DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Aldo Fontanarosa per ''la Repubblica''
La Francia automobilistica guarda al Giappone, più che all' Italia. Parla con la Nissan molto più che con la nostra Fca. Il ministro francese dell' Economia Bruno Le Maire, che pure ha un passato come diplomatico, chiarisce la sua strategia filo-giapponese proprio qui da noi, ieri, al Forum Ambrosetti di Cernobbio. In casa nostra, Le Maire spiega che il primo passo - obbligato - sarà rafforzare l' alleanza tra la Nissan e la Renault (dove lo Stato francese ha un quota del 15,01%, primo azionista).
Insieme le due aziende (Nissan e Renault, alleate da vent' anni) dovranno aggiornare la «visione industriale », aggiunge Le Maire, adesso che il mercato si trasforma con le auto elettriche e quelle a guida autonoma. Ai giornalisti che gli chiedono delle nozze eventuali tra Renault ed Fca, Le Maire conferma che queste sono davvero molto eventuali. Aprire un fronte italiano, intanto che è aperto quello giapponese, non è saggio.
Domani, lunedì, sarà possibile valutare l' impatto che le parole di Le Maire avranno sul titolo della Fca. Il calo non è scontato. A inizio settembre, le azioni di Fca sono andate bene perché gli investitori scommettono ormai su una marcia a due tappe. Appena i francesi e i giapponesi avranno rivisto i termini della loro intesa, subito dopo potranno riprendere il dialogo con l' italiana Fca. In questo schema, la schiarita nei rapporti tra Francia e Giappone non ostacola - e semmai facilita - un accordo con l' Italia, sia pure rinviato al 2020.
Al momento, la Renault ha il 43,4% della Nissan; mentre la Nissan ha solo il 15% della Renault. Da tempo, i giapponesi premono perché la partecipazione incrociata sia riequilibrata in loro favore. I francesi sono disposti a questo riassetto perché considerano la Nissan un alleato strategico, e perché il mercato giapponese è molto più vitale di quelli europei (come dimostra il boom di vendite ad agosto, soprattutto per camion e autobus). Il problema è che Nissan manca al momento di una guida salda e di un capo negoziatore, dopo il testacoda di cui è stato vittima l' ad e presidente Hiroto Saikawa. Giovedì, Saikawa ha ammesso di aver ricevuto compensi economici in realtà «non dovuti».
Sono gratifiche collegate all' andamento del titolo Nissan, che ora Saikawa si è impegnato a restituire. La stampa giapponese ha parlato di decine di milioni di yen. La cifra è alta anche se non altissima (visto che un milione di yen è pari a 8.400 euro). In ogni caso, le sue ammissioni hanno sconvolto un' azienda dove Saikawa - assunto a 24 anni, nel 1977, fresco di laurea - era una bandiera. Già domani il Consiglio di amministrazione di Nissan tenterà un accordo sul nome del successore. Cercherà dunque il manager che dovrà trattare con la Francia; più tardi eventualmente anche con gli italiani.
jean dominique senard con hiroto saikawahiroto saikawa 3fca renault
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