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“L’OFFERTA DI MPS È PRIVA DI RAZIONALE INDUSTRIALE” – MEDIOBANCA INSISTE E BOCCIA DI NUOVO L’OPS DEL MONTE DEI PASCHI: “È CARATTERIZZATA DA EVIDENTI ELEVATI RISCHI DI ESECUZIONE” – NEI PROSSIMI ANNI PIAZZETTA CUCCIA DISTRIBUIRÀ 4,9 MILIARDI DI DIVIDENDI AI SOCI. NAGEL: “LA CRESCITA STAND-ALONE SARÀ POTENZIATA CON BANCA GENERALI” – SIENA DELIBERA L’AUMENTO DI CAPITALE DA 13,2 MILIARDI – IL NODO DELLA SOGLIA DI ADESIONI DEI SOCI: SERVIRÀ IL 66,67%, BASTERÀ IL 50% O ANCHE MENO?
MEDIOBANCA, 'OFFERTA MPS PRIVA DI RAZIONALE E CON RISCHI'
(ANSA) - ll piano al 2028 di Mediobanca ha come tratti distintivi per gli azionisti quelli di consolidare il modello di banca specializzata capace di generare una crescita ed una redditività alta e sostenibile con un basso rischio di esecuzione nonché di determinare una forte generazione di capitale per effetto di un business mix capital light.
"L'offerta di scambio di Mps, al contrario, per gli azionisti Mediobanca è priva di razionale industriale e finanziario ed è caratterizzata da evidenti elevati rischi di esecuzione". Lo si legge nella nota con gli aggiornamenti al 2028.
Nella nuova bocciatura dell'ops di Mps, Mediobanca elenca i seguenti motivi. Primo il fatto di avere la realtà aggregata un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività di Mediobanca e rimanendo viceversa immutati i rischi insiti nel bilancio di Mps.
Secondo, la riduzione a doppia cifra dell'Eps, per le limitate sinergie da funding, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo. E' prevedibile invece l'emergere di un cospicuo costo di retention legato ai promotori finanziari e ai private & investment bankers.
Terzo, la difficoltà di stimare livelli di Rote, Cet1 e quindi pay-out sostenibili della nuova entità per le criticità legate alla tenuta del franchise, per le componenti non ricorrenti presenti nel bilancio Mps (fiscalità e rischi legali), per l'elevata sensitivity ai tassi di interesse ed al rischio di credito soprattutto per le SMEs.
La difficoltà ad usare le Dta nell'ammontare e nei tempi ipotizzati. Quarto, la non comparabilità della politica di remunerazione degli azionisti che è a rischio di esecuzione basso in Mediobanca ed elevato in Mps per effetto delle predette difficoltà di integrazione. Quinto, il forte sconto implicito nel prezzo dell'offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore.
MEDIOBANCA IN TRE ANNI DISTRIBUIRÀ 4,9 MILIARDI AI SOCI
(ANSA) - Mediobanca nel piano aggiornato al 2028 punta ad arrivare a ricavi per oltre 4,4 miliardi (+20% nel triennio con una crescita media annua del +6%), a un utile netto di 1,9 miliardi (+45% nel triennio) con un utile per azione a 2,4 euro (crescita media annua +14%).
L' utile netto ordinario arriverà a 1,7 miliardi (+30% nel triennio) con un utile per azione di 2,1 euro ( +9% annuo ). La banca remunererà gli azionisti per 4,9 miliardi in 3 anni, di cui 4,5 miliardi in dividendi e il resto con un buyback. Il pay-out è al 100% degli utili ordinari, interamente cash.
NAGEL, 'CRESCITA STAND-ALONE, SARÀ RAFFORZATA DA BANCA GENERALI'
(ANSA) - "L'estensione al 2028 del piano 'One brand - One culture', dimostra come Mediobanca sia in grado di realizzare, pur in un contesto macroeconomico complesso, un'ulteriore solida crescita di ricavi, utili e redditività, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e di execution nonché a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti".
