RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA
Francesco Semprini e Francesco Spini per “La Stampa”
La questione dello stato dei conti di Tim terrà banco ancora a lungo dentro e fuori il consiglio di amministrazione della principale compagnia telefonica del Paese. Il passo indietro di Luigi Gubitosi la cui rimessione delle deleghe, nel corso della tumultuosa riunione di venerdì, è stata prontamente accolta dal consiglio che gli ha così revocato le cariche di amministratore delegato e da direttore generale (non certo quella da consigliere), non ha risolto il caos in azienda.
«La situazione resta complicatissima», rivela un addetto ai lavori. Il cambio avrebbe avuto accelerazione proprio per le non chiarite prospettive legate al contratto con Dazn sul calcio che già ha provocato due revisioni delle stime, in sostanza un doppio allarme sui profitti in pochi mesi.
Anche per questo il nuovo direttore generale, Pietro Labriola, come del resto fa qualsiasi nuovo capoazienda una volta insediato, dovrà fare una disamina approfondita dei conti e riferire al cda oltre che, come si augurano i soci francesi di Vivendi che tanto hanno spinto per il cambio, migliorare la performance operativa del gruppo. Intanto il cda, dal canto suo, ha avviato le manovre - nominando un comitato ad hoc presieduto dal presidente Rossi e quattro consiglieri indipendenti - per analizzare la manifestazione di interesse presentata dal fondo americano Kkr.
SALVATORE ROSSI LUIGI GUBITOSI
Questo, a sua volta, ha condizionato la proposta a una «due diligence» di quattro settimane. Un esame esterno dello stato di salute del gruppo, uno screening leggero che secondo fonti legali internazionali si tratta di «prassi comune» a molte operazioni anche su società quotate.
In questo caso, secondo fonti americane, gli uomini di Kkr che hanno formulato l'ipotesi di offerta a 50,5 centesimi sulla base di numeri che sono stati loro presentati ora vogliono andare più a fondo per capire se non ci siano aspetti fin qui non considerati. L'interesse in ogni caso rimane immutato, il fondo resta concentrato su quanto fin qui presentato al board anche se non comprende i ritardi nelle risposte di Tim.
Le stesse fonti, però, tra le righe lasciano intendere come l'Opa sia un'operazione molto complicata, soprattutto alla luce della contrarietà del primo azionista Vivendi (ha il 23,8%) e, sulla scorta di quanto dichiarato a proposito delle partecipazioni negli asset strategici in occasione della presentazione del nuovo piano, sul possibile no anche di Cassa depositi e prestiti, che è secondo azionista con il 9,8%.
Due ostacoli superabili forse con un rialzo (generoso) del prezzo che, nella su versione originale a 0,505 euro, si scontra con la valutazione da 1,25 euro che Tim stessa fa del titolo alla luce del patrimonio netto post impairment. Chi ha ragione nel valutare Telecom? Forse lo chiarirà la due-diligence.
Nei ragionamenti che si fanno a New York si lascia aperta anche una strada alternativa all'Opa: quella di fare un'operazione più mirata ad esempio alla sola rete, magari in seguito allo scorporo anche di quella primaria visto che la secondaria è già stata inserita in FiberCop dove Kkr ha già il 37,5%.
Il cambio di management in Tim, però, non sembra preoccupare il fondo. Labriola, pur gradito da Parigi, non è considerato schiacciato su posizioni francesi ma è apprezzato dagli americani che ne hanno osservato il lavoro fin qui fatto a capo di Tim Brasil. I sindacati, però, sono in allarme. Il leader della Cgil, Maurizio Landini punta sulla rete unica «infrastruttura strategica» per il Paese» sottolineando il «ruolo pubblico di Cdp». Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, esprime allerta: «Il tema della tenuta occupazionale è una questione che deve essere sempre tenuta presente nelle discussioni e nei confronti che riguardano una grande azienda».
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