DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Simone Cosimi per la Repubblica
Del nuovo iPhone – che potrebbe chiamarsi semplicemente così, senza numeri – si sa già molto se non tutto. Il look del dispositivo del decennale – il primo Edge veniva venduto il 29 giugno 2007 a tale Greg Packer nell’Apple Store sulla Quinta avenue di New York – è stato confermato nelle ultime ore anche da Forbes dopo le numerose indiscrezioni come quelle dell’esperto francese Steve Hemmerstoffer meglio noto come @onleaks.
Su quello non ci sono davvero più dubbi: display Oled da 5,8 pollici con cornici ridotte al minimo – si interromperanno solo in alto per fare spazio a speaker, sensori e fotocamera anteriore – e doppia fotocamera da 12 Megapixel ruotata di 90 gradi, cioè posta in verticale. Sarà dotata, come la frontale, di un sistema laser Vscell per favorire l’uso delle applicazioni di realtà aumentata su cui iOS 11, come si è visto all’ultima Worldwide developers conference, punterà con convinzione.
Intanto, sembra che lo smartphone possa arrivare con un paio di mesi di ritardo rispetto al previsto. Non tanto in termini di presentazione, che sarà al massimo alla metà di settembre, ma di disponibilità negli store, nelle catene e agli operatori. Anche se su questo c’è meno chiarezza: Fast Company parla di una serie di problemi di software legati al riconoscimento facciale e alla ricarica wireless (che servirà la batteria da circa 2.800 mAh) e dunque programma le prime consegne nei primi mesi dell’anno prossimo. L’analista Katy Huberty di Morgan Stanley indica invece un più verosimile ottobre, indicando problemi nell’integrazione del TouchID sotto lo schermo e nelle fotocamere.
Ma spiegando anche che non c’è da preoccuparsi e che l’unica differenza sarà finanziaria: i trimestri seguenti (quelli che si chiudono a dicembre e marzo) godranno di numeri ancora più roboanti rispetto a quello settembrino. In controdendenza gli analisti di Jp Morgan, secondo i quali arriverà in tempo ma con una disponibilità limitata: "Non crediamo che la tempistica della produzione di Apple stia cambiando notevolmente", ha scritto Rod Hall. A suo dire, il ritmo della produzione accelererà a ottobre per poi raggiungere livelli ottimali entro il mese successivo.
In ogni caso saranno disponibili prima i due modelli potenziati del 7 (7s da 4,7 pollici e 7s Plus da 5,5) che accompagneranno il costoso top di gamma. L’iPhone 8 o come si chiamerà (X? Pro? Edition?), infatti, alzerà di molto l’asticella dei prezzi sottolineando ancora di più il suo carattere premium: secondo Tim Bajarin, presidente e analista di Creative Strategies, il taglio da 64 GB (ce ne saranno solo due compreso quello da 256 GB) si muoverà intorno ai 1.400 dollari (potrebbe includere gli AirPods ma non la base di ricarica senza fili).
Segnando così il record del modello più salato della storia di Apple. Ritocchi di almeno 100 euro anche per i rinnovati 7s in virtù della scocca in vetro ma visivamente affine all’alluminio in virtù di un trattamento che la rende lucida e riflettente, come ha spiegato Cnbc. A proposito, a produrre e assemblare fisicamente i dispositivi saranno l’insostituibile Foxconn per l’8, Pegatron per il 7s e Wistron per il 7. Tutte e tre cinesi, ovviamente.
Su alcune specifiche estetiche e tecniche non sembrano esserci troppi dubbi. Sono quelle di cui hanno parlato nei mesi scorsi l’ormai mitico analista Ming-Chi Kuo di Kgi Securitues e Mark Gurman di Bloomberg: addio definitivo al tasto Home a favore di una sezione dinamica del display tipo Touch Bar dei Mac, 3 GB di Ram, porta Lightning, nessuna uscita mini-jack, meno colori disponibili almeno nella prima fase, le già viste fotocamere, la tecnologia ProMotion già implementata sui nuovi iPad Pro da 12,9 e 10,5 pollici.
Su altre c’è invece ancora parecchia incertezza. Il TouchID è una di queste: il lettore d’impronta digitale è essenziale per sicurezza, acquisti e pagamenti, funziona bene ed è complesso che Apple lo rimuova del tutto pur equipaggiando il telefono del riconoscimento facciale. Se non finisse sotto lo schermo – Cupertino ha ancora una manciata di giorni per decidere e finalizzare gli ordini dei sensori biometrici – potrebbe essere incorporato sul tasto di accensione, in stile Sony Xperia. D’altronde le dimensioni sono raddoppiate rispetto all’iPhone 7. Così si libererebbe del tutto il display arrivando a una visualizzazione davvero a schermo completo.
Potrebbe tuttavia trattarsi di speculazioni. Secondo il blogger John Gruber, per esempio, sarebbe infatti “da pazzi pensare che Apple stia lavorando ancora su decisioni hardware come questa a metà luglio. L’hardware non funziona così. Molte delle decisioni sugli iPhone di quest’anno sono state fatte due anni fa”. Ma nei mesi le cose cambiano e non è detto che una potenza come Apple non tenga aperti progetti e linee di produzione fino all’ultimo momento utile. Le consegne previste toccano quota 80-85 milioni di pezzi fra tutti e tre i nuovi modelli.
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