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ACCIAIO FUSO – L’EX ILVA È A UN PASSO DAL BARATRO. LA TRATTATIVA PER LA CESSIONE AL GRUPPO BAKU STEEL È BLOCCATA, E IL TERMINE PER LA VENDITA È SLITTATO DA GIUGNO A LUGLIO. GLI AZERI AVREBBERO DIMEZZATO LA LORO OFFERTA, CHE PARTIVA DA UN MILIARDO DI EURO – LA CAPACITÀ PRODUTTIVA È AI MININI: SI VA AVANTI CON UN SOLO ALTOFORNO IN ATTIVITÀ, PERCHÉ UNO È STATO SEQUESTRATO DALLA MAGISTRATURA DOPO L'INCENDIO DI UN MESE FA E UN ALTRO È IN MANUTENZIONE – SONO IN ARRIVO 100 MILIONI DI EURO DAL TESORO PER LA CONTINUITÀ AZIENDALE MA…
Estratto dell’articolo di Claudia Luise e Luca Monticelli per “La Stampa”
stabilimenti ex ilva a taranto
claudia luise luca monticelli torino-roma Sono in arrivo cento milioni di euro dal Tesoro per la continuità aziendale dell'ex Ilva, un aiuto fondamentale ma atteso perché si tratta di soldi che erano già destinati all'integrazione del prestito ponte da 320 milioni che la Commissione europea aveva approvato la scorsa estate in favore dell'acciaieria.
In un anno sono circa 700 i milioni stanziati per riattivare la produzione, ma la sensazione è che nonostante il grande lavoro della struttura commissariale l'azienda sia tornata alla casella di partenza come in un beffardo gioco dell'oca, quando Arcelor Mittal – il colosso indiano dell'acciaio – cinque anni fa diede l'addio all'Ilva.
[...] Si va avanti con un solo altoforno in attività, perché uno è stato sequestrato dalla magistratura dopo l'incendio che si è verificato un mese fa, e un altro è in manutenzione e non sarà pronto prima di sei mesi. Quindi, la capacità produttiva non si può attestare sui sei milioni di tonnellate di acciaio come stabilito dal target, ma sarà tra i due e i quattro milioni di tonnellate.
I cento milioni del Mef non possono certo bastare, visto che la trattativa con il gruppo azero Baku Steel è bloccata, tanto che il termine per la vendita è slittato da giugno a luglio, ma nessuno crede veramente che un mese in più sia risolutivo.
Perciò l'esecutivo continua a considerare ancora in corsa per l'acquisizione dell'industria anche gli indiani di Jindal e gli americani di Bedrock. A quanto riferisce una fonte vicina al dossier, gli azeri avrebbero dimezzato la loro offerta che partiva da un miliardo di euro per due ragioni.
La prima è relativa al fatto che al momento c'è un solo altoforno in funzione. E la seconda guarda al piano industriale: per raggiungere la transizione green con i forni elettrici occorre una nave rigassificatrice, ipotesi che il candidato del centrosinistra al Comune di Taranto, Piero Bitetti, ha bocciato. Il voto per il ballottaggio si terrà tra domenica e lunedì, la prossima settimana le prospettive saranno più chiare.
adolfo urso giorgia meloni - foto lapresse
I sindacati continuano a sostenere che per mandare avanti l'acciaieria sia necessario un miliardo di euro l'anno, così che la proposta di nazionalizzazione lanciata un paio di settimane fa dal vicepremier leghista Matteo Salvini non appare più una provocazione, ma un'opzione sul tavolo. Lo stesso segretario della Cgil Maurizio Landini ha chiesto al governo di garantire una presenza dello Stato nell'ex Ilva. Se ne riparlerà lunedì pomeriggio nell'incontro tra i sindacati metalmeccanici e l'esecutivo.
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altoforno 1 - stabilimento ex ilva di taranto
La richiesta di cassa integrazione potrebbe coinvolgere addirittura 5 mila lavoratori – rispetto ai 4 mila inizialmente ipotizzati – e l'azienda si trova in uno stato di liquidità talmente critico che il sussidio potrebbe essere anticipato direttamente dall'Inps.
Come se lo scenario non fosse abbastanza fosco, lo stop definitivo dell'acciaieria è nelle mani del Tribunale di Milano che potrebbe fermare gli impianti. Nel capoluogo lombardo, dove ha sede legale l'azienda, pende il ricorso di un'associazione tarantina e le toghe stanno aspettando che il ministero dell'Ambiente firmi nei prossimi giorni l‘autorizzazione integrata ambientale. Senza l'Aia, anche la Corte di giustizia europea ha detto che, a fronte di pericoli gravi per l'ambiente e la salute umana, l'ex Ilva deve essere sospesa. [...]
ex ilva di taranto - acciaierie d italia
altoforno 1 - stabilimento ex ilva di taranto
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