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Rosario Dimito per “il Messaggero”
Non solo drastica contrazione dei costi fino a 250 milioni annui, ma anche minore prudenza nella stima dei ricavi al 2021 utilizzando una spinta commerciale più aggressiva all' interno della riconversione di Alitalia in un doppio livello di servizio tra low cost sulle tratte domestiche e compagnia competitiva su quelle a medio-lungo raggio. Poi, dopo aver stabilizzato l' azienda, sarà possibile passare alle alleanze con in pole position Lufthansa, già partner di Etihad in Airberlin.
Oggi il team del ceo Cramer Ball dovrebbe incontrare i rappresentanti dei grandi soci: Etihad (49%), Intesa e Unicredit, (20,5%) (12,9%) per presentare la nuova bozza del piano industriale sulla quale Roland Berger e Kpmg avrebbero fatto alcune osservazioni preliminari, in vista della partenza del negoziato che potrebbe protrarsi fino al 31 marzo, data di scadenza dell' accordo di moratoria sottoscritto a gennaio. La cassa della compagnia assicura ossigeno fino a metà aprile, poi si riproporrebbe l' allarme già scattato in dicembre quando Etihad ha dovuto convertire un bond da 220 milioni oltre a concedere 100 milioni di liquidità mentre Intesa Sp, Unicredit e Mps hanno riaperto il rubinetto per 135 milioni di cui una cinquantina in factoring.
Va detto che le grandi banche vorrebbero una strategia commerciale più spinta sull' intercontinentale con pacchetti commerciali simili a quelli dei competitor allo scopo di aumentare i ricavi e quindi l' ebit: le prime proiezioni sarebbero davvero contenute, con una crescita nel 2017-2018 troppo bassa del giro d' affari (rispettivamente a circa 2,8 e 2,9 miliardi). Gli istituti vorrebbero anticipare la ripresa del risultato ante oneri finanziari visto che nel 2019 sarebbe stimato ancora in rosso di 150 milioni.
Nella metamorfosi sui voli domestici, sviluppati da una divisione interna e non più da una società autonoma come sembrava in modo da contenere i costi - con una formula molto economica dove i principali servizi di bordo saranno a pagamento - sarebbe previsto un drastico taglio di assistenti di volo e piloti per circa 2 mila dipendenti, in aumento rispetto ai 1600 ipotizzati nell' originaria versione bocciata dalle banche.
paolo dionisi con al sayegh e al mubarak del fondo mubadala con montezemolo e ron barrott di aldar
Questo sarebbe frutto di una aumento dei tagli annui da 160 ad almeno 250 milioni ipotizzati nella nuova bozza. Troppo pochi per le banche, che vorrebbero risparmi maggiori. Più altri 2 mila tagli tra i dipendenti delle aziende in outsourcing.
IL FRONTE
Difficile però che la manovra lacrime e sangue superi l' esame dei sindacati che, lo hanno detto a più riprese nel vertice di venerdì scorso con l' azienda, sono pronti a proclamare nuovi scioperi se il contratto verrà stravolto al momento del rinnovo, ovvero a maggio. Insomma, i margini sono stretti anche se la compagnia ha fatto capire che il modello low cost è l' unico che consente una sostenibilità economica nel medio periodo. Alternative non ce ne sono. Anzi, l' unica strada è proprio la riduzione dei costi per evitare l' avvitamento dei conti e il fallimento.
Proprio per fare il punto e illustrare la situazione il presidente di Alitalia Luca Cordero di Montezemolo è volato ad Abu Dhabi. L' obiettivo è quello di serrare i ranghi in un momento cruciale per la compagnia tricolore, rafforzando la coesione tra il socio arabo e gli italiani che, dopo il via libera al piano industriale, dovranno nuovamente mettere mano al portafogli e trovare un punto d' intesa.
Montezemolo, che ha già salvato la compagnia dal fallimento prima di Natale e sta tenendo in vita il vettore con una costante opera di mediazione, secondo i rumors, avrebbe manifestato più volte l' intenzione di lasciare. Almeno dal mese di novembre, dicono fonti ben informate, il presidente avrebbe voluto farsi da parte. E' invece restato al suo posto per spirito di servizio.
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