 anni.
Chi vincerà fornirà una linea di credito a breve di 50 milioni; strutturerà operazioni a medio-lungo termine (tra bond, project e corporate bond) per un importo, appunto, di 120 milioni; infine, assumerà il ruolo di advisor, anche con la disponibilità a progettare e realizzare, in cobranding con Mm, nuovi prodotti finanziari mirati a sensibilizzare i cittadini sulle tematiche dell’acqua e sulla scarsità di risorse idriche del pianeta. Le grandi banche internazionali sarebbero già interessate. A metà maggio il vincitore. Poi, nel 2016, si parte con l’idro-bond.
LE PERDITE RECORD DI TESCO E I COMPETITOR LIDL E ALDI
Non era mai successo in cento anni di storia, mai, neppure in quella di corporate Britain se si escludono le banche e l’annus horribilis di Cable&Wireless nell’esercizio 2003. Tesco brucia primati negativi con 6,4 miliardi di sterline di perdite nell’anno chiuso a febbraio. Pesano le svalutazioni di immobili pagati a peso d’oro e che ora zavorrano il gigante mondiale, pesa una gestione in delicata transizione sotto i colpi di nuovi competitors da Lidl ad Aldi, in forte crescita sulla piazza britannica.
La Borsa ha brindato con un più 1% nella convinzione che un colosso planetario, quale è ormai Tesco, sia sulla strada di un difficile risanamento. È possibile, resta però il dubbio che il modello Tesco, vincente per decenni ma da mesi passati appesantito da una gestione garibaldina, sia entrato in crisi. Con buona pace dei tanti nemici che la crescita esplosiva del superstore ha, in questi anni, moltiplicato. (l.mais.)
MERRILL LYNCH E LE SANZIONI CRESCENTI DELL’INGLESE FCA
Merrill Lynch International, divisione internazionale della controllata di Bank of America, è stata multata nel Regno Unito per avere riferito in modo scorretto i dati sulle transazioni. Come riportato del gruppo Dow Jones, la Financial Conduct Authority (Fca), l’autorità britannica di regolamentazione dei mercati finanziari, ha inflitto una sanzione da 13,2 milioni di dollari, 19,8 milioni di dollari, per avere comunicato in modo scorretto 35 milioni di operazioni e per non avere comunicato altre 121.387 transazioni, tutte effettuate tra novembre 2007 e novembre 2014.
Già in passato la banca era stata richiamata sulla stessa questione, ricevendo un avvertimento nel 2002 e una multa da 150.000 sterline nel 2006. Proprio a causa del fatto che «multe inflitte in passato non sono state un deterrente credibile», la Fca ha deciso questa volta di essere più severa.
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