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Andrea Giambartolomei per "il Fatto Quotidiano"
Vorrebbe tornare lì dove la sua disavventura è cominciata, a Villasimius, dove i finanzieri la arrestarono all’alba del 17 luglio 2013. Nei primi giorni di agosto Jonella Ligresti, ex presidente di Fonsai a processo per i reati di falso in bilancio e di aggiotaggio, ha chiesto al Tribunale di Torino di spostare l’obbligo di firma da Milano al piccolo comune cagliaritano in cui ha sede il Tanka Village, il resort a quattro stelle della catena Atahotel di proprietà dei Ligresti.
La sua richiesta nascerebbe - stando a quanto scriveva ieri La Repubblica - dalla voglia di permettere al piccolo minore di trascorrere il mese di agosto al mare in compagnia della madre. D’altronde lì, in Costa Rei, si trova già la figlia Ludovica Francesconi . La primogenita di Salvatore Ligresti è tornata in libertà il 18 luglio scorso a un anno dall’arresto e da allora la manager deve andare ogni giorno a firmare dalla polizia giudiziaria di Milano, sua città di residenza.
Il tribunale dovrà decidere sull’istanza presentata dai suoi avvocati Lucio Lucia e Salvatore Scuto, anche se il sostituto procuratore Marco Gianoglio, titolare dell’indagine, ha dato un parere negativo chiedendo ai giudici di confermare la decisione presa da loro a luglio e di mantenere l’obbligo di presentarsi alla polizia nel luogo di residenza e non nel domicilio scelto. La decisione però non arriverà tanto in fretta: in questo gli orari di lavoro dei tribunali sono ridotti e molti uffici resteranno chiusi fino al prossimo 13 settembre.
Se invece i giudici accettassero in tempo la misura cautelare diventerebbe un esilio dorato: il Tanka Village, resort a quattro stelle che si affaccia direttamente sulla sabbia bianca della spiaggia di Simius, un campo da golf da 18 buche e 1.500 metri quadri di spa, è uno dei luoghi preferiti dai vip, uomini e donne dello spettacolo, calciatori, ma anche politici e prefetti.
In passato ha ospitato “diverse personalità del mondo politico e istituzionale”, ministri, sottosegretari, direttori di giornali a cui i Ligresti hanno dato in pasto “tonnellate di aragoste”, come rivelava Alberto Alderisio all’ex amministratore delegato Fausto Marchionni in una conversazione del 23 aprile 2013 commentando le indagini sugli Atahotel: “Pare che ci sia un quintale, no, una tonnellata di aragoste in conto.
Una tonnellata! Fai presto sai? Inviti un po’ di gente… un’aragosta pesa un chilo, fai presto! Tu sai quante cene venivano fatte, lì al Tanka”. Il processo a Jonella Ligresti, a cui il gup Sandra Recchione aveva negato il patteggiamento a tre anni e quattro mesi perché il risarcimento non era congruo, ricomincerà il 9 ottobre prossimo. Con lei alla sbarra ci saranno pure il padre Salvatore e altri tre ex manager Marchionni, Emanuele Erbetta e Antonio Talarico.
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