Lo dice Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, a commento dell’aggiornamento dei target. “Questo entusiasmante percorso di crescita stand-alone, compiuto rimanendo ancorati alla ‘scuola di banca responsabile’ radicata nel Dna della Banca, verrà ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali, operazione in grado di creare un leader europeo nel Wealth Management per dimensioni, capacità di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing è previsto per il prossimo mese di ottobre”, aggiunge il banchiere.
MEDIOBANCA, SCONTRO SULLA SOGLIA
Estratto dell’articolo di Andrea Deugeni e Luca Gualtieri per “MF”
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Lo scontro tra Mediobanca e Montepaschi si sposta sul tema della soglia minima dell’offerta pubblica di scambio. Dopo il via libera di Bce all’operazione senese, ieri il cda di Rocca Salimbeni ha deliberato l’aumento di capitale fino a 13,2 miliardi al servizio dell’ops senza scoprire però le carte sui target di adesione.
La decisione sarebbe ancora oggetto di confronto al vertice della banca e potrebbe essere presa solo nei prossimi giorni prima che il prospetto vada in Consob per l’approvazione. Il documento infatti dovrà dettagliare questo aspetto che è finito sin da ora nel mirino di Mediobanca.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Piazzetta Cuccia avrebbe scritto all’authority presieduta da Paolo Savona per chiedere un’integrazione del prospetto. L’obiettivo è costringere Siena a fornire indicazioni sugli effetti economico-finanziari in caso di raggiungimento di una soglia di adesioni inferiore al 50%.
I SOCI DI MEDIOBANCA - 15 GIUGNO 2025
Nel dettaglio la merchant chiede che gli investitori vengano informati sugli impatti della mancata realizzazione delle sinergie operativo-gestionali (complessivamente previste in 700 milioni) e del mancato uso dei 2,9 miliardi di dta in relazione al capitale regolamentare e alla redditività prospettica del nuovo gruppo e sulle proiezioni riguardo a utili e dividendi nel prossimo triennio.
La richiesta di Mediobanca viene giustificata con la necessità dei propri azionisti di disporre di tutte le informazioni disponibili per decidere se aderire o meno all’ops del Monte. E, implicitamente, se scommettere sulla strategia industriale di Siena o su quella di Piazzetta Cuccia che proprio oggi presenterà i nuovi target al 2028.
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Il nuovo terreno di scontro nasce dal fatto che la Bce non ha posto veti preventivi all’operazione di Lovaglio. L'autorizzazione arrivata mercoledì 25 non impone infatti una soglia minima di adesioni all’offerta, ma si limita a prevedere alcune prescrizioni.
Nella precedente ops Bper-Popolare di Sondrio Francoforte ha addirittura accettato come condizione di efficacia un livello del 35% che Montepaschi potrebbe già avere in tasca. Considerando solo il 9,98% di Francesco Gaetano Caltagirone, il 19,8% di Delfin e il 4% circa di Unicredit il fronte senese arriva quasi al 34%.
Si specula che ulteriori adesioni possano arrivare da alcuni fondi vicini a Lovaglio e dal mondo delle casse di previdenza, soprattutto se l’andamento dei prezzi giocasse a favore del Monte. Ancora ieri il concambio di 2,53 azioni Mps per ogni titolo Mediobanca quotava a sconto del 6,32% rispetto al valore di borsa di Piazzetta Cuccia.
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
La forbice però potrebbe ulteriormente restringersi grazie alla decelerazione delle azioni della merchant che, dai massimi dello scorso 14 maggio hanno perso già quasi l’8%. Un calo reso probabile nelle prossime sedute anche dalla vendita di pacchetti significativi come quello di Mediolanum (4,45% complessivo con le quote della finanziaria della famiglia Doris) su cui si vocifera.
Nel caso in cui il riallineamento dei titoli non fosse sufficiente a convincere i soci, il Monte potrebbe sempre giocare la carta del rilancio, grazie a un eccesso di capitale di oltre 2,8 miliardi al netto di dta e sinergie. Le tempistiche dell’ops si preannunciano ormai serrate. La prossima settimana Consob si esprimerà sul prospetto, mentre il periodo di adesione dovrebbe aprirsi lunedì 7 o il successivo lunedì 14 per terminare entro metà agosto.
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
ALBERTO NAGEL
luigi lovaglio giancarlo giorgetti andrea orcel
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