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Salvatore Bragantini è stato anche commissario Consob, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso e ha sempre tenuto a dare di sé l’immagine del disinteressato alfiere della trasparenza e del mercato.
La cosa ha funzionato abbastanza sino a quando non è stato costretto a rivelare uno dei fili rossi più importati del suo percorso professionale, quello con Ubi Banca. E lo ha fatto schierandosi con Massiah e criticando l’offerta di scambio Intesa su Ubi in un articolo di oggi sul Corriere della Sera, dove lamenta che così si uccide il terzo polo bancario italiano (non è vero, il terzo polo resta ma avrà come perno Bper),
scrive di concorrenza bancaria dimenticando del tutto lo scenario europeo, sostiene che Unicredit è molto impegnata all’estero (in realtà è in ritirata dappertutto, e in particolare dai titoli di Stato italiani, ne compra oltre un terzo in meno). E anticipa anche che il parere che il cda Ubi farà dell’offerta di scambio avanzata da Intesa sarà “certo negativo”.
Il filo rosso di Bragantini con Ubi è stato costante negli anni, innanzitutto come amministratore delegato di Centrobanca nei primi anni Duemila, prima controllata e poi fusa direttamente in Ubi nel 2013, poi con la vicepresidenza di IW Bank, istituto soggetto all’attività di direzione e coordinamento di Ubi per dirla in linguaggio tecnicamente preciso, per finire alle sponsorizzazioni di Ubi a iniziative anche private dell’ex commissario Consob, a cominciare ad esempio da quella di PerMicro, dove Bragantini figurava tra i soci in rappresentanza anche di altri privati.
Un rapporto che non poteva evidentemente sottrarsi alla prova-fedeltà dell’Ops di Intesa, sfruttando la sua decennale collaborazione al Corriere, evidentemente in questo caso distratto rispetto al conflitto d’interesse del suo commentatore.
L’altro filo rosso bancario di Bragantini è ancora meno fortunato: era quello con la fallita Popolare di Vicenza di Zonin, di cui tra il 2016 e il 2017 è stato vicepresidente vicario. Per conto di Zonin, Bragantini ha anche presieduto in Sicilia Banca Nuova, posseduta al 100 per cento da Popolare di Vicenza.
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