RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
La disfida del centrino. Non fosse un luogo più immaginario che reale, comunque troppo piccolo per contenerli entrambi, sarebbe il titolo dell'ultimo feuilleton in programma sugli schermi della politica italiana. (…) Dove i promessi sposi, Carlo e Matteo, anziché incamminarsi verso l'altare si mandano cordialmente a quel paese.
Spoiler: meglio star soli, che impalmare quello lì. Un interminabile siparietto fatto di battute e risposte al vetriolo. (…)
«Ma chissenefrega della Leopolda!» sbotta Calenda quando gli chiedono della kermesse fiorentina, variante del più prosaico «nun me ne po' frega' de meno» appioppato al disegno renziano di unificazione dei cespugli riformisti.
L'altro, di solito, incassa e non replica, affidando l'incombenza allo scudiero Migliore (Gennaro, deputato di Iv). Salvo perdere la pazienza dinnanzi all'ennesimo ramoscello d'ulivo lasciato cadere dall'avversario.
«Mi sembra impossibile andare divisi alle prossime elezioni», s' accalora l'ex premier rivolto a Enrico Costa, forzista transitato in Azione, ospite della tre giorni gigliata. Neanche 24 ore e l'appello torna al mittente, con un ceffone a mo' di francobollo: «Renzi faccia quel che gli pare», tuona in tv l'ex ministro dello Sviluppo, «vada in Arabia Saudita, faccia il centro con Toti e Brugnaro. Non farò politica con lui perché quel modo di fare politica mi fa orrore».
Troppo per il senatore di Scandicci, che stavolta impugna la penna e nell'ultima news letter discetta d'invidia e ingratitudine: «C'è chi ironizza sulla Leopolda, dopo aver fatto carte false per parlare dal palco quando era una manifestazione di persone che avevano potere. Capita di incrociare persone così». Se non è un addio, poco ci manca.
CLAUDIO VELARDI IN VERSIONE RUNNER
Sono settimane che va avanti. Da quando hanno smesso di sentirsi e iniziato a farsi dispetti. In Campidoglio sono renziani i due consiglieri più votati fra le fila dei calendiani: pronti a divorziare per formare un gruppo autonomo a sostegno del sindaco Gualtieri. In Parlamento, uguale: «Ma che ci fate ancora con quello? Non capite che vi porta tutti a fondo?» è il refrain intonato dagli "azionisti". Subito riferito a "quello", che naturalmente s' infuria e ordina la controffensiva. Sui social.
(…) È sconsolato Claudio Velardi, estimatore di Renzi ma convinto sostenitore del matrimonio con Calenda: «Il problema», spiega l'ex spin doctor di D'Alema premier, «è che hanno due temperamenti forti. Insieme dovrebbero battersi per contrastare il finto bipolarismo, lavorare per una legge proporzionale e poi avere entrambi il coraggio di fare un passo indietro, mettersi insieme in una cabina di regia e lanciare qualcuno che possa rappresentare la vasta area moderata».
gennaro migliore claudio velardi
A fregarli, dice Velardi, è il carattere: «Siamo di fronte a due persone intelligenti che, nel misero panorama italiano, pensano di essere meglio degli altri, il che è vero. Il problema è che non hanno i voti. E il loro narcisismo frustato dallo scarso consenso finisce per esaltarsi in questa contraddizione». (…)
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