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1. COMMERZ, L'AD ATTACCA UNICREDIT MA LINDNER: "AFFARE TRA PRIVATI"
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Tre milioni di clienti persi dal 2019, un piano al 2027 che si basa sulla crescita dell'economia tedesca e su un tasso d'interesse Bce - almeno fino all'inizio del 2026 - più alto di quello attuale. L'ostinata resistenza dell'amministratrice delegato di Commerzbank, Bettina Orlopp, nei confronti di Unicredit sembra sempre di più un bluff.
La manager è convinta che ballando da sola il titolo della banca tedesca possa crescere di più. Peggio: ipotizza che una fusione con il gruppo italiano possa portare a un calo della clientela e a un taglio del giudizio degli analisti. Previsioni che quest'ultimi smentiscono.
Per esempio, Citi valuta il futuro solitario di Commerz a 16 euro, poco meno dei valori attuali, mentre con un'offerta di Unicredit potrebbe arrivare a 19,5 euro.
Una stima che Orlopp nega rilanciando […] che il valore del titolo possa superare i 25 euro. Anche per questo la manager ha annunciato che presto verrà rivisto il piano del gruppo. Una mossa dettata dal tentativo di serrare le fila tra gli azionisti in vista di una nuova possibile azione di Unicredit […]. Ma anche per rivedere i target che rischiano di essere ampiamente mancati.
La crescita di Commerzbank al 2027, del resto, si basava sull'assunto che il tasso di deposito della Bce rimanesse al 4% fino all'inizio del 2026, che la Germania non conoscesse recessione e che l'inflazione non calasse sotto il 2,1% fino al 2027. Scenari spazzati via dalla realtà: Berlino chiuderà il 2024 in recessione, l'inflazione è già sotto il 2% e nelle prossime settimane la Bce potrebbe tagliare ancora, con quello sui depositi già calato al 3,5%. Tradotto: il muro di Orlopp rischia di sgretolarsi da solo.
[…] Nel frattempo è da registrare la posizione del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni che, parlando in generale, nel sottolineare che all'Ue servano istituti «più forti», rileva come non ci sia «una banca europea tra le prime 10 o 20 banche globali».
A favore di una fusione si schiera anche l'ex membro della vigilanda Bce, Ignazio Angeloni: «Le due banche sono un'ottima accoppiata», dice al Financial Times nel evidenziare come si tratti di un «banco di prova» per l'Eurotower nella difesa della sua indipendenza. Una posizione evidenziata, pochi giorni fa, in un'intervista a La Stampa, anche dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.
Di certo il sostegno politico alla difesa di Commerzbank sta venendo meno anche in Germania. Addirittura il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner - che non ha lesinato critiche allo stile utilizzato dal gruppo di Piazza Gae Aulenti - si è limitato a dire che l'operazione «è una questione del settore privato».
2. UNICREDIT E COMMERZBANK: LA PARTITA SI GIOCA SU GOVERNANCE, DIPENDENTI E SEDE
Estratto dell’articolo di Fabio Insenga per www.adnkronos.com
Unicredit e Commerzbank, alla fine, arriveranno al matrimonio? E, soprattutto, con quale schema possono arrivarci? […] la partita si gioca essenzialmente su tre fronti: la governance, la sorte dei dipendenti, la sede della nuova banca che nasce dall'integrazione.
"Mettendo da parte le resistenze politiche, la trattativa reale si farà su questi aspetti, che hanno ognuno delle implicazioni sostanziali, e il compito degli advisor è trovare il giusto equilibrio", ragiona con l'Adnkronos una fonte vicina al dossier.
L'obiettivo, in estrema sintesi, deve essere "costruire un'architettura che possa rispondere in maniera puntuale alle obiezioni e ai paletti che si mettono in ogni deal di M&A". C'è però un elemento che va tenuto in considerazione. "Operazioni del genere […] hanno poco senso se vengono lette in un'ottica di conquista. Il saldo finale deve essere 'win win', altrimenti non funzionano", si fa notare.
[…] Per ora, sul tavolo ci sono le carte scoperte dai Ceo delle due banche. Andrea Orcel guarda alla creazione di una banca più forte in Europa e aperta alla competizione globale. “Credo che l’Europa abbia bisogno di banche più grandi, forti per sostenere l’economia”, perché “senza campioni paneuropei non supererà le sfide evidenziate da Mario Draghi e da molti altri leader prima di lui”.
Evidentemente, accanto al valore più politico dell'operazione, il banchiere vede anche l'opportunità di creare valore. Sull'altro fronte, Bettina Orlopp oppone in un'ottica negoziale tutte le possibili obiezioni che riguardano l'integrazione di sistemi diversi, la presunta perdita di clienti, la valutazione delle agenzie di rating: “solo perché una fusione sembra buona sulla carta, non significa che sarà eseguita bene e che alla fine potrà avere successo e creare valore per i nostri azionisti”.
In mezzo ci sono gli spazi e i margini della trattativa, che potrebbe accelerare considerando anche le risposte del mercato e il convinto via libera che le Istituzioni europee e la Bce hanno già sostanzialmente accordato.
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