DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Camilla Conti per “il Giornale”
Un conto corrente che offre una combinazione di prodotti e servizi esclusivi ad un canone di gestione gratuito per chi affiderà alla banca senese un patrimonio «pari ad almeno 100.000 euro».
Si chiama One ed è il nuovo prodotto acchiappa-correntisti del Monte dei Paschi che consente al cliente di costruirsi un conto «su misura» grazie a un «configuratore» in grado «di simulare le diverse combinazioni di prodotti e servizi». Una scelta che a qualcuno è quasi parsa una provocazione.
Per due motivi. Primo: la tempistica. Perché dal primo gennaio scatteranno le nuove regole europee sul bail in che faranno pagare il prezzo del salvataggio di una banca a rischio fallimento non solo a obbligazionisti o azionisti ma anche ai correntisti per la parte eccedente i centomila euro.
È vero che quel requisito di «almeno 100mila euro», necessario per avere il canone gratis si riferisce al patrimonio e non ai quattrini messi sul conto corrente. Vanno quindi considerati anche le gestioni patrimoniali, i certificates e i prodotti assicurativi, che sono tutti fuori ambito di bail in e sono prodotti ad alta marginalità per il gruppo senese che sta appunto cercando di catturare nuovi clienti danarosi con tecniche di marketing aggressive.
Ma è anche vero che quella platea che si tenta di intercettare sta psicologicamente facendo i conti con gli effetti disastrosi del decreto salva banche varato dal governo. E il Monte non è una banca qualsiasi. Con l' inchiesta su Antonveneta e sui derivati Alexandria e Santorini è stata in passato «pioniera» della crisi di fiducia fra risparmiatori e amministratori (vi ricordate i prodotti «My Way» e «For You»?), la capitale dei «grovigli armoniosi» che intrecciavano gli interessi di finanza e politica (non solo locale).
AUTORIZZAZIONE DRAGHI PER ANTONVENETA
Il Monte è inoltre l' unica banca italiana ad aver chiesto - con i Tremonti e Monti bond - soldi in prestito allo Stato che non a caso è ancora azionista con il 4% del capitale ricevuto proprio a saldo di una parte di quei finanziamenti pubblici. Una banca ancora in convalescenza e alla ricerca di un cavaliere - anche straniero - disposto a portarla all' altare, come chiesto dalla Bce. Intanto, nell' ultimo anno a Piazza Affari il titolo Mps ha perso oltre il 40% del proprio valore (il 17% solo nell' ultimo mese) e lo scorso 14 dicembre ha toccato i minimi a 1,1 euro.
La bad bank di sistema che potrebbe alleviare le sofferenze non arriva e a complicare le cose ci si è messa pure la procura di Milano che, via Consob, ha imposto all' istituto di Rocca Salimbeni di rifare i conti con l' operazione Alexandria, messa in piedi dagli ex vertici con l' aiuto della banca giapponese Nomura per finanziare l' acquisto di Antonveneta. Operazione che va contabilizzata nei bilanci del Monte come un derivato con un effetto fiscale negativo di circa 130 milioni.
A Siena stanno cercando di uscire dal tunnel ma la strada è lunga e ormai non si può più dare (solo) la colpa alle macerie lasciate dalla vecchia amministrazione targata Giuseppe Mussari.
«Va un po' meglio, o ti senti come prima? Sarà più facile per te ora che hai qualcuno da incolpare?», canta Bono Vox in un vecchio successo degli U2. One, come il nuovo conto corrente lanciato sul mercato. Al Monte devono ascoltarla spesso.
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