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Anthony Cuthbertson per “International Business Times”
La “Apple” è stata accusata da un ex impiegato di di andare contro i valori di Steve Jobs, imponendo una dannosa cultura di manipolazione e intimidazione. Ben Farrell ha dettagliato la sua esperienza di due anni come manager del servizio clienti: «Non sono più parte del collettivo “iCult”, i cui meccanismi interni sono sporchi. E’ un club maschile dove conta più la percezione che la sostanza, l’incarico più del talento.
Si raccontano storie di successi solo per intimidire i nuovi arrivati che non hanno mai sperimentato la vita corporativa. Le storie si raccontano centinaia di volte anche dopo il lavoro, davanti a birre e a manager ubriachi che ricordano i dirigenti che licenziavano e chiudevano le sedi per strategia. E i nuovi boy scout si impressionano davanti a tanto potere. Come gli imperatori cinesi, l’azienda si ritiene il centro dell’universo, non è un caso che il nuovo campus abbia la forma di astronave spaziale.
L’ironia è che una delle aziende più grandi al mondo, che si fregia di creatività e innovazione, operi in un simile modo, aggressivo e sarcastico. “Apple” non rispetta malattia, emergenze familiari e matrimoni. Non mi hanno permesso di andare a trovare mia moglie incinta, sono stato “cazziato” per essere mancato in seguito a una caduta dalle scale che mi fece finire in ospedale.
Quando mi sono beccato un virus, ho ricevuto una email in ospedale dove mi si chiedeva di completare urgentemente una presentazione, invece di darmi sostegno morale. Hanno fatto lo stesso il giorno del mio matrimonio. Ricevevo messaggi in continuazione, testi molesti ogni 15 minuti in cui mi si chiedeva: “Sei on line?». Ricevevo rudi messaggi vocali se facevo anche solo un minuto di ritardo. A lungo ho fatto il poliziotto a Sydney, so cos’è la pressione e lo stress, ma alla “Apple” la cosa è disgustosa, si tratta di giochi mentali fatti ad arte.
Lo spirito di squadra non esiste, le riunioni sono studiate in modo da prendersi gioco degli impiegati meno rispettati. Gli individui vengono continuamente attaccati per soddisfare il proprio ego. La loro politica è incongruente con i valori che predicano. Lo dice uno che ha amato il marchio e i suoi prodotti. Ma ho dato le dimissioni, per reclamare la mia creatività, la mia individualità e il libero pensiero. Steve Jobs diceva di non restare intrappolati nei pensieri e nelle opinioni altrui e di ascoltare la voce interiore. Grazie Steve, ho scelto di seguire il tuo consiglio.
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