DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
IL NUOVO SITO DI KIM DOT COM, "MEGA"
https://mega.co.nz/
Alessio Lana per "Corriere.it"
Dimenticate Torrent ed eMule, e anche MegaVideo: Mega (per ora, almeno) è tutta un'altra cosa. Il nuovo sito di file sharing firmato da Kim Dotcom è una miscela di cloud storage e peer-to-peer che dà all'utente uno spazio in cui caricare file ma per condividerli oltre al link di scaricamento bisogna fornire agli altri anche la chiave crittografica per decrittarne il contenuto. Senza di questa infatti i file sono illeggibili e irraggiungibili dai motori di ricerca. In altre parole non si può quindi cercare in Rete il film o la canzone: qui è necessario che il possessore del file condivida su un blog, un forum o un sito sia l'indirizzo che rimanda al file che la sua chiave, altrimenti tutto rimane ben celato agli occhi indiscreti della Rete. In soldoni, dalla nuova creatura dell'hacker tedesco non è possibile cercare né scaricare film e quant'altro. Ecco la nostra prova.
LA PARTENZA - Il grande ritorno del «re pirata» Kim Dotcom parte con uno slogan dal retrogusto politico: «50 giga di file sharing per tutti» Alle 06.48 del 20 gennaio (18.48 del 19 gennaio in Italia), a un anno esatto dalla chiusura forzata da parte della giustizia americana del suo MegaUpload, il pirata tedesco di nascita ma neozelandese di adozione ha lanciato Mega, un nuovo servizio che sostanzialmente, come detto, è di cloud storage. Ma che in futuro potrebbe anche diventare di file sharing, dato che le risorse della Rete, anche in chiave illegale, sono infinite.
DOWNLOAD CONTROLLATO - A differenza dei suoi predecessori infatti è l'utente ad avere il controllo dei contenuti. Come in MegaUpload musica, video e documenti vengono caricati sui server neozelandesi di Dotcom ma con una chiave crittografica RSA a 2048-bit univoca per ogni utente. Senza la chiave i file non possono essere letti e questo garantirebbe l'immunità legale dell'azienda che non sa quali file siano stati caricati e quindi non può essere ritenuta responsabile di eventuali violazioni di copyright. Chi volesse condividerli, sotto la sua diretta responsabilità , dovrebbe non solo mettere un link al file, ma dovrebbe farlo allegando al collegamento anche la chiave per leggere il file in questione. Per metterlo «in chiaro».
OBAMA E DISNEY - La partenza è scandita da una raffica di tweet. Il primo è diretto a Barack Obama, «mancano 15 minuti», poi una foto mostra l'anteprima di MegaMovie, l'erede di MegaVideo. Il messaggio è indirizzato @MPAA, ovvero all'account della Motion Picture Association of America, l'associazione che promuove gli interessi delle major cinematografiche americane e grande promotrice della chiusura forzata di MegaUpload. A neanche un'ora dall'apertura un altro cinguettio avverte di aver raggiunto i 100mila utenti registrati. Kim è in brodo di giuggiole e ne avrebbe fatti molti di più se il sistema di registrazione non fosse stato bloccato dai tantissimi accessi che lo mandano in tilt.
COME VA - La partenza, come dicevamo, è in sordina. Chi ha Chrome però accede prima. Mega stesso consiglia di usare il browser di Google per sfruttarne tutte le potenzialità e la differenza con Firefox e Internet Explorer si vede. Dopo aver inserito email e password si riceve un link per la connessione. Armati di buona pazienza occorre ricaricare la pagina decine di volte e poi, finalmente, veniamo accolti da un'interfaccia grafica semplice e immediata. Siamo dentro. Tre tasti in alto permettono di creare una nuova cartella, caricare singoli file o intere cartelle ma sperare di occupare anche una piccola porzione dei 50 gigabyte offerti gratuitamente è un'utopia. Tentiamo con un film, poi un file mp3 e dopo un'attesa biblica finalmente la canzone appare tra i file. Ce l'abbiamo fatta.
TUTTA COLPA NOSTRA - Ogni file fornisce un URL per la condivisione ma dietro alla stringa di caratteri si cela un'assunzione di responsabilità a cui stare attenti: Mega lascia il controllo in mano all'utente dandogli una chiave che rende il file illegibile a chi non ce l'ha, anche alle autorità governative. Come scrivono sul proprio sito, «A differenza delle aziende in cui il fornitore di cloud storage detiene la key di decrittazione, con MEGA, è possibile controllare la crittografia, si tiene la key, e si decide a chi concedere o negare l'accesso ai file, senza la necessità di alcuna installazione software», vale a dire che siamo noi a decidere cosa caricare e con chi condividerlo, loro forniscono solo lo spazio per farlo. à tutto specificato nei punti dal 5 al 9 delle condizioni generali di servizio, quel documento che tutti sottoscriviamo al momento dell'iscrizione a un servizio ma che quasi nessuno legge.
QUESTIONI DI COPYRIGHT - Anche sul diritto d'autore il servizio è chiaro fin da subito: «MEGA rispetta il copyright di terzi e si aspetta che gli utenti dei servizi cloud facciano lo stesso», si legge, e poi chiede furbescamente agli iscritti di segnalargli eventuali violazioni, poi provvederanno loro. Come specificato nel documento, è proprio la chiave crittografica ciò che esenta Mega da ogni responsabilità nei confronti dei file coperti da diritto d'autore: l'azienda non può sapere cosa viene caricato sui propri server, non può accedervi e neanche le interessa. In un afflato da paladino, Dotcom riconosce alla chiave anche il ruolo di difensore dei diritti fondamentali. Con retorica tipica del pirata la pagina dedicata alla privacy si apre con l'articolo 12 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: «Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, famiglia, casa o nella sua corrispondenza. Ogni individuo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze». à una nuova visione del file sharing, che qui viene presentato come un diritto. Non a caso a bordo del galeone di Dotcom troviamo anche Robert Amsterdam, avvocato esperto in crimini contro l'umanità salito alla ribalta italiana per aver difeso Mikhail Khodorkowsky, il magnate del petrolio ed ex uomo più ricco di Russia fatto fuori dal regime di Putin.
PER UN PUGNO DI TERA - Tanto dispiegamento di forze sembra eccessivo per soli 50 giga di dati ma basta guardare ai tre piani a pagamento per rendersi conto della sua reale potenza. La formula offerta è binaria e si basa sulla quantità di spazio disponibile e sull'ampiezza di banda garantita per l'upload e il download, in soldoni la velocità di caricamento e scaricamento. Si parte quindi con il Pro 1 che offre 500 giga di spazio e 2 tera di trasferimento dati per 9,99 euro al mese, il Pro 2 aumenta lo spazio a 2 tera (2000 giga) e il trasferimento a 4 tera per 19,99 euro al mese mentre nel Pro 3 troviamo 4 tera di spazio e 8 di trasferimento a 29,99 euro al mese. La sottoscrizione annuale regala due mesi di utilizzo gratuiti con un 17% di sconto.
NON SOLO MEGA - Accanto al servizio di file hosting nei prossimi mesi verrà lanciato anche MegaMovie, l'erede di Megavideo, e «una vasta gamma di applicazioni» utilizzabili senza installare nulla, come «e-mail, chiamate, chat e flussi video». Ma prima si dovrà lavorare sull'accesso dai dispositivi mobile, per ora assente. E l'impero (pirata) colpisce ancora.
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