DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
«Descalzi mi disse che il mio continuo fare domande sulle procedure per l' acquisizione del giacimento petrolifero OPL- 245 in Nigeria paralizzava la società » . Lo ha detto l' ex consigliere di Eni Luigi Zingales sentito come teste al processo nel quale sono imputati per corruzione internazionale tra gli altri l' attuale numero uno del gruppo italiano, Claudio Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni, le stesse Eni e Shell con quattro suoi ex dirigenti, Luigi Bisignani e l' ex ministro del petrolio nigeriano Dan Etete.
Zingales, rispondendo al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, ha spiegato di essere stato nominato nell' aprile 2014 per volontà del ministero del Tesoro, di essere entrato in carica nel mese successivo e di essersi accorto dell' esistenza di «un buco nella governance» , di «carenze» e « criticità» nella trattativa sul giacimento nigeriano tali da indurlo a chiedere informazioni e documenti.
A Zingales sembrava strano che Eni usasse un intermediario, Obi Emeka, su cui gli avevano detto che non era stata fatta una due diligence. Emeka era titolare della Malabu, società che possedeva il giacimento acquistato da Eni e dietro la quale si celava il ministro Dan Etete. Il legame era noto fin dal 2007, ma l' ex ad di Eni Paolo Scaroni lo negò in una audizione; « Disse che dai controlli effettuati non erano emersi collegamenti tra Malabu e Dan Etete».
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