MORTA UNA FINMECCANICA SE NE FA UN’ALTRA - IL NUMERO UNO GIUSEPPE ORSI ARCHIVIA L’ERA GUARGUAGLINI-GROSSI E LANCIA L’UOMO DELLA TRASPARENZA“GESTIONALE ED ETICA” - UN BEL TIPINO: È GIUSEPPE GRECHI, EX PRESIDENTE DELLA CORTE D'APPELLO DI MILANO, INTERCETTATO NELL'INCHIESTA ROMANA SULLA P3, RECENTEMENTE VOLUTO ANCHE DA FORMIGONI, ESTIMATORE DI ORSI, A VIGILARE SULLA MARTORIATA TRASPARENZA DEL PIRELLONE…

Giorgio Meletti e Davide Vecchi per "il Fatto Quotidiano"

Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato della Finmeccanica, consegna alla storia l'era del suo predecessore Pier Francesco Guarguaglini con il timbro dell'ignominia. Non solo fa approvare al consiglio d'amministrazione un bilancio 2011 terrificante: fatturato in calo del 7 per cento, con una perdita di 2,3 miliardi contro un utile di 550 milioni del 2010. Non solo dunque consegna ai mercati finanziari il ritratto di un'azienda praticamente sfasciata, ma aggiunge alla sua requisitoria la sciabolata della questione morale, annunciando da oggi una "discontinuità strategico-industriale, gestionale e etica" per i 70 mila dipendenti del gruppo.

Etica? Sì, etica. Il messaggio è chiaro: la Finmeccanica di Guarguaglini e di sua moglie Marina Grossi, amministratore delegato della controllata Selex Sistemi Integrati, era gestita un po' così. Alla domanda diretta (discontinuità rispetto a quale stato dell'etica precedente?) Orsi si sottrae un po' goffamente: "Non so, non c'ero". Ma bastano i sobri richiami dedicati dal comunicato di bilancio alla Selex per capire l'aria che tira: si annuncia "la rivisitazione del portafoglio ordini, cresciuto negli ultimi anni grazie a una spinta commerciale aggressiva" (tradotto: commesse prese in perdita tanto per fare fumo) e si annunciano azioni legali per il recupero "delle somme indebitamente corrisposte a fornitori".

Fin dal giorno in cui, nel maggio dello scorso anno, fu affiancato a Guarguaglini (lo ha poi spodestato del tutto il 1 dicembre), Orsi ha voluto dare il segnale che si voltava pagina sul piano dell'etica, chiamando un esterno alla presidenza del comitato di controllo interno. Dimostrazione della sua "no tolerance of corporate malpractice" (nessuna tolleranza delle pratiche distorte), come ha scritto il Financial Times.

Forse al prestigioso quotidiano economico britannico non è arrivata la voce che l'uomo della trasparenza è Giuseppe Grechi, ex presidente della Corte d'appello di Milano, recentemente voluto anche dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni, estimatore di Orsi, a vigilare sulla martoriata trasparenza del Pirellone.

Dopo quarant'anni di onorata carriera in magistratura, di cui di cui 14 al Csm, Grechi nel 2010 ha lasciato la toga. C'è una sua curiosa intercettazione nell'inchiesta romana sulla P3. L'ex piduista Flavio Carboni, con il giudice tributario Pasqualino Lombardi e il geometra Arcangelo Martino, sono finiti in carcere perché, secondo la Procura di Roma, componenti di una loggia segreta che pilotava le nomine dei magistrati e creava rapporti privilegiati con i giudici nel tentativo di addomesticare le sentenze.

Nel novembre 2009 Grechi è intercettato mentre parla con Martino della nomina del suo possibile successore alla Corte d'appello di Milano. "Io a Vincenzo (Carbone, ndr) lo tengo sotto scorta", garantisce Martino a Grechi. "Vincenzo deve tanto a te poi tra l'altro", aggiunge. Il 16 novembre Grechi chiede a Lombardi le intenzioni dell'amico comune Carbone in vista del voto al Csm. "Tienilo sotto che lo tengo sotto anche io", dice.

Mentre Grechi pensa a restaurare l'etica in Finmeccanica secondo le direttive di Orsi, il manager fa i conti con il disastro industriale che dice di aver ereditato da Guarguaglini. Le proporzioni sono impressionanti. Solo il 31 luglio scorso Orsi si dichiarava sicuro che il bilancio 2011 si sarebbe chiuso in utile. In poche settimane ha scoperto magagne nella gestione industriale per oltre 3 miliardi di euro.

Per esempio, ha trovato dentro l'Ansaldo Breda "un'organizzazione dei processi incapace di identificare e neutralizzare in tempi utili le criticità". Ansaldo Breda, che fa i super treni per l'alta velocità, sarà venduta entro l'anno. Anche l'Ansaldo Energia, antico orgoglio dell'industria genovese, verrà offerta alla tedesca Siemens. Perché la ricetta di Orsi è una sola: dismissioni, "secondo tempi e modi previsti", anche se il piano di cessioni non è mai stato rivelato. "Ci concentreremo su aeronautica, elicotteri e elettronica per la difesa", ha annunciato Orsi. Tutto il resto non gli serve più. Un modo drastico ma diretto per risolvere i problemi dell'industria italiana: l'eutanasia.

 

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