
DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING…
1. COSA MAI AVRANNO DA RACCONTARSI GIOVEDÃ PROSSIMO A MILANO ELKANN E DE BENEDETTI?
C'è qualche mattacchione a Milano che sarebbe pronto a regalare un abbonamento alla Scala e una foto ad Arcore di Nicole Minetti pur di sapere che cosa pensa Carletto De Benedetti della situazione nel Gruppo editoriale Rcs.
Nessuno l'ha visto sorridere per le difficoltà in cui versa il "Corriere della Sera", la corazzata malconcia che rischia di lasciare definitivamente il passo ai sottomarini di "Repubblica" che sotto la guida ispiratrice di Scalfari e D'Alema hanno la formidabile capacità di affossare la sinistra.
Sarebbe davvero interessante conoscere il giudizio dell'Ingegnere sull'aumento di capitale di Rcs e sul riassetto dei grandi soci che, ad eccezione dello scarparo marchigiano Diego Della Valle, finora hanno messo sul piatto 339 milioni. Quando l'operazione sarà finita e le banche avranno accettato di ristrutturare il credito, ad Rcs arriveranno 600 milioni utili per pagare soprattutto i debiti.
Carletto De Benedetti ha molti difetti ma sa fare i conti e non gli sarà sfuggito che a fronte di passività correnti per i prossimi 12 mesi di 750 milioni, alla fine della musica resterà un tesoretto di soli 101 milioni per rilanciare il piano di sviluppo concepito dal povero Scott Jovane.
à molto probabile che questo argomento sarà uno dei temi principali nella colazione che si terrà giovedì prossimo alle ore 13 in via Ciovassino, l'abitazione e quartier generale dell'Ingegnere, ma tra le pietanze dovrebbero esserci anche altri argomenti sempre legati al mondo terremotato dell'editoria.
Tra gli ospiti infatti del pranzo esclusivo ci saranno John Elkann, che si è battuto come un tigrotto per l'aumento di capitale Rcs, accompagnato da Luigi Vanetti, l'ingegnere elettronico 59enne che è entrato alla "Stampa" nel 1980 e occupa la carica di amministratore delegato dell'Itedi, la società editrice del quotidiano torinese. E non mancherà , accanto a Carletto, Monica Mondardini, la manager di Cesena che nel dicembre 2008 è diventata amministratore delegato del Gruppo Espresso.
La presenza intorno al tavolo dei sabaudi fa pensare che il giovane Yaki dopo l'estenuante battaglia con i soci di Rcs dal braccino corto, cerchi di sondare il terreno per un'alleanza nel settore della pubblicità . Da tempo si parla di costituire una piattaforma unica per raschiare il barile in un settore che soffre maledettamente e sta mandando in rosso i conti dei giornali. Chissà se tra Carletto e John con i relativi scudieri ,Vanetti e Mondardini, non nasca un interessante patto di collaborazione.
2. COME MAI IL FINANZIERE DAVIDE SERRA HA INCONTRATO CAMERON?
Tra gli italiani che lavorano a Londra nella City si parla molto in queste ore di Davide Serra, il finanziere genovese laureato alla Bocconi che nel 2006 ha messo in piedi il Fondo Algebris.
Le chiacchiere nascono da una fotografia scattata con il teleobiettivo a Downing Street dove si vede chiaramente Serra mentre esce dalla residenza del primo ministro Cameron con un pacco di documenti su cui spicca il logo Algebris.
La foto è finita immediatamente su "Times" , "Daily Telegraph" , e nei pub fetenti di Londra si sono sprecate analogie con il "pizzino" di Epifani che indicava l'elenco dei manager difesi dal partito. In realtà non è affatto chiaro se il piccolo scoop sia stato involontario oppure studiato ad arte dal giovane finanziere che dopo il suo intervento alla Leopolda di Firenze ha dato 100mila euro a Matteo Renzi per la campagna elettorale.
Di sicuro comunque c'e' il fatto che Serra non è entrato negli uffici del primo ministro David Cameron per spendere parole in favore del sindaco di Firenze che, dopo le polemiche, ha preso le distanze fino a considerare un errore la cena organizzata dall'amico finanziere durante la sua campagna elettorale.
Secondo la versione dei quotidiani inglesi (ripresa con enfasi particolare anche dal settimanale "Milano Finanza") il patron di Algebris che gestisce un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari avrebbe varcato la soglia di Downing Street per presentare uno studio sulla banca RBS (Royal Bank of Scotland) che se la passa molto male per i debiti accumulati fino a 45 miliardi di sterline.
L'istituto è sorto ad Edimburgo nel 1727 ed è diventato una potenza con oltre 140mila dipendenti che operano nel campo della finanza e delle assicurazioni. Purtroppo la gestione fa acqua da tutte le parti e l'attuale amministratore delegato Stephen Hester (classe 1960, cinque figli e moglie canadese da cui si è separato) dovrebbe lasciare la sua poltrona entro la fine dell'anno.
