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Scrive oggi Giovanni Pons su ''Business Insider'' (https://it.businessinsider.com):
I rapporti tra Italia e Germania nel campo della politica e dell’economia stanno diventando sempre più difficili ed è possibile che nel 2017 lo saranno ancora di più visto che sarà un anno cruciale per la sopravvivenza dell’eurozona con elezioni politiche in Olanda, Francia, Germania e, forse, anche Italia.
La sensazione è che i tedeschi siano preoccupati per una possibile deriva italiana, causata dall’arrivo di un governo populista che mandi i conti pubblici fuori controllo e promuova l’uscita dell’Italia dall’euro. L’interesse dei tedeschi è invece quello di mantenere il regime dell’euro così come è, visto che li avvantaggia sotto molti profili, ma tenendo l’Italia sotto tutela, in modo da non dover mai condividere alcun salvataggio pubblico o, ancor peggio, consolidare a livello europeo l’ingente debito pubblico italiano.
IL CASO MPS
La pessima gestione del caso Mps da parte delle autorità italiane non ha fatto altro che trasferire maggior potere negoziale alla Germania. L’aver trascinato fino all’estremo la decisione di un intervento pubblico nella banca senese ha indebolito tutto il sistema bancario italiano attraverso la perdita di valore di tutti i titoli a Piazza Affari (tra 50 e 60 miliardi la perdita di capitalizzazione delle principali banche quotate) ed esposto il fianco a bacchettate da parte della Vigilanza della Bce, guidata dalla francese Danièle Nouy con cipiglio tedesco.
padoan, ministro dell'economia (d), con il presidente della bce mario draghi
Prima il no a una proroga di 20 giorni comunicata attraverso un “leak” alla Reuters che ha fatto crollare le azioni Mps in Borsa, poi la comunicazione della Bce sul deflusso di liquidità di oltre 6 miliardi da fine novembre in poi, fatto in grado di autoalimentare una corsa agli sportelli.
Quindi la comunicazione, sempre della Bce e senza consultazione preventiva con le autorità italiane, della necessità di 8,8 miliardi per il salvataggio del Monte contro i 5 fino ad allora preventivati. Notizia che ha fatto fare la figura dei pivelli sia ai vertici della banca sia ai tecnici del Mef. “Sarebbe stato più gentile avvertirci prima”, ha detto candidamente Pier Carlo Padoan al Sole 24 Ore. A parte il fatto che la Bce è un’autorità indipendente e non deve comunicare preventivamente con nessuno, men che meno con un organo politico di un paese membro, pochi semplici calcoli dimostrano che l’effetto negativo di quella comunicazione è molto più ampio delle sue conseguenze pratiche.
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L'articolo cita poi la posizione di importanti economisti e finanzieri, capitanati dal premio Nobel Joseph Stiglitz, che nel suo libro ''L'Euro'' ha spiegato per filo e per segno come sia soprattutto colpa delle politiche tedesche se la moneta unica oggi sia una zavorra per le economie del Sud Europa (e per tutta l'Eurozona):
LA DISGREGAZIONE E’ POSSIBILE
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Il 2017 rappresenterà un test cruciale per l’euro. E l’Italia rappresenta l’anello debole della catena. “Il tenore di vita in Italia è allo stesso livello del 2000. Se ciò non cambia gli italiani a un certo punto diranno: “Vogliamo uscire dall’eurozona”, ha dichiarato a un quotidiano Clemens Fuest, capo dell’Ifo, think tank economico tedesco. Aggiungendo che i tedeschi non approveranno mai alcun piano di salvataggio per l’Italia che possa pesare sui loro conti pubblici.
LA MIOPIA DELLA GERMANIA
Secondo Soros la Germania ha reagito in maniera errata alla crisi finanziaria del 2008, imponendo un periodo di austerity invece che di rilancio economico, come fecero gli americani dopo la seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Il Piano Marshall ha portato allo sviluppo della Ue mentre Berlino ha imposto un programma di austerità che ha servito solo il suo ristretto interesse particolare“. E ciò è sotto gli occhi di tutti: la Germania sta beneficiando costantemente di una moneta svalutata in quanto l’euro è più debole di come sarebbe oggi il marco. Così le merci tedesche sono più a buon mercato e guadagnano quote di mercato sui mercati esteri. Al contrario per l’Italia l’euro è più forte di come sarebbe la lira.
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OLTRE L’AUSTERITY
Stando così le cose la mossa più sensata vedrebbe la Germania uscire dall’euro per tornare al marco tedesco, una valuta più forte rispetto all’euro a cui rimarrebbero aggrappati altri paesi europei come Francia, Italia, Spagna le cui economie viaggiano in maniera più coordinata. La Germania non vuole una maggiore integrazione europea, non vuole un ministro delle Finanze comune, gli eurobond, una difesa in comune, una politica fiscale comune.
Se vuole solo avvantaggiarsi a danno degli altri paesi non è sbagliato parlare di Dexit. “L’idea che si possa ottenere la piena occupazione e la prosperità attraverso l’adozione di una severa politica di austerità è rifiutata dalla maggioranza degli economisti – ha detto il premio Nobel Joseph Stiglitz – ma questa sembra essere la visione prevalente nel governo federale edesco e specialmente del ministro delle Finanze”. L’austerità è il contrario di ciò che ha bisogno l’Europa, ha aggiunto. Concludendo: “La strada più semplice è che la Germania lasci l’Europa”.
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Qui l'articolo completo:
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