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Angela Geraci per "Corriere.it" - Foto dal "Daily Mail"
Evidentemente l'argomento non lo appassionava moltissimo e il suo iPhone così a portata di mano era una tentazione troppo forte. Così, mentre i suoi colleghi discutevano dell'opportunità di appoggiare o meno un intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria, il senatore repubblicano dell'Arizona John McCain ha pensato bene di concedersi una partitina a poker. A «incastrarlo» è stata la fotografa del Washington Post Melina Mara che ha subito pubblicato l'immagine sul sito del giornale.
IL TWEET - Ma, come se la notizia non fosse già abbastanza sorprendente di per sé, l'ex sfidante di Obama alle presidenziali del 2008 ha saputo fare di meglio. Quando lo scatto ha iniziato a girare vorticosamente su Twitter, il 77enne ha risposto sprezzante sul sito di microblogging con la seguente frase: «Scandalo! Sorpreso mentre gioco con l'iPhone dopo più di tre ore di seduta del Senato - e la cosa peggiore è che ho perso!».
Peccato che quella seduta - così noiosa per il senatore - riguardasse la reazione militare statunitense alla guerra civile che in Siria, dal marzo del 2011, ha causato oltre 100mila morti (e in particolare all'attacco del 21 agosto con il gas nervino che ha causato 1.400 vittime). Alla fine, per la cronaca, i leader della commissione Esteri del Senato americano hanno raggiunto un accordo sulla bozza di autorizzazione per l'uso di forza militare contro Damasco e il testo sarà votato in commissione mercoledì.
LE REAZIONI - Immediate le reazioni infuocate sul «caso McCain» (soltanto l'ultima gaffe di una lunga serie). Tanti gli americani rimasti scandalizzati dalla faciloneria, superficialità e arroganza del politico di lungo corso. Qualche commento da Twitter: «à assurdo aspettarsi che chi ci ha spinto in due, e ora forse tre guerre presti tutta la sua attenzione!».
Oppure: «Sì, non dovremmo aspettarci che i nostri senatori siano in grado di rimanere concentrati per più di tre ore intere: dopo tutto si tratta solamente di bombardare un altro Paese». Ma c'è anche chi invece continua ad appoggiare incondizionatamente il senatore ex veterano del Vietnam arrivando a definirlo «eroe!».
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