La banca è detenuta dallo Stato all'81% e,a quanto si dice nei pub sul Tamigi, Serra avrebbe presentato agli uomini di Cameron il progetto di privatizzarla. C'è chi in Italia si spinge più in là e arriva a ipotizzare che nella sua missione a Downing Street l'uomo di Algebris ,che nella foto esibisce un Polar di plastica utile a misurare i battiti cardiaci, abbia perorato la causa di Matteuccio Arpe, l'ex-rothweiller di Mediobanca e Capitalia che si è concentrato sulle attività della sua boutique Sator e di Banca Profilo.
à un'ipotesi suggestiva ma priva di fondamento perché Arpe, più anziano di sette anni rispetto a Serra, sta ancora meditando sulla condanna a tre anni e sette mesi che pochi giorni fa gli è stata inflitta per la vendita delle acque minerali Ciappazzi.
Solo quando si sarà ripreso da questa brutta vicenda, che ha fatto godere oltremodo gli ex-nemici di Mediobanca, Matteuccio potrebbe decidere il suo destino sapendo che per gli inglesi la reputazione è sinonimo di assoluzione.
3. PAUL KRUGMAN SMONTA COME UN LEGO GLI ERRORI SULL'INFLAZIONE DI MARIO DRAGHI
Forse bisognerebbe dimostrare maggior calore a Mario Draghi per la battaglia che sta facendo a Francoforte in attesa della sentenza della Corte di Karlsruhe sulla legittimità dello scudo antispread.
Con uno sforzo enorme SuperMario si è presentato una settimana fa negli studi televisivi dell'emittente tedesca Zdf per difendere le sue ragioni e per assicurare l'opinione pubblica che lo scudo non intacca minimamente il ruolo della BCE "pronta a fare qualsiasi cosa per preservare l'euro".
Il guaio è che oltre all'attesa per le decisioni della Corte e alle polemiche incessanti del presidente della Bundesbank, Draghi riceve bacchettate inattese anche fuori dalla Germania.
L'ultima gli è arrivata sabato da Paul Krugman, il barbuto economista dell'Università di Princeton che forte del premio Nobel conquistato nel 2008 imperversa come columnist sui giornali di mezzo mondo.
"Draghi non si faccia tentare": è questo il titolo del missile sparato dal 60enne fautore di una politica neo-keynesiana, e con questo titolo il suo pezzo è apparso sul "Sole 24 Ore" farcito di pesante ironia. Prendendo spunto da una risposta che il Presidente della BCE ha fornito a un giornalista spagnolo durante l'ultima conferenza stampa, Krugman smonta senza riguardo le risposte che SuperMario ha dato alle domande del giornalista sull'inflazione e la deflazione.
Per quanto riguarda la prima ,l'inflazione,pare che l'uomo della BCE ,che davvero sussurra ai potenti, abbia detto testualmente: "il fatto che l'inflazione sia bassa non è un male di per sé. Con un'inflazione bassa si possono fare più acquisti", e ha aggiunto di non vedere alcuna deflazione, il vero pericolo che dobbiamo temere".
Dalla scrivania che domina il Campus dell'università di Princeton, Krugman ha bollato come un "errore ingenuo" la tesi di Draghi e si è chiesto: "non insegniamo forse agli studenti di economia del primo anno che bassa inflazione significa anche crescita inferiore degli utili e che il costo dell'inflazione non ha niente a che vedere con un ridotto potere d'acquisto?".
Poi il barbuto Krugman ha smentito che la deflazione sia un problema e alla fine ha cercato di giustificare Draghi perché "forse sta semplicemente giocando con i falchi dell'inflazione che siedono nel suo consiglio". Ma a suo avviso negare la depressione in Europa: "...beh, è molto deprimente".
4. I FURIOSI DELL'ITALIA DIGITALE: RAGOSA E PARISI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che domani si terrà a Roma presso il Centro Congressi Frentani un summit al quale partecipano i maggiori esponenti politici e imprenditori dell'Italia digitale.
Sull'araba fenice dell'Agenda Digitale è in atto da un anno un braccio di ferro che Enrico Letta ha cercato di risolvere con la nomina del manager Francesco Caio nella cabina di regia di Palazzo Chigi. La scelta del premier che con vezzo anglofono è stato definito "mister Agenda Digitale", ha letteralmente spiazzato i numerosi pretendenti a gestire la partita della modernità dello Stato e del Paese.
Nell'elenco dei delusi il primo posto spetta sicuramente ad Agostino Ragosa, l'ex-dirigente Telecom che fino a giovedì scorso era convinto di tirare le fila della nuova Agenzia. L'incazzatura di Ragosa è seguita a ruota da quella di Stefano Parisi che ha sgomitato in Confindustria e nei partiti per diventare l'interlocutore privilegiato del Governo.
Nel summit di domani Caio non sarà presente e molti scommettono che non riuscirà a conciliare gli impegni industriali con la nuova carica".
DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING…
DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI…
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…