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Vi.P. per Repubblica
Banca d'Italia promuove il Montepaschi, proprio nel giorno in cui la Guardia di Finanza ha compiuto nuove perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta per l'acquisizione di Antonveneta. L'istituto senese ha «cambiato rotta» varando un piano industriale che «si pone in linea con una forte discontinuità con la gestione precedente» e ora può guardare con serenità al futuro anche in termini di rafforzamento patrimoniale grazie all'intervento dei Monti-bond, «strumenti di capitale simili ai Tremonti bond». L'analisi viene da Luigi Federico Signorini, direttore centrale per la Vigilanza e finanziaria della Banca d'Italia, nel corso dell'audizione al Senato.
Commentando il nuovo corso della banca, attualmente guidata da Fabrizio Viola (e presieduta da Alessandro Profumo) il top manager di Via Nazionale ha sottolineato come sia stata la stessa Banca centrale a chiedere «una chiara e decisa inversione di rotta e l'avvio di un processo di riposizionamento strategico e di profonda ristrutturazione del gruppo».
Ma ora, ha continuato Signorini, vi è «la consapevolezza dell'esigenza di migliorare l'efficienza e ripristinare condizioni durature di equilibrio reddituale e patrimoniale». Del resto, l'apprezzamento delle autorità sul piano industriale non è solo un fattore di soddisfazione morale: con il ricorso ai nuovi strumenti pubblici, infatti, il piano d'impresa costituirà un elemento-chiave «del piano di ristrutturazione che dovrà essere presentato dalla banca, come previsto dalla disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato, e vagliato da Bankitalia e dal Mef, per essere infine sottoposto all'autorizzazione della Commissione europea».
Signorini ha apprezzato lo strumento scelto per rafforzare il capitale, il ricorso ai nuovi Tremonti bond, al posto di un intervento diretto «dello Stato nel capitale della banca, attraverso l'acquisizione di azioni ordinarie »: una misura del genere, infatti, sarebbe stata «percepita come una vera e propria nazionalizzazione, che avrebbe rischiato di produrre effetti depressivi sul prezzo delle azioni in circolazione, con un impatto rilevante sugli attuali azionisti di controllo, ma anche su investitori istituzionali e piccoli azionisti».
Gli strascichi del passato invece si sono di nuovo affacciati sul fronte giudiziario: ieri sono stati perquisiti gli uffici di studi legali a Milano, Roma e Torino, alla ricerca di documenti legati all'acquisizione di Antonveneta, un'operazione da 9 miliardi di euro contro un valore patrimoniale di 2,3 miliardi, secondo l'ex presidente del collegio sindacale della banca, Tommaso Di Tanno. Gli inquirenti sperano di trovare documenti che aiutino a capire come sia andata la prima ricapitalizzazione della banca, in particolare per la parte del prestito Fresh. Non sono stati resi noti i nomi degli uffici legali perquisiti.
Dalla procura di Siena hanno spiegato che non ci sono nuovi indagati. Le ipotesi di reato sono l'ostacolo alle autorità di vigilanza, per il modo in cui la Banca e la Fondazione avrebbero presentato il proprio bilancio a via Nazionale, e l'aggiotaggio. Proprio la Fondazione, secondo diffuse indiscrezioni, ha chiuso il bilancio 2011 con un rosso intorno ai 320 milioni (che sarà reso noto la prossima settimana).
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