
DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’,…
TUTELARE L’INTERESSE NAZIONALE, SECONDO I PATRIOTI: SI REGALA UNA BANCA ITALIANA AI FRANCESI – CON IL RITIRO DELL’OFFERTA DI UNICREDIT SU BANCO BPM, IL CREDIT AGRICOLE, PRIMO AZIONISTA DELL’EX POPOLARE DI MILANO, POTRÀ SALIRE AL 30% (ANCHE SE PROMETTONO DI NON VOLER ESERCITARE IL CONTROLLO DELL’ISTITUTO) – “LA STAMPA”: “I MANAGER DEL CRÉDIT AGRICOLE EVIDENTEMENTE PARLANO ITALIANO MEGLIO DI ANDREA ORCEL, DATO CHE CON PALAZZO CHIGI S'INTENDONO BENISSIMO…”
1. IL MERCATO, L'ITALIANITÀ E IL PARADOSSO FRANCESE
Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per “La Stampa”
Il paradosso di tutta questa storia è che, a oggi, il primo azionista di Banco Bpm è una banca francese. Niente male, se si pensa che nasce tutto dalla volontà di «difendere l'interesse nazionale» da parte del governo dalle mire di una banca italiana come Unicredit.
Con il ritiro dell'offerta dell'istituto guidato da Andrea Orcel su Banco Bpm, il Crédit Agricole è di gran lunga il primo socio dell'istituto di piazza Meda con un quinto del capitale totale.
Qualche giorno fa, l'Agricole ha annunciato di aver chiesto l'autorizzazione per salire sopra la soglia del 20%. La motivazione ufficiale: dopo quattro mesi dagli acquisti che li hanno portati appena al di sotto di questa soglia, si sono accorti che superandola avrebbero avuto un beneficio a bilancio, potendo iscrivere la partecipazione a patrimonio.
Tralasciando ogni ironia sui commercialisti parigini e sul tempo che si sono presi per accorgersi di questo inghippo, va detto che la banca francese ha ribadito che non intende assumere il controllo […].
La quota attuale vale circa 3 miliardi e sarà interessante cosa ne pensano gli azionisti di un investimento simile fatto per non contare nulla. Sarà interessante anche sapere se al prossimo rinnovo del cda di Banco Bpm l'Agricole resterà un socio silente o vorrà avere una rappresentanza in consiglio.
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
E ancora più interessante sarà sapere, tra cinque anni, se la quota di Btp in pancia a Anima, controllata di Bpm, sarà rimasta invariata. E se gli impieghi alle imprese italiane da parte di Bpm saranno immutati rispetto a oggi. Le ultime due sono prescrizioni del decreto con il quale il governo ha esercitato il Golden power sull'offerta di Unicredit, in virtù della tutela dell'interesse nazionale.
Nessuno ha spiegato ancora come, a fronte ad esempio di un tonfo dei Btp, imporre il loro mantenimento in portafoglio tuteli i risparmiatori italiani che hanno i fondi di Anima, ma a questo punto non è più un problema. I manager del Crédit Agricole evidentemente parlano italiano meglio di Andrea Orcel, dato che con Palazzo Chigi s'intendono benissimo.
giampiero maioli credit agricole
2. ESULTA IL GOVERNO "CRÉDIT AGRICOLE HA A CUORE LE PMI"
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per "la Repubblica"
La ritirata di Andrea Orcel era stata messa in conto. Ma non ieri, quando fino a pochi minuti prima del comunicato stampa di Unicredit sullo stop all'offerta per Banco-Bpm, a Palazzo Chigi tirava aria di irritazione per l'allungamento dei tempi della scalata deciso dalla Consob. Poi il vento è cambiato. E ora la destra esulta.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Con una postilla che una fonte di governo di primo livello mette giù così: «Intanto Agricole sale». Il riferimento è all'ascesa dell'istituto francese dentro il Banco. Da azionisti ordinari, i transalpini sono saliti gradualmente sopra il 10% e poi hanno scavallato il 15%, posizionandosi al 19,8%. E l'11 luglio hanno comunicato di aver chiesto alla Bce l'autorizzazione a superare la soglia del 20% del capitale.
A fianco di Agricole ci sono 12 azionisti francesi, tra cui Banque Postale (3%) e un fondo istituzionale controllato dallo Stato francese, oltre a Bnp Paribas e Natixis che possiedono piccole quote.
Una presenza rilevante che apre lo spazio per una salita collettiva fino al 30%, anche se la richiesta singola di Agricole è stata accompagnata da una precisazione: la volontà di non acquisire né esercitare il controllo su Banco Bpm, mantenendo la propria partecipazione al di sotto della soglia di Opa obbligatoria.
[…] Adesso - spiega la stessa fonte - la strada per il controllo del Banco da parte dei francesi si fa in discesa. La considerazione non è solitaria. Prende forma anche dentro Fratelli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. E l'idea è tutto tranne che malgradita.
«Crédit Agricole è dentro da tempo e ha già dimostrato di essere legata al territorio e alle piccole e medie imprese molto più di Unicredit», ragionano fonti di FdI. È proprio qui che insiste la critica più forte all'Ops della banca di Piazza Gae Aulenti. E la stessa questione viene indicata come l'aspetto più importante del passo indietro di Orcel.
Alla banca viene rimproverato di essere stata corsara sul credito italiano. Non a caso, infatti, il governo ha deciso di calare la questione dentro il Dpcm sul golden power, lì dove impone a Unicredit e Bpm di non ridurre gli attuali rapporti tra prestiti e depositi in Italia per un periodo di cinque anni.
giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse
«I francesi hanno dimostrato di essere attaccati al territorio, non hanno chiuso sportelli di Bpm o delle banche collegate», prosegue il ragionamento che trapela da FdI.
Il futuro di uno degli incastri più importanti del risiko bancario è ancora da scrivere. Prima i festeggiamenti per quello che viene considerato un pericolo scampato. Bocche cucite a Chigi così come al Mef, ma a taccuini chiusi fonti dell'esecutivo non nascondono la soddisfazione per la decisione di Orcel. […]
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