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Pierluigi Bonora per “il Giornale”
Ferrari deve 2,7 milioni al suo ex studio legale e non ne vuole sapere di onorare la maxi-parcella. Il contenzioso finisce così in tribunale. A Milano, domani alle 12, il giudice Stefano Botto, terrà l' udienza di ammissione dei mezzi istruttori dopo che in marzo c' è stata la costituzione delle parti. A reclamare la somma è lo studio Miccinesi e l' avvocato Giulio Azzaretto, fino al 31 marzo del 2014 al fianco della Casa di Maranello, allora guidata da Luca di Montezemolo.
Ad alzare fin da subito un muro rispetto alle richieste dei legali sarebbe l' attuale presidente Sergio Marchionne. Un «no» reiterato che, a quanto si apprende, avrebbe causato la cancellazione, da parte dello studio legale, del precedente accordo su una parcella «scontata»: i 2,7 milioni rappresenterebbero l' applicazione alla lettera della tariffa relativa ai vari incarichi svolti per conto di Ferrari.
marchionne montezemolo ferrari
Sono una cinquantina le cause vinte dallo studio a favore di Maranello. La vicenda riguarda la revoca, alcuni mesi prima del cambio della guardia alla «Rossa», della gestione del marchio e di una serie negozi del Cavallino in Italia e in Europa, alla società Arp (Advanced retail project) che fa capo a Lorenzo Bassetti, cognato di Montezemolo. Fu lo stesso ex presidente di Ferrari a far diventare Bassetti, prima consulente del Cavallino e poi partner, con l' intenzione di rilanciare le attività di merchandising.
La decisione da parte di Fca di quotare Ferrari a Wall Street e i rapporti sempre più tesi tra Marchionne e Montezemolo, avevano accelerato la decisione di riportare la licenza del marchio, valutato 4 miliardi, sotto l' egida di Maranello. Sarebbe stato infatti imbarazzante spiegare agli investitori Usa che, a occuparsi del merchandising, fosse il cognato dell' ex presidente. Per Bassetti, infatti, il business Ferrari ha sempre rappresentato la fonte di reddito più importante e la decisione del cda di Maranello è stata per lui una grossa tegola.
Sul prospetto informativo inviato alla Sec, in vista dello sbarco a Wall Street, si fa cenno ad accantonamenti nel 2014 per dispute legali pari a 12,8 milioni e la parte più rilevante di essi riguarderebbe proprio una litigation con un ex distributore. Tutte le tappe della vicenda sono state seguite da Miccinesi e Azzaretto che ora hanno presentato il conto. C'è da attendersi che il giudice chiamerà a testimoniare, tra gli altri, anche Montezemolo e Marchionne. E, per la prima volta, il duello infinito tra i due dalle scaramucce verbali approderà in un' aula giudiziaria.
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