DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
Adriano Bonafede per Affari & Finanza – La Repubblica
Valter Mainetti è seduto nel salottino della stanza "presidenziale" all'ultimo piano dei suoi prestigiosi uffici in Via del Tritone a Roma. Indossa un abito scuro, non più a doppiopetto come usava fare un tempo, ma a un petto solo, e la cravatta celeste su camicia bianca. Dalla sua posizione può ammirare la vetta del Quirinale.
Mainetti, presidente del gruppo immobiliare Sorgente, con una massa di fondi in gestione di 5,2 miliardi ma con l'ambizioso obbiettivo di arrivare a 6 miliardi nel 2018, sta ancora combattendo una lunga battaglia con una fazione dell'Enasarco, l'ente di previdenza degli agenti di commercio, e in particolare con l'ex presidente Brunetto Boco e con l'ex direttore finanziario, Roberto Lamonica, che peraltro è stato licenziato qualche mese fa.
Boco però è ancora un membro del consiglio d'amministrazione oggi presieduto da Gianroberto Costa. Motivo dello scontro i fondi immobiliari Megas e Michelangelo II, sottoscritti (per la maggioranza delle quote) dallo stesso ente nel 2009, che secondo l'ex presidente avrebbero reso troppo poco danneggiando l'ente di previdenza.
La questione è molto intricata e ha portato a un contenzioso che si trascina da mesi e che ha visto l'intervento a vario titolo delle diverse authority di controllo (Banca d'Italia, Covip, Consob, ministero del Lavoro, commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali). La guerra fra Boco e Mainetti sta andando avanti a colpi di carte bollate, di denunce penali e controdenunce, che riguardano anche le commissioni percepite negli anni da Sorgente, considerate troppo elevate: «Abbiamo comunque ricontrattato con Enasarco un ridimensionamento delle nostre fee perché in effetti il mercato è cambiato negli ultimi anni».
Ma la guerra giudiziaria riguarda soprattutto altro: Boco voleva costringere Mainetti a dare in gestione ad altri il fondo Megas; a tal fine ha fatto firmare a quest'ultimo un contratto capestro, poi impugnato. Nel frattempo il nuovo presidente dell'Enasarco Costa ha convinto il consiglio d'amministrazione di Enasarco ad accettare l'offerta a Sorgente del colosso immobiliare americano, Hines, che si è offerto di rilevare gli immobili del fondo Megas per circa 500 milioni: la due diligence è praticamente finita e nei prossimi giorni l'offerta dovrebbe essere formalizzata: gli immobili - su cui Enasarco dovrebbe ottenere un plusvalenza di una trentina di milioni - verranno rilevati da un altro fondo immobiliare lanciato e gestito dalla stessa Sorgente.
Ci sarà in sostanza un cambiamento della proprietà. Sorgente, infatti, è perlopiù un gestore di fondi immobiliari sebbene all'interno del suo gruppo vi sia spazio per altre attività: Nova Re è infatti un siiq quotata che ha circa 150 milioni di immobili propri dati in affitto. «E poi - spiega Mainetti - ci sono altri 250 milioni di immobili della capogruppo».
Ci sono infine le attività editoriali, ultimo innamoramento del presidente, che qualche anno fa rilevò la proprietà di "Foglio" fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa (è una coop fra giornalisti che lo gestisce). Da poco Mainetti ha rilevato il 30 per cento della Gazzetta del Mezzogiorno e sta trattando per rilevarne il restante 70 per cento. Mainetti è già pronto a cantare vittoria se gli immobili del fondo Megas saranno venduti, come appare probabile, a Hines che li affiderà di nuovo a Sorgente per la gestione.
«L'Italia fa gola a molti investitori internazionali quando i beni sono appetibili». E dentro Megas ci sono molti immobili di pregio come l'ex galleria Colonna (oggi Galleria Alberto Sordi) e c'è anche - ciliegina sulla torta - una quota del grattacielo Flatiron di New York. «I valori immobiliari italiani sono in questo momento tra i più bassi del mondo occidentale. Prima o poi ci sarà una ripresa dell'attività immobiliare classica, ma è vero che oggi mancano ancora all'appello le nuove costruzioni».
Fino a qualche anno fa a Mainetti era andato tutto per il verso giusto. Aveva liquidato i sottoscrittori dell'unico fondo retail (Caravaggio) facendogli guadagnare qualcosa (grazie a un'Opa lanciata da un altro fondo del gruppo), in un momento in cui i valori immobiliari crollavano mettendo in difficolti molti gestori.
Due anni fa il caso Sorgente Res: questa società che avrebbe dovuto raccogliere 500 milioni oltre al conferimento di 500 milioni di immobili della stessa Sorgente, ne raccolse soltanto 200, facendo saltare i piani di quotazione in Borsa. Del resto, in quel momento anche Ipo di Domus da parte del gruppo Caltagirone era saltata.
Sia Mainetti che Caltagirone si sono poi consolati in modi molto simili: il primo ha comprato una scatola vuota già quotata (Nova Re] in cui ha immesso 150 milioni di immobili. Il secondo ha fatto acquistare Domus da Vianini Industria (che era già quotata), trasformando quest'ultima in una siiq immobiliare.
«Per Nova Re è stato già deliberato un aumento di capitale per arrivare a 400 milioni», dice Mainetti. «Lo eseguiremo quando il mercato immobiliare sarà pronto». Ma prima bisognerà chiudere il contenzioso con l'Enasarco: «Venderemo anche gli immobili del comparto Michelangelo, l'altro fondo in cui ha investito l'ente che dovrà chiudere entro il dicembre del 2018», annuncia Mainetti.
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