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Carlo Festa per il "Sole 24 Ore"
Sono al lavoro i private equity Cvc e Advent, con il supporto della banca d'affari Nomura, per studiare la situazione in evoluzione su Tim e, nel caso ci siano le condizioni, per mettere sul tavolo una proposta in competizione con quella di Kkr . Sono due i nodi attualmente all'esame del consorzio Cvc-Advent: il primo è politico, in quanto per avvicinarsi al dossier Tim bisogna prima avere il via libera dalle istituzioni a effettuare un'operazione amichevole e di sistema.
Passaggio che Kkr sembra avere, in prima battuta, superato. Il secondo è finanziario: da una parte c'è la congruità del prezzo che potrebbe essere offerto e, dall'altra, la mole complessiva dell'operazione visto che Tim potrebbe essere valutata 11 miliardi di euro, ma si porta in pancia anche debiti per 35 miliardi che essere rifinanziati in caso di cambio di controllo. Intanto domenica sera, dopo la fine del board di Tim a sottovalutare l'offerta di Kkr, un messaggio è arrivato in modo chiaro: un portavoce ha infatti spiegato che Advent e Cvc si dicono «aperti volto al dialogo con tutti gli stakeholder, per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale di Tim».
I pro e contro per i potenziali nuovi offerenti sono evidenti. Lo svantaggio è ovviamente a partire dopo Kkr, che è un passo a tutti: è già socio di FiberCop, ha avviato avanti con il Governo e le istituzioni e ha mandato una manifestazione d'interesse al board di Tim. Senza dimenticare che l'intervento della stessa Kkr sembra in accordo con l'amministratoe delegato di Tim, Luigi Gubitosi. Kkr ha inoltre grande esperienza nel settore delle telecomunicazioni, anche se non sempre è riuscito nei suoi obiettivi: qualche mese fa ha, ad esempio, provato a comprare senza successo l'olandese Kpn.
Ma la possibile discesa in campo di altri fondi può contare su alcuni elementi di debolezza presenti nell'offerta di Kkr. A cominciare dal fatto che si tratta, appunto, di una manifestazione d'interesse non vincolante e indicativa, soggetta a quattro di «due diligence», dove viene indicatore un prezzo di offerta ipotetico: appunto 50,5 centesimi con un premio del 46 % rispetto alla chiusura di venerdì, ma solo del 7% superiore al picco del 2021 del titolo Tim in Borsa.
La cordata Cvc-Advent, secondo indiscrezioni, riterrebbe infatti la valutazione di Kkr inferiore alla somma delle parti del gruppo telefonico. Una valutazione che sembra in linea con quanto ha fatto trapelare il socio francese Vivendi, che ha le azioni in carico a circa 1 euro e che quindi al prezzo offerto da Kkr dovrebbe archiviare in bilancio una netta minusvalenza. Inoltre la manifestazione d'interesse di Kkr non è soggetta alla «passivity rule», quindi in linea teorica è possibile l'ingresso sulla scena di altri contendenti, anche se la vicenda è, in modo evidente, assai complessa. Detto questo, si tratta dunque di una partita a scacchi dove sono coinvolti una pluralità di soggetti. Il dossier Tim ormai da qualche anno stava attirando le mire dei private equity internazionali.
A frenare qualsiasivelleità erano state trascurare una serie di motivazioni: da una parte politiche collegate alla rete e agli asset strategici per il Governo e dall'altra finanziarie, con la posizione forte di Vivendi nel capitale del gruppo, ma anche il ruolo di garante di Cdp. Tuttavia, la situazione appare cambiata negli ultimi mesi. K non pare abbia ricevuto opposizione al deal dal Governo, anche se il Golden Power potrebbe ancora porre vincoli su rete fissa e Sparkle: quindi la vicenda Tim potrebbe diventare esclusivamente di mercato ea vantaggio dell'azionariato diffuso.
Ora resta da capire se la posizione del Governo potrebbe essere favorevole anche ad altri interlocutori ed è proprio questo che Cvc e Advent starebbero cercando di capire. A lavorare sull'operazione di sarebbe anche Marco Patuano, che è senior advisor di Nomura.
Cvc e Advent sono due fondi specializzati sul settore delle telecomunicazioni e dei media. Sono già stati alleati in altre possibili operazioni, come ad esempio nell' offerta su una dove dei diritti tv della newco far confluire i diritti tv Serie A di calcio. L'operazione con i fondi poi non è decollata, per la contrarietà dei presidenti di club, ma guarda caso il tema del calcio è ora all'attenzione di Tim con il recente accordo con Dazn, che sta avendo per il momento risultati deludenti
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