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LABRIOLA PRENDE TEMPO: L’ASSEMBLEA DEI SOCI DI TIM, PROGRAMMATA PER IL 10 APRILE, SLITTA AL 24 GIUGNO 2025 – È UNA MOSSA DIFENSIVA DELL’AD, CHE RISCHIA DI VEDERSI BOCCIARE DA VIVENDI IL BILANCIO DI ESERCIZIO – L’INGRESSO DI POSTE NELL’AZIONARIATO HA SCOMPIGLIATO LE CARTE: COSA FARÀ L’AZIENDA GUIDATA DA MATTEO DEL FANTE? LE VOCI DI OPA E LA PACE INTERNA DA RISTABILIRE – LA CASSAZIONE BOCCIA LA RICHIESTA DELLO STATO: IL RICORSO CONTRO LA CONDANNA A RESTITUIRE 1 MILIARDO DI CANONE A TIM NON SARÀ ASSEGNATA ALLE SEZIONI UNITE
TIM: RIMANDA AL 24 GIUGNO ASSEMBLEA PER APPROVAZIONE BILANCIO 2024
(Adnkronos) - Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi sotto la presidenza di Alberta Figari, ha deciso di posticipare l'assemblea ordinaria degli azionisti, già programmata per il 10 aprile, al 24 giugno 2025.
Lo spostamento- si legge in una nota - si rende necessario per aggiornare e completare le attività di engagement verso i soci alla luce delle recenti evoluzioni della compagine azionaria, con l'obiettivo di valorizzare al meglio l'efficienza e la completezza del confronto assembleare. La proposta di bilancio di esercizio 2024 verrà approvata nella riunione del Consiglio del prossimo 5 marzo, provvedendosi poi tempestivamente alle pubblicazioni di rito.
TIM, L’ASSEMBLEA SLITTA A GIUGNO. DUE MESI IN PIÙ PER TRATTARE CON VIVENDI
Estratto dell’articolo di Paolo Anastasio per https://www.key4biz.it/
[…] La decisione del Cda di Tim sembra a tutti gli effetti una mossa difensiva del Cda, che ha bisogno di più tempo per dipanare la matassa. La situazione è ingarbugliata. Sul tavolo del Cda ci sono l’approvazione del bilancio di esercizio, che Vivendi potrebbe bocciare. I timori ci sono.
C’è anche in ballo la politica di remunerazione – già bocciata in assemblea in passato senza tanti fronzoli da Vivendi – che necessita del placet del primo azionista francese, che con una quota del 23,75% potrebbe decidere di riacquistare un ruolo più attivo nell’azienda, ad esempio richiedendo di tornare nel Cda dal quale è uscito a suo tempo in segno di protesta per il via libera allo scorporo della rete.
[…] Si vocifera poi di una possibile Opa da parte di Poste, ormai entrata pienamente in gioco, o quanto meno della possibilità che la società guidata da Matteo del Fante possa rilevare le quote di Vivendi. In questo caso scatterebbe appunto l’obbligo di Opa.
[…] l’azienda di Del Fante ci starà lavorando per capire cosa intenda realmente occupare nell’arena delle Tlc. Tanto più che se effettivamente volesse davvero rilevare la quota di Vivendi, dovrebbe mettere sul piatto una quota minima di 1,5 miliardi di euro, compromesso accettabile per il gruppo fondato da Vincent Bolloré che ha preso in carico la sua quota a 1,06 euro a fronte di n valore attuale di 0,26 euro.
[…] Di certo, una delle priorità per gli azionisti è avere la pace interna tra i vari soci di maggioranza, visto che da oltre un decennio Vivendi ha litigato con tutti. […]
Tim: su restituzione canone da 1 mld Stato chiede Sezioni Unite, Cassazione respinge
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Prosegue la lunga querelle giudiziaria tra Tim e lo Stato Italiano sulla restituzione del canone concessione del '98 da circa 1 miliardo di euro. A livello giudiziario l'ultimo atto, secondo quanto risulta a Radiocor, è il rigetto da parte della Corte di Cassazione della richiesta dello Stato di assegnare alle Sezioni Unite il ricorso contro la decisione della Corte di Appello di condanna a pagare a Tim circa un miliardo di euro.
Mentre, secondo quanto risulta, proseguono gli incontri per un accordo tra le parti - un'ipotesi come riportato ancora oggi dalla stampa sarebbe quella della rateizzazione della cifra - l'11 febbraio la prima presidente della Cassazione (Margherita Cassano) ha rigettato l'istanza di assegnazione alle Sezioni Unite, rimettendo gli atti al presidente della terza Sezione civile competente per la questione e affermando che "la questione di massima di particolare importanza non può fondarsi solo sulla rilevante entità economia della causa".
In conclusione "la complessità degli interrogativi posti con il ricorso può trovare il necessario spazio di ascolto attraverso la discussione in un'udienza pubblica ravvicinata nel tempo, nel contraddittorio tra le parti e alla presenza del pubblico ministero".
Dal punto di vista finanziario, per Tim la restituzione del canone è legata anche all'eventuale distribuzione di un dividendo. In occasione dell'ultima conference call, l'ad Pietro Labriola, ha sottolineato che "quando ci sara' la sentenza della Corte di Cassazione quell'importo andra' sull'utile netto di Tim spa e fara' partire il pagamento delle azioni di risparmio".
Tornando al contenzioso giudiziario, l'Avvocatura dello Stato aveva chiesto il 5 febbraio scorso l'assegnazione del ricorso alle Sezioni Unite, sottolineando che la dimensione della somma evidenzierebbe l'impossibilità per il bilancio dello Stato di reperire in via ordinaria la liquidità necessaria a un ipotetico pagamento integrale e immediato. La presidenza del Consiglio ha chiesto di verificare anche alcune questioni di competenza, dal punto di vista procedurale.
Per la Cassazione "le questioni sollevate non possono dirsi di massima di particolare competenza". Pur rilevanti sotto il profilo dell'entità economica del risarcimento del danno "non sono inedite" e inoltre "la questione di massima di particolare importanza non può fondarsi sulla sola rilevante entità economica della causa".
Viene inoltre richiamato anche il fatto che la Corte "esaminando una questione in una vicenda limitrofa ha stabilito che il pagamento del canone di concessione previsto dalla legislazione italiana per l'esercizio dell'attività di telecomunicazione in relazione all'anno 1998, come deciso dalla Corte di giustizia Ue, è illegittimo perché in contrasto con l'ordinamento comunitario, con la conseguenza che il concessionario ha diritto alla ripetizione di quanto versato allo Stato". Diritto che "non viene meno per il fatto che il concessionario abbia provveduto alla cosiddetta traslazione dell'onere concessorio sugli utenti finali".
La prima presidente della Corte sottolinea comunque che le questioni sollevate dalla presidenza del Consiglio con il ricorso, pur non rientrando tra le ipotesi per le quali possono essere investite le Sezioni Unite, "hanno un certo grado di complessità e rilevanza". E quindi conclude per "un'udienza pubblica ravvicinata nel tempo".
Prima di chiedere la trattazione del ricorso alle Sezioni Unite, la presidenza del Consiglio, sempre sottolineando tra le altre ragioni l'importanza economica della causa, aveva chiesto alla Corte d'Appello la sospensione del pagamento dovuto a Tim, ma il giudice, che aveva dato alle parti tempo fino al 20 gennaio per raggiungere un'intesa, aveva respinto la richiesta.
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