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SIAMO DI SERIE “BBB” - L’AGENZIA CANADESE "DBRS" CI DECLASSA PER COLPA DELLE “MANCATE RIFORME” E DELLA “DEBOLEZZA DEL SISTEMA BANCARIO”: ADDIO ALLA ULTIMA A - E’ UN SALASSO DA 5MILIARDI PER L’INTERO SISTEMA DEL CREDITO- GLI ISTITUTI ITALIANI DOVRANNO PAGARE DI PIÙ PER ACCEDERE ALLE RISORSE DI FINANZIAMENTO MESSE IN CAMPO DALL’EUROTOWER DI MARIO DRAGHI

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Andrea Greco per la Repubblica

 

L’agenzia dei canadesi si è mangiata l’ultima A dell’Italia. Da due mesi gli operatori del credito (banche e fondi grandi e piccoli che si scambiano i miliardi di titoli con cui queste fanno provvista) si interrogano su due temi: la tenuta dei depositi per la crisi di Mps e la tenuta della liquidità per il rating di Dbrs, l’ultimo che permettesse lo sconto quasi alla pari (99,5 euro in contanti ogni 100 euro portati in collaterale dalle banche alla Bce) nei rifinanziamenti con titoli di Stato.

 

PADOAN GENTILONI1PADOAN GENTILONI1

Dbrs in queste settimane sembrava incerta: chi ha incontrato gli analisti canadesi, meno grandi e noti di quelli statunitensi di Moody’s, S&p e Fitch, li aveva trovati combattuti: dopo la crisi di governo seguita al ko del referendum costituzionale si dicevano intenzionati a declassare a BBB il voto sull’Italia, ma la discreta tenuta del mercato europeo e milanese a dicembre aveva ridato qualche speranza di conferma. Da oggi invece si passa nella serie B del livello a cui Francoforte sconta i titoli sovrani, di fatto cautelandosi dal loro rischio di default.

 

Così quei 100 euro di titoli varranno 94 euro per cassa, o anche 93, secondo le scadenze. È presto per dire quanto costerà al sistema il nuovo prelievo: si stima un drenaggio di liquidità per gli istituti per almeno 5 miliardi, o in alternativa il valore in titoli da aggiungere per avere la cassa di prima. «Di certo il costo del finanziamento bancario in Italia aumenterà leggermente — dice un gestore di fondi — ma non vediamo una situazione drammatica legata a questo giudizio». In teoria dovrebbe seguirne un minor credito al sistema, dopo che negli ultimi 12 mesi Unimpresa ha registrato per le aziende un calo di oltre 18 miliardi (-2%).

 

BCE FRANCOFORTEBCE FRANCOFORTE

Proprio ai guai bancari si è rifatta Dbrs: «La decisione riflette una combinazione di fattori, tra cui la persistente debolezza del sistema bancario, in un periodo di crescita fragile», oltre al «livello di sofferenze creditizie che rimane molto elevato, tale da compromettere la capacità del settore banche di agire come intermediario finanziario per sostenere l’economia».

 

Il groppo bancario, e non lo scopre Dbrs, incombe sull’effettiva ripresa della ciclo, e sulla capacità del Paese di uscire dalla vulnerabilità in cui si trova da un decennio. A questo punto ci sono due scenari possibili secondo analisti macroeconomici e operatori. Nel primo, più ottimista, il sistema bancario si muove con fatica erculea fuori dello stagno rappresentato da 200 miliardi di euro di crediti inesigibili lordi, ripulendo i bilanci degli istituti peggio messi — oltre a Siena Carige, Vicenza, Veneto Banca, Banco Bpm — e accentuando il taglio dei costi e il rilancio della redditività per rendere nuovamente “investibili” i supposti volani dell’economia (non si dimentichi che a febbraio vanno trovati 13 miliardi sul mercato per ricapitalizzare Unicredit, e sarà una prova del nove).

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Nel secondo, più pessimista, il sistema bancario, come un sismografo troppo sensibile, procede per choc successivi a trascinare l’economia in una nuova crisi, davanti a una classe politica impotente perché sfaldata e intenta ad agende elettorali (non solo a Roma, anche a Parigi e Berlino).

 

L’unico giudice vero promette d’essere, ancora una volta, la Bce, che in un quadro di inflazione crescente a fine 2017 potrebbe smettere di comprare 60 miliardi al mese di titoli sovrani, a prezzi non sempre corrispondenti ai loro rischi (il Btp 10 anni paga l’1,9, detratta l’inflazione siamo allo 0,4%; il Btp 3 anni ha un rendimento reale a — 1,44%). A quel punto lo spread con i Bund tedeschi, ieri a 156 punti base ma visto dai maggiori operatori allargarsi verso quota 200 a dicembre, potrebbe disancorarsi.

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