DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È…
MOODY’S HA ALZATO IL RATING DELL’ITALIA DA BAA3 A BAA2, DOPO CHE IN MAGGIO AVEVA GIÀ MODIFICATO DA “STABILE” A “POSITIVO” L’OUTLOOK – È IL PRIMO UPGRADE PER IL NOSTRO PAESE IN 23 ANNI, L’ULTIMO FU NEL 2002 CON IL SECONDO GOVERNO BERLUSCONI – TRA LE NOTE NEGATIVE SOTTOLINEATE DA MOODY’S IL LIVELLO DEL DEBITO PUBBLICO: “RESTERÀ ELEVATO E LA SUA SOSTENIBILITÀ TENDERÀ A INDEBOLIRSI GRADUALMENTE” – L'ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA DELLA LINEA DEL RIGORE IMPOSTA DA GIORGETTI: NEL TERZO TRIMESTRE IL PIL ITALIANO È RIMASTO FERMO...
Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per www.repubblica.it
GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Anche Moody’s ha detto sì. Il rating dell’Italia sale da Baa3 a Baa2, dopo che in maggio la maggiore agenzia di rating internazionale aveva già modificato da stabile a positivo l’outlook per il nostro Paese. «Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia», dice in una nota il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
A migliorare la valutazione sul debito pubblico italiano – spiega Moody’s – è la constatazione che «i fondamentali economici del Paese, inclusa la solidità dell’economia, sono migliorati in modo significativo; la solidità delle istituzioni e della governance è anch’essa aumentata; la forza fiscale e finanziaria, compreso il profilo del debito, non ha mostrato cambiamenti rilevanti; la vulnerabilità a rischi specifici non è mutata in modo sostanziale».
Moody’s, che mantiene a questo punto stabile l’outlook, spiega che «l’Italia sta compiendo buoni progressi nel raggiungere le tappe e gli obiettivi del Pnrr, risultando in testa tra tutti i Paesi dell’Ue per numero di richieste di pagamento e di erogazioni», e che riuscirà a utilizzare in pieno i 194,4 miliardi del piano.
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E ancora, «il solido settore bancario, i bilanci robusti del settore privato e la posizione esterna equilibrata rappresentano ulteriori fattori di sostegno alla stabilità economica», anche se – dice Moody’s – c’è un «effetto frenante sull’economia potenziale derivante dall’invecchiamento della popolazione».
Sul fronte del deficit e del debito, l’agenzia spiega che «in un contesto di stabilità politica e di continuità nelle politiche economiche, ci si attende che il governo italiano continui nel percorso di consolidamento fiscale attraverso misure su entrate e spese», con una riduzione del rapporto debito/Pil dal 2027, anche se «il livello del debito pubblico resterà elevato e la sua sostenibilità tenderà a indebolirsi gradualmente, poiché i tassi d’interesse più alti degli ultimi anni si tradurranno in costi di rifinanziamento», maggiori per una quota crescente del debito.
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Anche l’approccio alla finanza pubblica del governo, e in particolare la linea di rigore sui conti seguita da Giorgetti contribuisce al giudizio di Moody’s, così come la stessa linea è stata fondamentale perché la Commissione europea potesse annunciare che il prossimo anno cesserà la procedura d’infrazione contro Roma per deficit eccessivo.
L’altra faccia della medaglia della politica assai prudente seguita anche nella manovra di bilancio all’esame del Parlamento è quella che evidenzia il centro studi di Confindustria, spiegando che nel terzo trimestre il Pil italiano è rimasto fermo.
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