RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell'articolo di Leonard Berberi per www.corriere.it
Ryanair punta ai 60 milioni di passeggeri in un anno in Italia, lancia nuove rotte da Milano Malpensa e Roma, ma la presenza dell’addizionale comunale (6,5 euro per passeggero in partenza) e i ritardi nelle consegne dei Boeing portano la compagnia low cost — prima in Europa per volumi — a togliere 4 Boeing dallo scalo di Bergamo per posizionarli a Malpensa, Trieste e Reggio Calabria.
Ad annunciarlo è Michael O’Leary, amministratore delegato del gruppo Ryanair (che comprende anche Malta Air, Buzz e Lauda) che non nasconde la sua preoccupazione per l’andamento delle tariffe in calo nella stagione estiva che si avvia a conclusione «e inferiori al 2023 anche d’inverno», dice al Corriere durante l’intervista a Milano prima dei decollare per Roma con uno dei jet privati che il vettore usa per spostare più velocemente i pezzi di ricambio degli aerei.
Come stanno evolvendo le tariffe?
«La buona notizia per i consumatori è che il calo nella stagione estiva è del 5-9% rispetto a un anno fa. Sull’inverno continuiamo a non avere idea onestamente».
Come è possibile?
«Finora abbiamo venduto il 25% dei sedili del quarto trimestre di quest’anno e meno del 4% del primo trimestre del 2025».
Questo dovrebbe dare qualche indicazione sulle tariffe.
«Potrebbero essere leggermente inferiori rispetto all’inverno 2023-2024».
Un paio d’anni fa lei ha detto che le tariffe aeree sono troppo basse in Europa. Lo pensa ancora?
«Sì. I prezzi sono troppo convenienti. Quest’anno la nostra tariffa media sarà di 45 euro. Costa decisamente meno che muoversi in treno in Italia. Ma è il mercato che decide».
Vede un cambio di trend?
«Nei prossimi due anni l’offerta dei vettori sarà limitata in Europa e a quel punto i prezzi potrebbero salire. Ma ricevendo in tempo i Boeing — cosa che non sta avvenendo — potremmo tenere bassi i biglietti».
Il presidente di Save — la società che gestisce gli scali di Venezia, Treviso, Verona, Brescia — ha detto che in Italia c’è un oligopolio (Ryanair, Wizz Air, easyJet) che detta legge.
«Non è così. Io non mi metto d’accordo con i miei rivali, non lavorerei mai con Wizz Air o easyJet. C’è un piccolo numero di vettori? Sì. Ma questi non si accordano sui prezzi. E poi noi cresciamo costantemente, gli altri no».
È stata un’estate complicata sul fronte operativo. Con il 5% in meno di voli rispetto al 2019, i disagi sono stati superiori. Cosa succede?
«Intanto cominciamo col dire che il maltempo è una falsa scusa. I problemi dei controllori di volo hanno toccato livelli record: le società sono a corto di personale. Gli intoppi iniziano già alle prime partenze dell’alba con un volo su cinque già in ritardo. Non c’è alcuna ragione perché questo accada».
E perché succede?
«Perché i controllori di volo francesi e tedeschi non si presentano a lavoro. Per questo chiediamo alla Commissione europea di intervenire e di garantire che ci sia tutto il personale almeno al turno del mattino».
[…] C’è chi dice che le compagnie abbiano messo in vendita più voli di quelli in grado di operare.
«Non penso proprio. I ritardi e le cancellazioni avvengono perché il 20% delle partenze dell’alba avviene già in ritardo». [...]
Lei ha bocciato da subito «All you can fly», l’abbonamento annuale di Wizz Air?
«Non è che non mi piaccia. Ma penso che in qualche modo i passeggeri vengano fregati. Intanto si devono pagare 499 euro. Poi si può prenotare solo tre giorni prima della partenza e si spendono comunque 9,99 euro a viaggio».
scazzo a bordo in un volo tra tenerife ed edimburgo 3
E quale è il problema?
«Wizz Air ha un tasso di riempimento degli aerei simile al nostro, 94-95%. Quindi tolto qualche momento specifico della settimana non ci saranno posti liberi. E allora perché scontentare i clienti in questo modo?».
Lei cosa avrebbe fatto?
«Avrei dato la possibilità di prenotare 14 giorni prima della partenza dove ci sono più sedili liberi».
Lo può spiegare meglio questo aspetto?
«Guardi le faccio vedere i nostri numeri di questa settimana di voli (prende i fogli, tutti scritti a mano, ndr). Ieri gli aerei sono decollati con il 94% di sedili venduti. Se consideriamo a tre giorni da oggi: venerdì è venduto già il 92% dei posti, sabato il 90%, domenica 91%. E questo in media: significa che in buona parte dei collegamenti gli aerei sono già pieni».
Copierebbe l’iniziativa, magari con le sue correzioni?
«No. Quella di Wizz è una mossa di marketing e basta. Non siamo interessati».
sesso orale su un volo ryanair 1
[...] A proposito di alcolici: si è lamentato molto con gli aeroporti perché a bordo s’imbarcano sempre più persone ubriache.
«È così. I numeri sono piccoli, ma il trend di crescita è davvero preoccupante».
Perché succede?
«Perché mentre prima il 5% dei voli aveva ritardi significativi, quest’anno quel dato è salito al 25%. Ci sono molte più persone che stanno per diverse ore in aeroporto e finiscono per consumare alcolici».
Cosa ha suggerito?
«Di limitare a due i bicchieri da vendere al terminal. Noi possiamo anche non servire nulla a bordo ma intanto si sono già imbarcati ubriachi e questo è un problema.
Però anche voi vendete alcolici e quindi fate concorrenza agli aeroporti su questo.
«Intanto gli aeroporti beneficiano dei ritardi vendendo più alcolici, ma poi il problema ce lo dobbiamo gestire noi. La durata media dei nostri voli è di un’ora e un quarto, non c’è molto tempo per vendere. Negli aeroporti se bisogna aspettare 3 ore si possono bere sei o otto boccali di birra. E francamente non capisco come sia possibile che, come succede in Irlanda e Regno Unito, i pub debbano servire alcolici già alle 7 del mattino. Ma perché?».
[...] Wizz Air dice di avere costi bassi come i vostri.
«Spendono il 60% in più di noi per far volare gli aerei. Per questo non possono competere con noi, si ritirano pure nei mercati dove dominavano come l’Albania e portano gli aerei a volare in Medio Oriente e Asia dove noi non ci siamo».
Sta sfumando per lei il bonus da 100 milioni di euro nel caso le azioni della compagnia dovessero sfondare per un mese di fila i 21 euro.
«Devo dire che eravamo arrivati vicini a quel dato in primavera, ma poi le azioni sono scese, oggi sono a 15 euro. Quindi quel bonus è sfumato. Ma chi se ne importa. C’è sempre lo stesso bonus se porto i profitti a 2,2 miliardi di euro all’anno entro il 2028».
Che ne sarà del suo futuro?
«Sono ancora troppo giovane per pensarci. Il mio contratto scade nel 2028 quindi è un po’ presto per iniziare a parlarne con il consiglio di amministrazione, cosa che penso accadrà dal 2026 in avanti. La principale sfida direi che è quella di arrivare vivo».
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